Roy Hodgson, ancora tu? Le mille vite del nuovo allenatore del Palace

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Dalla cessione di Roberto Carlos alle eliminazioni precoci con l'Inghilterra. L'allenatore che ha preso il posto di Frank de Boer ha però ottenuto buoni risultati con squadre di medio livello, proprio come il Crystal Palace

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Ha allenato in Inghilterra e in Svezia, in Svizzera e in Italia, in Danimarca, Finlandia e pure negli Emirati. Ha fallito e si è tolto qualche soddisfazione. Poi ha fallito di nuovo. Umano, troppo umano. Roy Hodgson è tornato, malgrado le figuracce e le prese in giro. Ricomincia, a 70 anni, da dove tutto ha avuto origine, il Crystal Palace, il primo club per cui ha giocato. Era la stagione 1965-1966, ma Roy non riuscì mai a mettere piede in prima squadra, trascorrendo il resto della carriera in campionati non professionistici. Meglio gli è andata da allenatore: 19 squadre, tra nazionali e club, prima di sostituire Frank de Boer sulla panchina dei rossoblù di Londra.

Roberto Carlos? Troppo offensivo

Lui e de Boer hanno in comune un’esperienza negativa in Italia, con l’Inter. Da noi Hodgson è ricordato soprattutto come “l’allenatore che ha preferito Pistone a Roberto Carlos”. Non è andata davvero così, ma in effetti l’inglese fu responsabile della cessione del terzino sinistro brasiliano. È stato proprio lui a raccontarlo: “Mi schierava continuamente come attaccante esterno. Io non posso essere una punta, perché sono alto 1 metro e 50. La Copa America era dietro l'angolo, io volevo esserci a tutti i costi e pensai che non sarei stato convocato se avessi continuato a essere impiegato come attaccante. Chiamai Moratti e lo implorai di convincere Hodgson a riportarmi in difesa, Lui mi disse che io spingevo troppo e di solito i terzini in Italia sono più difensivi di me. Allora gli chiesi di essere ceduto e il giorno dopo Capello chiamò Moratti, dicendogli che mi voleva al Real Madrid”.

Un ottimo allenatore medio

Ma fuori dall'Italia la carriera di Hodsgon non è stata priva di soddisfazioni, tutt'altro. Benissimo gli è andata nei Paesi scandinavi: 4 campionati in Svezia e uno in Danimarca. Benissimo anche con la nazionale Svizzera, che riuscì a portare ai Mondiali dopo quasi trent'anni, grazie a un girone di qualificazione in cui perse solo una volta. A Usa '94 la formazione rossocrociata venne eliminata agli ottavi dalla Spagna. In generale, ogni volta che si è trovato sulla panchina di una squadra di medio livello, esattamente come l'odierno Crystal Palace, è riuscito a tirare fuori il meglio dai suoi giocatori. Il modesto Fulham grazie al lui nel 2010 raggiunse un'insperata finale di Europa League, pur perdendola contro l'Atletico Madrid. E anche il suo West Bromwich Albion nel 2012 si piazzò nella prima metà di classifica, centrando un onorevole decimo posto.

Con le grandi solo dolori

Meno bene Hodgson ha fatto con le grandi. L'ottimo lavoro col Fulham gli fece guadagnare la panchina del Liverpool, orfana di Benitez. Riuscì a mangiare il panettone e anche i dolcetti della calza della Befana, ma l'8 gennaio venne esonerato. Dopo il Wba, la nazionale inglese, una squadra ricca di talento ma che da anni non centrava risultati. Euro 2012:fuori ai quarti con l'Italia. Mondiali 2014: fuori ai giorni. Euro 2016: ancora fuori ai gironi, eliminato dall'Islanda, il cui ct fino a pochi mesi prima faceva il dentista part-time. Sul Liverpool Echo si sono chiesti: "Roy Hodgson, il peggiore allenatore della storia del Liverpool, è anche il peggiore allenatore della storia dell'Inghilterra?". Durante l'ultimo Europeo, YouTube si è riempito di clip che lo ritraggono mentre corre goffamente per spiegare i movimenti ai suoi giocatori, non capisce come indossare delle cuffie e dispensa buffe espressioni a tutto spiano. Il sottofondo scelto per una di queste compilation è una cover di “Someone like you” di Adele. Parafrasando il testo della canzone, non so se troveremo qualcuno come te, Roy, ma ti auguriamo solo il meglio. Per la tua nuova avventura al Crystal Palace e quelle che verranno.