Real Madrid, fiducia a tempo per Lopetegui dopo l'incontro con Florentino Perez

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L'allenatore spagnolo siederà in panchina nella prossima partita di Champions e anche nel Clasico di settimana prossima contro il Barcellona. Decisivo un colloquio faccia a faccia con il patron dei Blancos dopo il ko contro il Levante

REAL, ALTRO TONFO: IL LEVANTE PASSA 2-1 AL BERNABEU

La crisi del Real Madrid non sembra conoscere fine. Contro il Levante è arrivata la terza sconfitta consecutiva (Champions compresa, non accadeva dal maggio 2009), la quarta nelle ultime cinque partite. L'ultimo successo è datato ormai 22 settembre, 1-0 contro l'Espanyol, e la posizione di Lopetegui - esonerato appena quattro mesi fa dalla Spagna proprio per aver firmato con il Real Madrid - adesso vacilla più che mai. Già al termine della sfida contro la formazione valenciana si è parlato con insistenza di un suo possibile esonero, un'ipotesi che si è poi allontanata (o forse è stata solo rimandata) con il passare delle ore. Secondo quanto riporta Cadena SER, infatti, ci sarebbe stato un incontro faccia a faccia, senza intrusioni esterne, tra l'allenatore e Florentino Perez, durato circa un quarto d'ora, in cui il patron dei Blancos avrebbe confermato la propria fiducia, almeno per adesso, verso l'ex Ct delle Furie Rosse. Lo stesso numero uno della società campione d'Europa, dopo essersi confrontato con il proprio staff, si era presentato negli spogliatoi al fischio finale per fare un discorso anche alla squadra. Sarà sempre Lopetegui, dunque, a sedersi in panchina nel prossimo match di Champions League contro il Viktoria Plzen e anche nell'attesissimo Clasico di settimana prossima contro il Barcellona, sempre che la sfida europea contro i cechi non si concluda con un altro risultato negativo. In allerta, secondo i media spagnoli, resta sempre Santiago Solari come possibile soluzione 'ad interim' in caso di allontanamento del 52enne allenatore. Non è sembrato, invece, altrettanto convinto di continuare a dargli fiducia un altro uomo forte all'interno del club madridista, Butragueno, che al termine del match si è limitato a dire che martedì ci sarà un'altra importante partita da vincere a tutti i costi. Come? Con umiltà e lavoro. Molto più tranquillo è apparso lo stesso Lopetegui: "L'esonero è l'ultima cosa a cui penso - ha detto -. Abbiamo fatto di tutto per vincere, tirato 34 volte in porta, ma a volte il calcio è così. Non vince chi merita di più, ma chi segna più gol. Era già successo a Mosca, ma non ho intenzione di convincere nessuno. La prestazione della squadra mi ha incoraggiato più che mai e sono sicuro che prima o poi invertiremo questa tendenza".

Il sostegno dei giocatori

Julen Lopetegui può contare non solo sull'appoggio del presidente, ma anche su quello dei suoi giocatori. "Non dirò ovviamente cosa ci siamo detti nello spogliatoio, fa parte del nostro codice etico - ha affermato il capitano Sergio Ramos -. Ho sempre detto che i cambi di allenatore non sono mai una buona cosa. Il mister è una persona che ci dà tanti stimoli e motivazioni. Lui ci crede e noi crediamo in lui. Se mi viene chiesto dalla dirigenza, io dò loro un parere, ma non penso che una mia opinione possa influenzare una decisione così importante. Sono scelte molto più alte che non prendono i giocatori". Condividono la sua linea di pensiero anche Ceballos e Marcelo: "Saremo con l'allenatore fino alla morte - ha spiegato il terzino -. Ci tratta bene e ci dice cose molto chiare, dobbiamo lasciargli il tempo di lavorare. Mi sembra ingiusto paragonarlo a Benitez. Oggi, semplicemente, il pallone non è voluto entrare. Ricordo che, anche quando Cristiano Ronaldo non riusciva a segnare per tanto tempo, la stampa si scagliò contro, sostenendo che bisognava cambiarlo con un altro attaccante. Poi, però, iniziò a fare tantissimi gol e i giornalisti cambiarono idea. Non è facile giocare con la pressione del Bernabeu. Siamo preoccupati, ma non abbiamo paura".

Marcelo evita un record negativo

È stato proprio Marcelo a ridare una speranza – poi rivelatasi inutile – al Real Madrid contro il Levante. Il laterale brasiliano, al 72’, ha sfondato la rete con una botta violenta col piede più debole, il destro. Una rete che non è bastata a regalare almeno un pari ai suoi, ma che è servita per interrompere un digiuno da gol che durava dal centro di Asensio nella già citata sfida all’Espanyol. Da allora quattro partite senza mai riuscire a trafiggere la porta avversaria: 481 minuti a secco, o meglio 8 ore e un minuto, che rappresentano il secondo peggior score di sempre nella storia dei Blancos. Il primato, non invidiabile, resta quello della stagione 1984-85, dove i ragazzi con la camiseta blanca restarono senza segnare per 494 minuti.