Sporting Lisbona, ex presidente a processo: ordinò di aggredire i propri giocatori

Calcio

Accusato di rapimento e terrorismo per "aver ordinato a 50 teppisti di aggredire i propri giocatori durante l'allenamento", l’ex presidente Bruno de Carvalho verrà processato per i fatti risalenti al 15 maggio 2018 come riporta Observador. Il centro sportivo dello Sporting Lisbona venne invaso da violenti che attaccarono i calciatori, vicenda gravissima che portò alle indagini e al cambio presidenziale. Già arrestato e rilasciato a novembre, de Carvalho è ritenuto la mente dell'episodio

SPORTING, GIOCATORI AGGREDITI DA ULTRAS: I FATTI DEL 15 MAGGIO 2018

Nel pomeriggio del 15 maggio 2018 furono una cinquantina i teppisti incappucciati che, facendo irruzione nel centro sportivo dello Sporting Lisbona, aggredirono l’allenatore Jorge Jesus e alcuni giocatori negli spogliatoi. Ferite riportate soprattutto da Marcos Acuña e Rodrigo Battaglia, loro come Bas Dost colpito alla testa: necessari alcuni punti di sutura per il centravanti olandese, le cui immagini fecero il giro del web. Inizialmente si sospettava che i risultati deludenti (mancata qualificazione alla Champions seguente) fossero alla base della gravissima vicenda, rosa sotto shock con le parole di conforto dell’allora presidente Bruno de Carvalho: "Quello che è successo è un atto criminale, la polizia è al lavoro per capire chi sono stati i responsabili e prendere le dovute contromisure". In realtà, come emerso nelle indagini dei mesi seguenti, l’artefice dell’aggressione venne individuato proprio nell’ex patron: secondo la procura fu Bruno de Carvalho la mente dell’episodio, lui che lo scorso novembre è stato arrestato insieme a Nuno "Mustafa" Mendes ovvero il leader del gruppo ultras. Rilasciato su cauzione quattro giorni più tardi, l’ex presidente del club è tornato d’attualità dopo le ultime novità nella vicenda riportate dai media portoghesi.

Bruno de Carvalho a processo per le violenze del 2018

L’ex presidente dello Sporting Lisbona è accusato di rapimento e terrorismo per "aver ordinato a 50 teppisti di attaccare i propri giocatori durante l’allenamento", invasione e violenze che successivamente portarono a 9 giocatori che decisero di rescindere il contratto (7 però rimasero) e soprattutto alla rimozione di Bruno de Carvalho al timone della società: dopo le elezioni di settembre, infatti, l’avvento di Frederico Varandas fu dettato anche dal lavoro delle indagini che coinvolgevano proprio l’ex patron. Un terribile 15 maggio 2018 per giocatori e staff presi a calci, pugni e minacciati di morte mentre i violenti distruggevano gli spogliatoi del centro di allenamento, episodio inaccettabile che porterà a processo de Carvalho: già sospettato dai pubblici ministeri e, come detto, arrestato ma rilasciato su cauzione (70mila euro) a novembre, l’ex presidente resta al centro della vicenda dopo che il giudice istruttore ha scoperto prove sufficienti per continuare il caso. Accusato di 56 crimini tra i quali "rapimento" e "terrorismo", de Carvalho si è difeso attraverso i social: "Chiunque consenta intenzionalmente a qualcuno di essere continuamente deriso, calunniato e diffamato è un criminale... e un codardo!". Come riportano i media portoghesi restano altre 43 imputati da giudicare tra i quali Nuno Mendes, noto anche come Mustafa e leader del gruppo "Juventude Leonina" nonché presunto amico di lunga data di Bruno de Carvalho, per il quale non è ancora stata fissata una data per il processo nel Tribunale di Almada come riporta Observador.