Obi Mikel ricorda: "Quando giocai dopo il rapimento di papà, pensavo fosse morto"

Calcio

Il centrocampista nigeriano - oggi al Middlesbrough - ha raccontato il suo dramma alla BBC: "Mio padre fu rapito prima della sfida contro l'Argentina ai Mondiali di Russia. Io ero il capitano, dovevo guidare i miei compagni, ma per tutto il match ho pensato che forse non l'avrei più visto"

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Durante Argentina-Nigeria Obi Mikel non ha mai pensato al campo, a giocare a calcio: "Ero il capitano, avevo una responsabilità e dovevo guidare i miei compagni. Ma ho giocato con la morte del cuore". Suo padre fu rapito poche ora prima del match, valido per l'accesso agli ottavi di finale del Mondiale in Russia. L'ha raccontato soltanto oggi alla BBC. Un parente l'ha chiamato prima della sfida, 23mila euro di riscatto e tanta paura. 

"Ho temuto per la vita di mio padre"

"Pensavo che avrei perso mio padre - racconta Mikel - che lo avrebbero ucciso sparandogli in testa come mi avevano detto. Durante la partita ci ho pensato sempre, temevo che dopo il fischio finale avrei scoperto che mio padre era morto. Avevo il cuore a mille, è stato traumatico. Non l'ho detto a nessuno perché ero il capitano, non potevo dire 'no, non gioco'. Altrimenti avrei condizionato i miei compagni e tutta la squadra". 

"Ora sono più forte"

Dopo due stagioni in Cina al Tianjin Teda, oggi Mikel è ripartito dall'Inghilterra e gioca nel Middlesbrough in Serie B. Ha superato il momento difficile, può guardare avanti: "La vita è così, ora sono una persona molto più forte. Posso vedere tante cose e sapere che non avranno effetto su di me, perchè ho vissuto molto di peggio. Spero soltanto che non succeda di nuovo e che mio padre possa godersi in pace il resto della sua vita".