Non solo Juventus-Napoli: che bagarre nel resto d'Europa

Calcio

Luca Cassia

Dal Portogallo al Belgio, dalla Russia alla Turchia: a che punto sono i campionati in Europa? (Foto Getty)
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Solo l'epilogo della Serie A resta in discussione nella top 5 d'Europa, continente che piuttosto riserva campionati apertissimi tra quelli prossimi al traguardo. Se in 20 Paesi il titolo è già stato assegnato oppure è in dirittura d'arrivo, sono 16 i tornei che ammettono una lotta serrata nel rush finale

L'unica eccezione resta la Serie A, enigma da decifrare nel testa a testa decisivo tra Juventus e Napoli. Così rispondono i bilanci della top 5 d’Europa, campionati dai verdetti già chiusi: festa archiviata senza intoppi da Manchester City, Bayern Monaco e PSG, nient’altro che una formalità per il Barcellona a +11 sull’Atletico Madrid in Spagna. Ecco quindi che solo gli ultimi 360’ in Italia metteranno la parola fine ad un torneo rivitalizzato dall’ultimo scontro diretto allo Stadium. La domanda sorge spontanea: quale trend regna nel resto d’Europa? Sono 49 gli altri campionati che si disputano nel Vecchio Continente, 13 dei quali si chiuderanno il prossimo autunno dall’Irlanda all’Est europeo, dai Paesi scandinavi a quelli baltici. Per i restanti è ormai tempo di risposte, punti esclamativi sospesi tra certezze e bagarre assoluta.

Chi ha già vinto?

Escludendo quindi le regine di Inghilterra, Germania e Francia, il traguardo è stato tagliato con tre turni d’anticipo anche dal PSV: titolo numero 24 in bacheca per i campioni d’Olanda che hanno superato la concorrenza dell’Ajax. Indubbiamente più combattuto il campionato maltese risolto negli ultimi 90’ con l’harakiri del Balzan Youths, mai vittorioso in patria a differenza del Valletta al 24° scudetto assoluto: sorpasso al fotofinish per la squadra degli italiani Pani e Piciollo (miglior marcatore) oltre alla leggenda Mifsud. Si tratta di un caso anomalo tra i tornei già consegnati agli almanacchi che piuttosto hanno riservato distacchi abissali: 27 i punti posti tra la vetta e il 2° posto targato Vardar dai macedoni dello Shkendija, avversari estivi del Milan in Europa League e freschi del 2° alloro nazionale. Importante anche lo scarto di 17 lunghezze dal Gabala firmato Qarabag, leader incontrastato in Azerbaigian da 5 anni a questa parte. Senza storia anche l’egemonia gallese dei The New Saints, 7 titoli di fila e 12 scudetti nel palmarès, discorso analogo in Montenegro per il Sutjeska Nikšić: 22 i punti di vantaggio sui rivali del Buducnost a celebrare il campionato numero tre della propria storia. Giochi chiusi pure in Grecia, torneo che ha riservato due settimane di stop a marzo dopo i fatti di PAOK-AEK: l’hanno spuntata proprio i gialloneri ateniesi che non festeggiavano addirittura da 24 anni. Merito del margine sugli avversari di Salonicco, peraltro penalizzati di 3 punti, spezzando così la dittatura dell’Olympiacos che negli ultimi 21 anni aveva trionfato ben 19 volte. Sugli scudi vecchie conoscenze italiane come Kone, Lazaros e Livaja.

Traguardo a un passo

Per 7 campionati dagli esiti già scritti, quasi il doppio premieranno a breve squadre dalla fuga annunciata. Il distacco più consistente l’ha scavato lo Skenderbeu, capolista in Albania a +14 sui campioni in carica del Kukesi quando mancano 6 giornate alla fine. Merito del capocannoniere Ali Sowe già avvistato in Italia, primo artefice dell’imminente scudetto numero 7 nonché il 5° negli ultimi 7 anni. In Bulgaria si attende solo l’aritmetica per il 7° titolo del Ludogorets, imbattibile dal suo avvento nella massima serie nella stagione 2011/12. Se ne farà una ragione il CSKA Sofia così come la coppia Rangers-Aberdeen distante 10 punti dal Celtic, prossimo al 7° trionfo consecutivo che ritoccherà a 49 le stagioni vincenti in Scozia: i cattolici di Glasgow intanto hanno già presentato le nuove divise per il campionato che verrà. Cori e champagne dietro l’angolo per la Stella Rossa, leader in Serbia nella regular season così come nei playoff: decisivo l’ultimo derby vinto ai danni del Partizan, incrocio tradizionalmente bollente che non ha risparmiato scontri in campo a beneficio dei biancorossi di Belgrado. Ben 23 i gol del capocannoniere Pesic ovvero un oggetto misterioso all’Atalanta, 28 gli scudetti nella storia a staccare proprio gli arci-rivali del Partizan fermi a 27.

Senza indugiare troppo sulle vicende a Gibilterra e Lussemburgo, tornei che verosimilmente stenderanno il tappeto rosso per Lincoln Red Imps (14 titoli di fila interrotti nel 2017 dall’Europa FC) e Dudelange che annovera in squadra un Ibrahimovic (Sanel, 30enne attaccante bosniaco), la Slovacchia è diventata terra di conquista per lo Spartak Trnava vicino al primo scudetto: i 7 punti sul Dunajska Streda guidato dall’italiano Marco Rossi lasciano ben sperare il 35enne Nestor Jevtic, allenatore che con poca modestia ha convertito il proprio cognome in El Maestro. Sportivamente parlando, la dittatura resta d’attualità in Austria con il Salisburgo a +11 sullo Sturm Graz (5 le partite ancora in programma) e si rinnova in Croazia con la Dinamo Zagabria, beffata un anno fa dal Rijeka ma tornata ai vertici ai danni dell’Hajduk Spalato. I 7 punti di distacco tra la capolista e la diretta inseguitrice sono una costante dal Belgio con il Bruges (playoff in corso, Anderlecht all’inseguimento) alla Repubblica Ceca con il Viktoria Plzen avanti sui campioni in carica dello Slavia Praga quando mancano 450’ alla fine. Svolta nel campionato svizzero che, dal nuovo formato datato 2003, ha premiato il Basilea in 11 occasioni delle quali le ultime 8 consecutive: stavolta la festa si sposterà a Berna grazie allo Young Boys, formazione a +13 sui tirannici avversari a 5 turni dalla bandiera a scacchi. Tutti in doppia cifra gli assi Hoarau e Assalé, Sulejmani e Nsame per un totale di 47 gol. Dopo 14 anni infine lo scettro di Russia verrà sollevato dal Lokomotiv Mosca, 6 lunghezze di vantaggio sul CSKA e 7 sullo Spartak di Carrera con soli 270’ ancora da disputare.

Testa a testa in Europa

Detto dei tornei già archiviati o quasi, la bagarre resta d’attualità in altri campionati dal copione analogo alla Serie A. È lotta serrata sia in Irlanda del Nord (Crusaders e Coleraine al comando a quota 88 punti) sia in Bosnia, dove i campioni in carica dello Zrinjski Mostar affrontano lo scontro diretto nello stadio dello Zeljeznicar in ritardo di tre punti. Lo stesso distacco in Kosovo tra Drita e Prishtina, solco che lievita a 4 lunghezze in Israele per merito dell’Hapoel Beer Sheva già leader nella regular season e nuovamente in fuga ai danni del Beitar Gerusalemme. Tutto aperto a Cipro nel braccio di ferro tra Apollon Limassol e Apoel Nicosia, entrambe impegnate nella poule scudetto che recita rispettivamente 79 e 77 punti prima della chiusura a maggio. Vietato fermarsi in Romania e Ungheria dove i distacchi restano irrisori: sono 2 i punti tra la nuova Steaua e il Cluj, la stessa distanza tra il Videoton e il Ferencvaros di Thomas Doll in attesa della sfida a maggio. In quest’ultimo caso il calendario riserva ancora 6 turni, curiosamente le due candidate al titolo si affidano in attacco ad altrettante coppie di fratelli (gli Scepovic e i Lovrencsics). Non sorprende in Ucraina il discorso a due tra Shakhtar e Dinamo Kiev separate da 3 lunghezze, bagarre che in Danimarca ha piuttosto sancito lo strappo del Brøndby a +5 sui rivali del Midtjylland dopo la stagione regolare chiusa a braccetto. La rivalità per eccellenza è tuttavia di scena in Portogallo, soprattutto dopo l’ultimo confronto tra Porto e Benfica risolto al 90’ da Herrera al da Luz. Tre turni alla fine, 79 punti contro 77 a vantaggio dei Dragões con lo Sporting Lisbona attardato a quota 74. Vanificato per ora lo spaventoso Jonas (33 gol personali), saldo limato dalle 36 reti in due del tandem Marega-Aboubakar per la gioia di Conceição.

Bagarre totale

La lotta per il titolo si allarga a più pretendenti a partire dai piccoli campionati di Andorra e San Marino: se nel primo caso i playoff coinvolgono i campioni in carica del Santa Coloma, Lusitanos, Engordany e Sant Julia, sul monte Titano gli spareggi che valgono lo scudetto devono ancora iniziare con la pole riservata al La Fiorita dell'intramontabile Andy Selva. Tre le candidate al titolo in Polonia, gerarchie che attualmente premiano il Lech Poznan (58 punti) davanti a Jagiellonia e Legia Varsavia entrambe a quota 57. Nient’altro che la stessa situazione alle latitudini di Lubiana, capitale slovena che applaude l’Olimpia avanti di 3 lunghezze sul Maribor e di 5 sul Domzale: allenata dal croato Biscan, ex centrocampista del Liverpool, la capolista accoglie in squadra un prodotto di Milanello come Kingsley Boateng. Se il triangolo non vi pare abbastanza, guardate che succede in Armenia: Shirak al comando con 41 punti, poi Banants (39) e Alashkert (38) oltre al Gandzasar (35). In realtà la trama più avvincente è tutta da scrivere in Turchia dove 4 avversarie si ritrovano abbracciate in tre punti quando mancano 360’ alla fine dei giochi: il Galatasaray tiene a minima distanza la coppia Besiktas-Basaksehir ma resta in corsa pure il Fenerbahce, d’altronde domenica è in programma il derby tra Galatasaray e Besiktas. Qualora non vi bastasse il rush finale della Serie A, vi consigliamo un giro dalle parti di Istanbul.