Eurolega, Milano si scopre grande in Europa

Basket

Pietro Colnago

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Tre vittorie e una sola sconfitta è il bilancio della stagione europea dell'Olimpia, una novità assoluta rispetto alle ultime stagioni. Che sia quella buona per tornare ad essere protagonista?

L'OLIMPIA BATTE IL KHIMKI, DECISIVO MIKE JAMES

Se tre indizi fanno una prova allora è ufficiale: la stagione dell’Olimpia ha una faccia nuova, completamente diversa da tutte le ultime precedenti. E a sorprendere è soprattutto la dimensione europea della squadra di Pianigiani: basta dare uno sguardo alla classifica per capire che mai, nell’ultimo decennio, Milano, con tre vittorie e una sola sconfitta si era trovata là in alto, in compagnia di tutte le grandi del continente. Ma andiamo con ordine: tre indizi. Il primo la sconfitta interna con il Real arrivata dopo 35 minuti di dominio, il secondo la vittoria larghissima al Pireo contro l’Olympiacos a solo tre giorni di distanza ed infine la vittoria interna di un punto contro il Khimki. Solo l’anno scorso le cose sarebbero andate diversamente: contro il Real l’Olimpia avrebbe archiviato la sconfitta come ineluttabile, al Pireo sarebbe andata a giocare senza farsi molte illusioni e contro il Khimki avrebbe lasciato agli avversari la posta nel finale ed ora sarebbe catalogata come la solita Olimpia sfortunata ma anche senza troppe velleità di gloria. Ed invece no e la ragione è limpida e lampante: il lavoro di Pianigiani è stato più psicologico che tecnico anche se, tecnicamente, la squadra è diversa. Il coach è riuscito in due mesi ha mettere tutte le cose a posto in termini di gerarchie e soddisfazione personale dei singoli, non ci sono più musi lunghi, non ci sono più ripicche sul campo e tutti sono contenti di remare nella stessa direzione. In più ora la squadra ha un’identità precisa coi suoi tre tenori a dettare ritmi e direzioni e un cast di supporto in grado, in caso di bisogno, di vestire i panni di protagonisti. La sintesi di tutto ciò è data dal secondo tempo contro il Khimki: dopo essere andata sotto, ferita dai colpi non solo balistici di Shved, Milano ha cambiato faccia, ha messo Cinciarini alle calcagna del fenomeno russo e poi, nel finale si è appoggiata al suo leader indiscusso, al secondo Mike James, che ha segnato tutti e tre i tiri liberi del sorpasso a 3 secondi dalla sirena per poi difendere il canestro dall’ultimo assalto degli ospiti. Certo, anche la fortuna ha avuto la sua parte e arriveranno, in una stagione lunghissima e stressante, anche i momenti bui ma se questo è lo spessore del gruppo allora ci sarà da divertirsi.