Catalogna, Piqué: “Manifestiamo pacificamente fino al referendum”

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Piqué esulta contro l'Espanyol (Getty)
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Il difensore del Barcellona ha pubblicato un messaggio su Twitter riguardante il referendum per l’indipendenza della Catalogna: “Da oggi fino a domenica esprimiamoci pacificamente. Non diamogli nessuna scusa. È quello che vogliono. Cantiamo con fermezza”. 

Un messaggio forte e chiaro quello di Gerard Piqué, a favore di chi vuole manifestare per il referendum di domenica 1 ottobre che potrebbe portare all’indipendenza la Catalogna. Un vero e proprio appello che esorta a esprimere la propria opinione in maniera pacifica, senza dare motivi alle autorità spagnole per intervenire. Piqué ha utilizzato l'hashtag Votarem, per ribadire la sua volontà di partecipare al referendum, una volontà già resa pubblica da tempo. Piqué ha fatto sentire la sua voce dopo le dichiarazioni del ministro dell’interno catalano Joaquim Forn, che ha accusato il governo spagnolo di cercare di provocare disordini in Catalogna durante il referendum, per giustificare così l’invio di migliaia di rinforzi di polizia: “Vogliono che ci siano tumulti, non manifestazioni pacifiche. Questo è il loro obiettivo. I poliziotti inviati vengono qui con questa volontà evidente”.

La polizia municipale di Barcellona ha bloccato l'ingresso dei locali dei laboratori comunali della capitale catalana dove sono conservate le scatole contenenti le schede elettorali. Gli agenti della Guardia Urbana impediscono a tutti, inclusi i lavoratori, di entrare o uscire da questi stabilimenti. Le fonti dell'organo comunale hanno assicurato che in questo modo viene rispettato l'ordine della procura pubblica, che richiede la conservazione di materiale elettorale statale in modo che non venga utilizzato nel referendum, considerato illegale dalla Corte Costituzionale. Per sostenere il referendum migliaia di studenti in sciopero stanno marciando nelle strade di Barcellona e in altre città catalane. Avvolti nelle bandiere della Catalogna, cantano slogan per chiedere il diritto al voto, contestando quella che definiscono una forte repressione da parte del governo centrale in attesa dell'appuntamento elettorale. La piattaforma Universidades por la Republica ha spiegato che lo sciopero serve a portare avanti "una campagna che lo Stato spagnolo non lascia condurre con normalità". 

Gli arresti

La situazione di tensione è legata a quanto accaduto la settimana scorsa, quando la Guardia civile spagnola è entrata in diversi edifici governativi catalani a Barcellona. La Guardia civile ha sequestrato del materiale che sarebbe stato utilizzato per il referendum e ha arrestato 14 persone legate al governo locale.  La reazione non si è fatta attendere: “I cittadini sono convocati l’1 ottobre per difendere la democrazia da un regime repressivo e intimidatorio”, questo il contenuto di uno dei tweet postati dall’account del Governo catalano. Anche la squadra di calcio del Barcellona ha fatto sentire il suo sostegno a chi è stato arrestato e ha ricordato che il diritto a esprimere la propria opinione liberamente deve essere concesso a tutti.