Italbasket, Sacchetti: "Belinelli? È venuto a mangiare i tortellini"

Basket

Alla vigilia della sfida con la Polonia, l'allenatore della nazionale di basket ha raccontato a Sky Sport le sensazioni in vista di una partita cruciale: "Non fanno parte dei 12 convocati Tonut e Burns, ho preferito scegliere Brooks"

ITALIA-POLONIA: PRESENTAZIONE E GUIDA TV

Tra 24 ore a parlare sarà solo ed esclusivamente il campo, con buona pace dei cospiratori e soprattutto di Meo Sacchetti; finito invischiato negli ultimi giorni in un continuo botta e risposta, partito dalle rinunce di Danilo Gallinari e Marco Belinelli che sono diventate pretesto per una polemica che ha danneggiato (non poco) l’intero movimento. Il neo giocatore degli Spurs, affezionato alla Nazionale e costretto a rinunciare per preparare la stagione con San Antonio, ha fatto capolino nel ritiro bolognese dell’Italbasket: “Ha avuto modo di scambiare qualche parola con lui?”. “Beh sì, è venuto a mangiare con noi perché c’erano i tortellini. E li ha graditi”. Un modo elegante per dire “meglio non parlarne”. Polemiche che stanno non permettendo di mettere a fuoco il cammino di una Nazionale che per ora è in linea con i risultati che immaginava di raccogliere (quattro vittorie e due sconfitte): “Beh, la sconfitta contro l’Olanda c’è andata un po’ di traverso. Adesso testa bassa per la sfida con la Polonia: come dice il presidente, non ci sono partite facili, però dobbiamo avere la consapevolezza di battere la Polonia in casa nostra, perché è giusto che sia così”.

Niente Tonut e Burns in campo contro la Polonia

Sulle notizie di campo invece, meno remore e dubbi: “Non fanno parte dei dodici Tonut e Burns. Le scelte sono dovute al fatto che nel ruolo di Tonut abbiamo già degli altri giocatori che penso al momento siano più pronti di lui. E per il resto invece la scelta è caduta su Brooks perché ci garantisce una copertura più completa dei ruoli: può giocarne più di uno, abbiamo visto che è in una buona condizione. Io lo conosco, so che è un giocatore di squadra e mi spiace aver fatto fuori Burns che ci ha sempre dato una grande mano: l’allenatore però ogni tanto deve scegliere”.

La Nazionale e il talento del gruppo: "Se c'è, deve farci vincere"

Quando invece si fanno paragoni con le Nazionali del passato, Sacchetti non ha dubbi: "Facciamo delle partite con squadre che sono più o meno del nostro livello. Un pelo al di sotto di noi o con la Croazia e i giocatori NBA eravamo un po’ più indietro. Noi però dobbiamo lavorare pensando a oggi e non guardando troppo più in là. Adesso bisogna essere operai con qualche giocatore che esce ogni tanto dagli schemi. Il problema però è dover prima conquistare qualcosa per meritare di essere definita una squadra di talento: ne abbiamo qualcuno in squadra, però la completezza di un talento arriva soltanto quando vince. Abbiamo ragazzi che hanno vinto in campo nazionale e internazionale, ma ci serve che si arrivi a vincere e a lottare per qualcosa di importante anche in azzurro per avere il passaporto di un giocatore di primo livello. Il vero talento, quando si arriva in quel momento lì, decide le partite”. Un messaggio chiaro e diretto soprattutto agli assenti.