Liga, Barça: un punto per il titolo, ma sarà un trionfo a metà

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Domenico Motisi

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Il club catalano sarebbe campione di Spagna con un pari al Riazor nella sfida al Deportivo di Seedorf. Dopo aver battuto il Siviglia in finale di Coppa del Re, i blaugrana sono ad un passo dal doblete, ma per diversi motivi non sarà festa totale

LIGA 2017-2018: RISULTATI E CLASSIFICHE

Puoi vincere un titolo battendo ogni record, a quattro giornate dal termine del campionato e con distacchi abissali sulle rivali storiche. Puoi aver già vinto dominando anche la Coppa del Re portata a casa dopo un 5-0 in una finale senza storia. Puoi fare un doblete così e non riuscire comunque a festeggiare in maniera totale? Puoi se sei il Barcellona, se quel rivale storico annichilito in campionato è in corsa per vincere la sua terza Champions League consecutiva, se da quella Champions sei uscito ai quarti dopo aver vinto l’andata 4-1, se tra mercato estivo e invernale hai speso 265 milioni di euro per due calciatori perdendo l’identità “canterana” e, come se non bastasse, se la Liga per cui ti manca un solo punto sarà con ogni probabilità l’ultimo trofeo alzato al cielo da uno dei tuoi giocatori simbolo: Andrés Iniesta.

Liga da record

Manca un solo punto per avere la certezza matematica della 25ma Liga, la settima negli ultimi dieci anni. Tuttavia, Seedorf e il suo Deportivo la Coruña non potranno fare affidamento su eventuali cali di concentrazione dei campioni di Spagna visto che il Barça non può permettersi passi falsi: l’obiettivo è quello di concludere il campionato da imbattuti. Sarebbe un record storico: soltanto l’Athletic nel 1930 e il Real Madrid nel 1932 sono riusciti nell’impresa di vincere un titolo senza perdere. Oltre a questo, Valverde e i suoi puntano a prolungare la striscia (anche questo è già un record) di risultati utili consecutivi: finora sono 40 e già da due giornate è stato superato il primato di 38 partite senza sconfitte della Real Sociedad risalente alle stagioni 1977-78 e 1978-79. Una stagione che, per come s’era messa, poteva portare ad altri due record: quello dei punti in Liga (rappresentato attualmente dai 100 del Real di Mourinho nella stagione 2011-12 ed eguagliati dallo stesso Barça nella stagione successiva con Tito Vilanova) e quello dei gol segnati (i 121 del Real sempre nel 2011). Al termine di Deportivo-Barcellona mancheranno quattro giornate ma i blaugrana anche vincendole tutte arriverebbero a quota 98. Mentre con gli attuali 83 gol fatti è pressoché impossibile arrivare a quota 121.

Batosta Champions

Un trionfo indiscusso quello in Liga, così come lo è stato il successo in Coppa del Re con la vittoria per 5-0 al Wanda Metropolitano contro il Siviglia di Vincenzo Montella. Due titoli che, in una stagione normale e in una squadra normale, manderebbero in estasi il team e la tifoseria. Non è così al Barcellona dove risulta difficile considerare positiva una stagione nella quale, visto l’andamento dei primi mesi della gestione Ernesto Valverde, l’obiettivo principale era quello di vincere la Champions League e interrompere il dominio Real in Europa. Invece, non soltanto i blancos sono in piena corsa per vincere a Kiev la terza edizione consecutiva della manifestazione continentale più importante (sarebbe un record assoluto), ma proprio il Barcellona è riuscito nella singolare "impresa" di essere eliminato a Roma dai giallorossi dopo aver vinto per 4-1 la partita d’andata al Camp Nou. Una macchia indelebile nella stagione di Messi e compagni, che diventerebbe trauma vero e proprio se il Real Madrid dovesse tornare dall’Ucraina con la 13ma Champions League, la quarta negli ultimi cinque anni.

Mercato e Masía

Tra le note negative della stagione che sta per concludersi in casa Barcellona c’è sicuramente il mercato. Sia la sessione estiva sia quella invernale hanno visto la dirigenza blaugrana spendere più di qualsiasi altra squadra spagnola con investimenti spropositati che non si sono rivelati azzeccati, quantomeno non del tutto. A pesare sono soprattutto i 105 milioni di euro più bonus sborsati per Ousmane Dembélé, acquistato ad agosto con l’obiettivo di sostituire Neymar. Tra infortuni e scelte tecniche, il francese ha giocato finora 20 partite in stagione segnando appena due gol, uno in Liga e uno in Champions. In realtà, a ricevere l’eredità del brasiliano doveva essere il connazionale Philippe Coutinho, sfumato in estate ma acquistato per 160 milioni di euro a gennaio. Peccato, però, che l’ex Liverpool sia arrivato quando il Campionato era pressoché in bacheca mentre in Champions non era schierabile visto che l’aveva giocata con i reds di Jurgen Klopp. Un acquisto che certamente farà la differenza in futuro ma quasi inutile in questa stagione. Un mercato deludente quindi, ma a Barcellona c’è un altro elemento che ha colpito i tifosi ancor più degli acquisti più o meno errati: mai come quest’anno, infatti, i catalani hanno utilizzato così pochi elementi della Masía, storico settore giovanile e fiore all’occhiello del club. Nessun canterano è stato promosso in prima squadra in maniera stabile (soltanto il classe 1998 Carles Aleñá ha disputato qualche incontro in Coppa del Re) e in diverse occasioni è stato schierato un 11 titolare con meno di tre ragazzi provenienti dalle giovanili. Per i culé, questa è una pecca ancor più grave rispetto alle discutibili scelte del mercato in entrata.

L’ultimo titolo di don Andrés

A proposito di cantera e di Masía, l’ultimo motivo che rende un po’ malinconico questo doblete del Barcellona è certamente l’addio di Andrés Iniesta. La Liga che con ogni probabilità arriverà al Riazor è il 32mo titolo del ragazzo di Fuentealbilla, arrivato nel settore giovanile blaugrana 22 anni fa. Lo stesso Iniesta ha fatto sapere che si tratta dell’ultima stagione con la maglia del Barça e che proseguirà all’estero la sua carriera. I catalani nel recente passato hanno dovuto dire addio ad altri pezzi storici di quella squadra invincibile che ha dominato in Europa: l’Illusionista mancego ha infatti ereditato la fascia di capitano da Xavi, che a sua volta l’aveva ricevuta da Carles Puyol. Adesso tocca all’eroe del Mondiale 2010 salutare il club catalano e lo farà da campione di Spagna in una stagione che poteva essere perfetta ma che, nonostante il doblete, non potrà essere del tutto trionfale.