Gasperini: il Torino non sa perdere. IL VIDEO DELLA RISSA

Calcio
Un momento della vergognosa rissa che si è scatenata nel finale di Torino-Genoa
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L'allenatore dei rossoblù si scaglia contro i granata, rei di aver scatenato la vergognosa rissa nel finale di Torino-Genoa: ''Se il gemellaggio significa allearsi per danneggiare altri, allora quella è mafia...''. Cairo: ''Thiago Motta ci ha provocato''

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In campo la rissa dopo il ko interno del Toro contro il Genoa, il giorno dopo la divisione delle colpe, le accuse incrociate. Torino-Genoa è finita male. Per colpa di chi? Il tecnico del Genoa ci va giù duro e risponde a Cairo che lo ha accusato di ''non saper vincere'': "Bisogna anche saper perdere. Quando si perde bisogna stare zitti". "Ora tenteranno di direzionare le colpe diversamente - dice a Radio Anch'io Sport - Fino a pochi minuti dalla fine la gara è stata corretta. Poi ci sono le immagini per verificare chi sono i colpevoli. Sono situazioni che non devono ripetersi. Io non sono mai stato 'anti' nessuno, io vivo a Torino... Anzi, le mie dichiarazioni sono state di auguri al Torino se andranno in B, e di prendere esempio da noi, che pochi anni fa eravamo in una condizione peggiore".

Cairo dice che è giusto che il Genoa abbia giocato per vincere... "Ma tra le righe faceva capire che si aspettava un trattamento diverso. Certe volte parte dai vertici la speranza di aggirare le regole. Non c'era nessun tacito accordo, non è stato quello il motivo della rissa. Noi a tre minuti dalla fine eravamo in piena corsa Champions. E poi resta la correttezza dello sport della quale non si vuole tenere conto. Posso capire che la retrocessione sia pesante, ma bisogna anche saper perdere. Quando si perde bisogna stare zitti: c'è sempre un motivo che determina la sconfitta. Il Torino retrocederà in 38 partite, non con noi. Anche se io spero che si salvi".

Cairo dice che Chievo e Bologna non hanno mai tirato in porta. "Chievo-Bologna non l'ho vista - continua Gasperini - ma è chiaro che non si sono dannate l'anima. Ma in passato c'erano addirittura le scommesse dietro le partite. Sono atteggiamenti che vanno combattuti, con l'informazione che deve denunciare queste culture. Si parla di gemellaggio tra noi e il Torino, ma se significa allearsi per danneggiare altri, allora quella è mafia...".

Anche Urbano Cairo è intervenuto a Radio Anch'io Sport: "Mi sono svegliato di prima mattina, sono già a lavoro, quando le cose vanno meno bene bisogna lavorare e impegnarsi di più. Comunque ho detto anche ieri che abbiamo la piccola speranza che domenica siano tutte partite vere, non solo la nostra. Non è mai detta l'ultima parola, la cosa che non è piaciuta ieri è stata sentire certi commenti da parte della Menarini e Di Vaio, cose che nel calcio non dovrebbero esserci. Quando il presidente del Bologna dice che non si sono pestati i piedi... Ho visto le immagini e non c'è stata una parata di entrambi i portieri in Chievo-Bologna. Noi abbiamo perso contro un Genoa che ha giocato come se dovesse vincere lo scudetto. E' giusto che abbiano fatto la propria partita, ma dovrebbe essere così sempre''.

E sulla rissa: ''Non condivido perché sono un non violento, ma le provocazioni di Thiago Motta che zittiva la panchina e aveva un atteggiamento arrogante ha contribuito molto così come il pugno di Olivera a Colombo. Non è giusto alzare le mani, ma non bisogna dare tutte le colpe a una parte sola. Comunque sia a provocare è stato Thiago Motta. Non giustifico e multerò i miei giocatori ma anche qualche altro del Genoa dovrebbe subire lo stesso provvedimento. Abate per esempio ha sbagliato facendosi buttare fuori in quel modo e sarà multato. Bisogna anche saper vincere e ieri non è successo. Gasperini a fine partita ha detto che noi non ci siamo giocati ieri la nostra salvezza, ma perché non pensa al suo quinto posto. L'addio anticipato di Zenga? Forse poteva aspettare una domenica, ma questo non significa che il Catania a Bologna non metterà domenica in campo la squadra migliore. Ci sarà anche la società composta dal presidente Pulvirenti e dal bravo Lo Monaco a vigilare".