Messico, Rafa Márquez dice basta: si ritira l'uomo dei cinque Mondiali

Calcio
Stop al calcio giocato per la leggenda del Messico, cinque Mondiali disputati in carriera (Foto Getty)
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Archiviato il suo quinto Mondiale, record condiviso con Buffon e Matthäus oltre al connazionale Carbajal, Rafa Márquez ha annunciato l'addio al calcio a 39 anni. Icona in patria, plurititolato al Barcellona e con un passaggio al Verona, El Gran Capitán resta nella storia del calcio messicano

MESSICO, RAFA MARQUEZ NELLA BLACKLIST DEGLI STATI UNITI

Si scrive Rafa Márquez, meglio noto in patria come El Gran Capitán. A 39 anni annuncia l’addio al calcio giocato il simbolo del Messico, 146 partite e 19 gol in maglia verde. Terzo posto all-time in materia di presenze in Nazionale a pari merito con Pardo e Torrado, praticamente due coetanei che avevano già detto basta, lui che figura piuttosto come il recordman nella storia dei Mondiali: sono 5 le edizioni disputate accanto al connazionale Antonio Carbajal e a Lothar Matthäus, trio al quale si aggrega anche Buffon sebbene non fosse sceso in campo nel 1998. Un traguardo fissato poche settimane fa in Russia dopo aver disputate le ultime gare con l’Atlas e aver risposto alla convocazione del Ct Osorio. El Tri si era spinto fino agli ottavi contro il Brasile, mentre il capitano in maglia numero 4 aveva vissuto un Mondiale decisamente poco ordinario in quanto inserito nella blacklist del governo statunitense: colpa del presunto coinvolgimento nel riciclaggio di denaro proveniente dai cartelli del narcotraffico nazionale, accusa che gli ha impedito d’indossare le stesse maglie d’allenamento dei compagni oppure bere dalle stesse bottigliette. Quasi un affronto per la leggenda messicana, particolarmente toccato nella sua lettera d’addio: "Sono stati 22 anni di carriera in cui sono soddisfatto di aver fatto molti sacrifici, sforzi, errori e successi. Di conseguenza ho provocato tristezza e talvolta delusioni, ma nella maggior parte delle gioie".

Rafa Márquez si era già congedato ad aprile con l’Atlas, club messicano dal quale ripartirà dalla scrivania come direttore sportivo. Nient’altro che l’ultima tappa dell’agonismo iniziato proprio tra i rossoneri di Guadalajara nel 1992, giovanili culminate con l’avvento in prima squadra fino al 1999. Da lì il salto in Europa con il Monaco (4.5 milioni di euro il costo del trasferimento) festeggiando subito lo scudetto nel campionato francese. Pioggia di titoli invece al Barcellona, sua destinazione nel 2003 previo pagamento di 5 milioni, corazzata che gli assicura 12 trofei tra i quali quattro trionfi in Liga e due Champions League (2006 e 2009). Difensore centrale o all’occorrenza mediano, il simbolo messicano si è poi trasferito nella MLS (New York Red Bulls) e in patria (León) prima di accettare a 35 anni la chiamata dell'Hellas Verona in Serie A: 39 presenze, 3 espulsioni alla prima stagione (primato nel torneo) fino ai saluti a dicembre 2015 per tornare nel suo Atlas a distanza di 19 anni. Il resto è storia recente, quella del Gran Capitán che vive nella leggenda del Messico orfano del suo leader.