Cosmi dopo il colpaccio: Roma battuta con un po' di fortuna
CalcioIl tecnico del Livorno dopo la vittoria dei toscani all'Olimpico: mi mancava questa adrenalina, dico la verità, tutto pensavo tranne quello che poi invece si è verificato... DA MEZZANOTTE GLI HIGHLIGHTS GRATIS SU SKY.it
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L’allenatore del Livorno, Serse Cosmi, ha parlato in esclusiva ai microfoni di SKY. L’intervista è andata in onda nel post partita di Roma-Livorno.
Sulla vittoria nel giorno del ritorno
"Insperata, cioè volevo tornare e c’era un desiderio enorme, però tutto avevo pensato tranne realizzare quello che sembrava non impossibile, perché nel calcio l’impossibile mille volte si è dimostrato che non esiste, però particolarmente difficile. Le premesse non erano felici. Sono stato premiato anche da un pizzico di fortuna che magari i miei predecessori non hanno avuto, bisogna riconoscerlo perché sennò si parla sempre di quello che si fa di buono e si dimentica invece che ci sono stati dei professionisti che hanno lavorato e che magari per tante cose non hanno ottenuto i risultati".
Mancava questa adrenalina della panchina?
"Sì, mancava".
È stato un gesto ingenuo quello del portiere?
"Ingenuo, ma figlio di una situazione di non serenità che ti dà l’ultimo posto. Vai a giocare in campo, però sei troppo nervoso, anche quando vinci. In quel momento aveva la palla in mano, però sono ragazzi. Io capirò loro e molto probabilmente loro capiranno me nel più breve tempo possibile".
Il contatto con Simone Perrotta...
"Mancava poco alla fine, un nostro giocatore aveva buttato fuori la palla, era normale attenderci che la palla fosse restituita. Simone lo conosco e mi è dispiaciuto in maniera particolare, gliel’ho fatto notare. Ho parlato anche con Ranieri e ha detto che avevo ragione. Questo succede sempre in virtù di questa regola-non regola che spesso crea questi equivoci".
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L’allenatore del Livorno, Serse Cosmi, ha parlato in esclusiva ai microfoni di SKY. L’intervista è andata in onda nel post partita di Roma-Livorno.
Sulla vittoria nel giorno del ritorno
"Insperata, cioè volevo tornare e c’era un desiderio enorme, però tutto avevo pensato tranne realizzare quello che sembrava non impossibile, perché nel calcio l’impossibile mille volte si è dimostrato che non esiste, però particolarmente difficile. Le premesse non erano felici. Sono stato premiato anche da un pizzico di fortuna che magari i miei predecessori non hanno avuto, bisogna riconoscerlo perché sennò si parla sempre di quello che si fa di buono e si dimentica invece che ci sono stati dei professionisti che hanno lavorato e che magari per tante cose non hanno ottenuto i risultati".
Mancava questa adrenalina della panchina?
"Sì, mancava".
È stato un gesto ingenuo quello del portiere?
"Ingenuo, ma figlio di una situazione di non serenità che ti dà l’ultimo posto. Vai a giocare in campo, però sei troppo nervoso, anche quando vinci. In quel momento aveva la palla in mano, però sono ragazzi. Io capirò loro e molto probabilmente loro capiranno me nel più breve tempo possibile".
Il contatto con Simone Perrotta...
"Mancava poco alla fine, un nostro giocatore aveva buttato fuori la palla, era normale attenderci che la palla fosse restituita. Simone lo conosco e mi è dispiaciuto in maniera particolare, gliel’ho fatto notare. Ho parlato anche con Ranieri e ha detto che avevo ragione. Questo succede sempre in virtù di questa regola-non regola che spesso crea questi equivoci".