Droga, al San Paolo si spaccia come a Scampia

Calcio
La Curva A è diventata come Scampia: "E' diventata una delle più fiorenti piazze dello spaccio a Napoli"
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Secondo quanto scritto da 'Il Mattino' la Curva A dello Stadio napoletano sarebbe "diventata una delle più fiorenti piazze dello spaccio a Napoli. A gestire il traffico, sempre più ricco di acquirenti sarebbero i clan della camorra". GUARDA IL VIDEO

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"La cocaina allo stadio. Dosi vendute a buon mercato: 20 euro a 'pallino' (un quarto di grammo) esattamente come avviene tra le 'vele' di Scampia o nei vicoli di  Forcella. La Curva A dello stadio San Paolo è diventata una delle più fiorenti piazze dello spaccio a Napoli". La notizia che nella curva A dello stadio San Paolo si spaccia droga è apparsa nell'edizione andata oggi in edicola del quotidiano 'Il Mattino' di Napoli. Il cronista di giudiziaria Giuseppe Grimaldi spiega nel suo  articolo che "sono i clan della camorra a gestire il traffico, sempre più ricco di acquirenti". Con 'soli' 20 euro, il prezzo del biglietto di curva, si può anche sniffare la polvere bianca prima che inizi la partita se, poi gli animi si accendono, dentro e fuori lo stadio sempre dagli stessi settori, curva A in particolar modo ma anche la  curva B, uno dei motivi è proprio questo: l'assunzione di droga sulle gradinate.

L'articolo è anche il frutto di indiscrezioni trapelate da  fonti investigative che "indicano come lo spaccio di sostanze stupefacenti sia diventato il business preferito da quella parte di camorra - spiega 'Il Mattino' - che ama il calcio e nutre i suoi ultrà della domenicale dose di droga". Secondo 'Il Mattino', "Napoli non detiene un particolare palmares: accade anche in molti altri stadi italiani solo che dietro il tifo organizzato del San Paolo c'è la camorra". Nell'ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pool di pm della Procura che hanno ottenuto i quattro arresti per le violenze  commesse durante alcune partite "c'é la ricostruzione di ciò che il San Paolo è diventato dopo la metà degli anni '90". Rivelazioni importanti sono venute da un pentito di camorra: Emiliano Zapata Misso, nipote del boss della Sanità Giuseppe Misso. Emiliano Zapata  Misso, collaboratore di giustizia, avrebbe dichiarato che "del gruppo della Masseria Cardone facevano parte esponenti del gruppo dei Licciardi tra i quali Ettore Boschi, figlio del boss Patrizio".