Morte Reyes, il cugino sopravvissuto: "Eravamo in aria, l'auto stava volando"

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Il cugino del giocatore, unico sopravvissuto all'incidente, ha rivelato alla Guardia Civil nuovi particolari riguardanti la dinamica dello schianto, con l'auto letteralmente decollata e in volo per 30-35 metri

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Unico sopravvissuto nel pauroso incidente stradale costato la vita ad Antonio Reyes, il cugino del giocatore ha fornito alla Guardia Civil altri dettagli riguardo alla dinamica che ha portato l'auto su cui viaggiavano in tre (con loro anche un altro cugino, Jonathan, che ha perso la vita). Accertato che viaggiasse a oltre 220 km/h (secondo la ricostruzione del Mundo Deportivo andava a 237 km/h), Juan Manuel Calderon, ancora in ospedale, ha raccontato gli attimi prima dell'impatto con il guardrail, risultato fatale.

"Non so cos’abbia fatto Josè, non ricordo", le sue parole rilasciate agli agenti e pubblicate su El Mundo; il ragazzo avrebbe raccontato di non essersi accorto dello schianto perché in quel momento stava guardando fuori dal finestrino, finché, dopo aver lasciato il segno di una frenata lungo 90 metri ed essere uscita di strada, l'auto ha distrutto anche una staccionata e un muro di cemento spesso 55 cm. Da brividi, però, un ulteriore dettaglio emerso dal racconto del cugino di Reyes: "Stavamo volando", ha detto, spiegando che l'auto, prima dell'impatto finale, si è letteralmente sollevata da terra. Trenta, forse 35 metri in aria, secondo la ricostruzione; poi lo schianto e i soccorsi, con Juan Manuel sedato per alleviare la sofferenza delle ustioni rimediate nel tentativo di soccorrere i cugini.