Manchester United, maledetta numero 7: solo delusioni dopo Cristiano Ronaldo

Premier League

Momento complicato per i Red Devils di Mourinho a -9 dalla coppia Manchester City-Liverpool. Difficoltà e rimpianti per il Manchester United: dall'addio di Cristiano Ronaldo, i cinque eredi alla maglia numero 7 hanno collezionato solo 34 gol in nove stagioni. E se si trattasse di una maledizione?

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Acque turbolente in casa Manchester United, club protagonista della peggiore partenza di sempre in Premier League. Solo 10 punti in 7 turni per i Red Devils, reduci dallo stop contro il West Ham dopo essere già caduti contro Brighton e Tottenham. Lontano 9 lunghezze dalla coppia di testa, Manchester City e Chelsea, José Mourinho è già uscito di scena in Coppa di Lega per mano del Derby County e rischia l’esonero nel momento più delicato della stagione: contestato dai tifosi nonché ai ferri corti con Paul Pogba, lo Special One convive con il countdown che al prossimo passo falso potrebbe interromperne l’avventura in Inghilterra. Difficoltà e rimpianti per lo United che, come hanno notato i più attenti, non celebra un degno erede di Cristiano Ronaldo dal 2009. Parliamo ovviamente della celebre maglia numero 7, abbandonata dal campionissimo della Juve e indossata in seguito da cinque giocatori tutt’altro che fortunati. Il loro bottino totale recita infatti la pochezza di 34 reti in nove stagioni, niente a che vedere con i 118 centri confezionati da CR7 prima di trasferirsi al Real Madrid.

MICHAEL OWEN

Il primo a ereditarne la maglia numero 7 fu Wonder Boy, Pallone d’Oro nel 2001. Se Cristiano Ronaldo festeggerà in cinque occasioni il titolo assegnato da France Football, Owen si accasò ai Red Devils senza ottenere il gradimento dei tifosi complice il passato al Liverpool. Falcidiato dagli infortuni e coinvolto nella parabola calante della carriera, l’attaccante inglese andrà a segno 17 volte in tre anni. Troppo poco, dite? Pensate che i quattro giocatori seguenti destinati a quella divisa eguaglieranno la stessa cifra.

LUIS ANTONIO VALENCIA

Doverosa premessa: il 33enne ecuadoriano milita tutt’ora nel Manchester United dopo essere arrivato nel 2009. Se il triennio targato Owen con la '7' non lasciò a bocca aperta, chi provò a rievocare i fasti di Best e Ronaldo fu proprio Antonio Valencia nonostante i gradi di terzino. Il risultato? Solo 3 reti all’attivo indossando l’iconica maglia, ecco perché dopo una sola stagione la sua scelta ricadde sulla numero 25. Non si discute il contributo alla causa dei Red Devils: 334 gare disputate con 25 gol segnati.

ÁNGEL DI MARÍA

Rimasta vacante per la stagione 2013/14, la '7' viene adottata dal jolly argentino pagato 75 milioni di euro al Real Madrid. El Fideo non incanta nell’unica annata inglese (4 gol in 32 presenze), Van Gaal non si oppone alla cessione e concede il via libera al PSG (63 milioni che rientrano nelle casse del club). In effetti, forse, bastava pensarci prima: come poteva convincere un "Angelo" nella casa dei "Diavoli Rossi"? Ironia a parte, il flop targato Di Maria non ammette repliche nel suo assaggio di Premier League.

MEMPHIS DEPAY

Van Gaal non ha dubbi e decide di scommettere sul giovane connazionale di scena all’Old Trafford: l’esterno classe 1994 si trasferisce dal Lione per 34 milioni di euro, abbraccia la maglia più prestigiosa del club e prova a imporsi al battesimo nel calcio inglese. Peccato che l’olandese dalla fama da bad boy andrà a collezionare solo 7 centri in 53 partite, saluterà nel 2017 e riuscirà a rilanciarsi nel Lione. Deludente agli ordini di Van Gaal, non pervenuto dall’avvento di Mourinho.

ALEXIS SÁNCHEZ

Nemmeno l’arrivo del Niño Maravilla, acquistato a parametro zero dall’Arsenal nel gennaio 2018, ha sfatato la maledizione della maglia numero 7. Stipendio da venti milioni di sterline per il campione cileno che, dal suo arrivo a Manchester, è andato a segno solo in 3 occasioni su 23 incontri disputati. Troppo presto per azzardare sentenze, certo, tuttavia l’impatto di Sanchez ai Red Devils si è rivelato l’ennesimo flop per i coraggiosi che hanno scelto la casacca più prestigiosa. La domanda sorge spontanea: chi sarà il prossimo a lanciarsi nella sfida più difficile?