Inter, pazza idea: e se adesso puntasse al pareggio?

Calcio
Chissà se Mourinho sarebbe disposto a barattare un titulo in cambio di un altro...
mourinho

Una provocazione bella e buona. O il frutto di un ragionamento terribilmente razionale. Da un lato lo Scudetto, per il quale potrebbero non essere sufficienti cinque vittorie, dall'altro la Champions, che si può conquistare anche senza vincere mai...

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di Vanni Spinella

E se, per una volta, l'Inter puntasse ad accontentarsi? Impensabile, per Mourinho. Inammissibile, per una squadra che quando non riesce a vincere manda in campo il tridente più Sneijder più Balotelli. Lo "Special One" è uno che ama rischiare, uno da "tutto o niente". Non è uomo da compromessi.
Eppure, stavolta, puntare al pareggio potrebbe rivelarsi la strategia vincente, per i nerazzurri.
Specialmente adesso che lo spettro del "niente" inizia a materializzarsi sul serio, si potrebbe anche considerare l’ipotesi di fermarsi e fare due calcoli. Razionali, a tavolino.
Analizziamo i fatti: un'intera stagione condotta sognando i tre tituli, il clamoroso "triplete" in stile Barcellona. "Tutto", appunto. Poi il crollo.
E adesso, sembra paradossale, ma la tanto ambita Champions è diventata quasi più semplice da conquistare dello scudetto. "Semplice" resta comunque un parolone: la coppa con le grandi orecchie va prima strappata dalle mani di Messi e compagni in un doppio confronto da incubo, e poi ce la si gioca in finale. Eppure, si può fare.

Mourinho è a un bivio: da un lato, cinque partite, quelle di campionato, che se dovessero fruttare cinque vittorie non assicurerebbero il titulo. Perché per la prima volta l’Inter è dietro, e si trova a pronunciare frasi che ha ascoltato per anni: "Dipende solo dagli altri", "E' tutto nelle loro mani". Cinque gare, cinque vittorie, un titulo tutt'altro che scontato.
L’altra strada è quella della Coppa, o meglio, delle coppe. Qui il Milan insegna: la Champions si può vincere anche senza vincere. Bastano tre pareggi, tre miseri pareggi e un po' di fortuna. Pari senza subire reti a San Siro contro il Barcellona, pari con gol al Camp Nou, pari in finale, e biglietto vincente alla lotteria dei rigori, naturalmente.
I nerazzurri ne sanno qualcosa, eliminati dal Milan nella semifinale del 2003 a causa della regola del gol in trasferta, che poi trasferta neanche era, dato che sempre a Milano si giocava. Poi la finale: Milan-Juve 0-0, Dida para i rigori, Sheva (quello senza gli occhi della paura) lo segna e via, con Maldini che solleva la Coppa.
Aggiungiamoci che, con un pareggio in finale, si potrebbe portare a casa pure la Coppa Italia. Due tituli senza vincere neanche una gara su 4.

Ecco il bivio: cinque partite da una parte, da vincere assolutamente per non avere la certezza di vincere. Quattro dall'altra che si possono anche pareggiare, per portare a casa due trofei.
A questo punto, la provocazione è lanciata: la strategia potrebbe essere quella di dosare le energie, o meglio, indirizzarle. Lasciare il campionato alla Roma e puntare a pareggiare contro gli extraterrestri. Roba da matti? La Pazza Inter è capace di farci un pensierino.
L'unico che avrebbe problemi ad accettare un simile ragionamento è Mourinho.
José, si sa, è uno che non s'accontenta. Il rischio, però, è che non goda.

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