Seedorf sale in cattedra: ora scrive sul "New York Times"
CalcioIl centrocampista del Milan si scopre anche giornalista: ora scrive editoriali e risponde alle domande dei lettori del giornale più letto del mondo. Nella sua rubrica mensile si parla di moviola in campo, fair play e dei prossimi Mondiali in Sudafrica
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di Luca Tommasini
Che Seedorf non fosse un semplice numero 10, ma un'azienda travestita da calciatore, era noto. Adesso però si comincia a perdere il conto delle sue attività al di fuori di Milanello. L'ultima scoperta arriva addirittura dagli Stati Uniti. Seedorf è diventato anche un'editorialista del New York Times. Dal club più titolato al mondo al quotidiano più letto al mondo il passo per Clarence è breve. Anche perché nella sua rubrica mensile si parla di calcio a 360 gradi. Dieci sono le domande a cui risponde l'olandese, accuratamente selezionate tra centinaia di curiosità dei lettori. Proviamo a curiosare nella rubrica di dicembre. Si parla di moviola in campo ("L'unica soluzione - sostiene Seedorf - per evitare episodi come il gol di Henry in Irlanda-Francia") e di fair play, con una considerazione anche sulla rissa di Torino tra Juventus e Inter, che l'olandese definisce "una mancanza di rispetto nei confronti del gioco".
Si dibatte anche sul futuro del calcio europeo: secondo Seedorf si arriverà alla creazione di grande liga tra tutti i più prestigiosi club (un progetto meglio noto come Eurolega). Prima però c'è il mondiale, che Seedorf vivrà da spettatore, anzi da editorialista. "Sulla carta - risponde a chi gli chiede un commento sui gruppi estratti in Sudafrica - il girone dell'Italia è semplice, ma attenzione al Paraguay, che può essere un avversario insidioso (come del resto ha appena ricordato Lippi)". Insomma un Seedorf a tutto campo anche da editorialista. Un po' come nel Milan di Leonardo.
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Che Seedorf non fosse un semplice numero 10, ma un'azienda travestita da calciatore, era noto. Adesso però si comincia a perdere il conto delle sue attività al di fuori di Milanello. L'ultima scoperta arriva addirittura dagli Stati Uniti. Seedorf è diventato anche un'editorialista del New York Times. Dal club più titolato al mondo al quotidiano più letto al mondo il passo per Clarence è breve. Anche perché nella sua rubrica mensile si parla di calcio a 360 gradi. Dieci sono le domande a cui risponde l'olandese, accuratamente selezionate tra centinaia di curiosità dei lettori. Proviamo a curiosare nella rubrica di dicembre. Si parla di moviola in campo ("L'unica soluzione - sostiene Seedorf - per evitare episodi come il gol di Henry in Irlanda-Francia") e di fair play, con una considerazione anche sulla rissa di Torino tra Juventus e Inter, che l'olandese definisce "una mancanza di rispetto nei confronti del gioco".
Si dibatte anche sul futuro del calcio europeo: secondo Seedorf si arriverà alla creazione di grande liga tra tutti i più prestigiosi club (un progetto meglio noto come Eurolega). Prima però c'è il mondiale, che Seedorf vivrà da spettatore, anzi da editorialista. "Sulla carta - risponde a chi gli chiede un commento sui gruppi estratti in Sudafrica - il girone dell'Italia è semplice, ma attenzione al Paraguay, che può essere un avversario insidioso (come del resto ha appena ricordato Lippi)". Insomma un Seedorf a tutto campo anche da editorialista. Un po' come nel Milan di Leonardo.