Il gip Guido Salvini dovrebbe decidere se scarcerare, tra gli altri, il capitano della Lazio e l'ex genoano. Entrambi sembrano non aver convinto gli inquirenti con le loro spiegazioni e accertare quanto hanno raccontato richiederà tempo
Lunedì con tutta probabilità si conoscerà la sorte dei calciatori arrestati nell'ultima fase dell'inchiesta 'Last bet' della Procura di Cremona. Il gip Guido Salvini dopodomani dovrebbe appunto decidere se scarcerare, tra gli altri, il capitano della Lazio Stefano Mauri e l'ex genoano Omar Milanetto. Entrambi sembrano non aver convinto gli inquirenti con le loro spiegazioni e accertare quanto hanno raccontato richiederà qualche tempo per i riscontri.
Il legale di Aureli: "Mauri puntava su tennis e Nba" - "Il capitano della Lazio, Stefano Mauri, temendo di compromettere la propria reputazione e immagine pubblica passando per uno scommettitore, richiese al suo amico Luca Aureli di giocare sull'Nba e sul tennis presso la sua sala scommesse di Roma in assoluta riservatezza. A tale scopo Mauri ricevette da Luca Aureli una sim acquistata dalla propria compagna, Samanta Romano". Lo scrive in una nota l'avvocato Simone Colangeli, difensore di Luca Aureli. "Appare ovvia la circostanza che, qualora vi fossero state delle finalità illecite, Luca Aureli non avrebbe mai consegnato una sim intestata alla sua compagna e quindi a lui immediatamente riconducibile - continua Colangeli - I contatti telefonici con il capitano della Lazio sono sempre stati frequenti e assidui in quanto Aureli è legato a lui da forte amicizia e pertanto risulta totalmente estraneo a partite combinate e nega ogni rapporto con gli 'zingari', evidenziando come non si siano verificati flussi anomali di giocate presso la propria agenzia di scommesse".
Pellicori: rifiutate le proposte di combine - Nella giornata di venerdì sono stati sentiti gli ultimi destinatari dell'ordine di custodia cautelare in carcere. Alessandro Pellicori, attualmente svincolato dagli inglesi Queen Park Rangers ha sostanzialmente detto di aver ricevuto proposte di taroccare partite dal pentito Carlo Gervasoni, ma di averle rifiutate. Ebbe un attimo di cedimento quando fu trasferito al Torino. Qui aveva problemi economici perché aveva bisogno di denaro per la casa. Si rimise in contatto con Gervasoni ma, anche in quell'occasione, ci ripensò (al calciatore è contestata anche la combine di Siena-Torino).
Gritti: minacciati dagli zingari - Ha avuto risvolti drammatici, invece, l'interrogatorio di Matteo Gritti, ex portiere del Bellinzona. E' scoppiato in lacrime quando ha ricordato le minacce dello zingaro Ilievski che disse: "Se non lo fate vi spariamo alle gambe". Le minacce erano rivolte a lui e all'allenatore in seconda del Bellinzona, Ragini. Gritti ha ripercorso la 'genesi' della vicenda del calcioscommesse, e del modus operandi che nasce proprio nella Confederazione elvetica, prima di diffondersi a macchia d'olio in Italia. Era stato il capo degli zingari, Almir Gegic, che allora giocava in Svizzera, a fargli conoscere il macedone Ilievski. Gli proposero di taroccare partite in Svizzera. Per l'Italia Gritti presentò loro Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni che poi si dimostrarono iperattivi nel gestire le scommesse illecite.
Non ha risposto Bertani - Si è avvalso della facoltà di non rispondere, invece, il sampdoriano Cristian Bertani. "Preferisce analizzare tutta la corposa documentazione dell'inchiesta - hanno spiegato i suoi legali -. E' tranquillo, per quanto possibile; è però preoccupato per la sua famiglia".
L'interrogatorio di Ragone - Per ultimo è stato interrogato il commercialista Daniele Ragone, ai domiciliari, accusato di riciclaggio con l'ex bomber azzurro Beppe Signori.
Dalle carte dell'inchiesta, nel frattempo, emergono altri particolari del vorticoso giro di denaro nel mondo delle scommesse clandestine. Persino un tentativo della criminalità organizzata di acquistare la squadra dell'Alessandria. I personaggi che gravitavano nell'orbita del bosniaco Altic, amico del genoano Beppe Sculli, secondo gli investigatori, pur coinvolti in attività delinquenziali di ordinario e normale impatto sociale, hanno mostrato un interesse rilevante, diretto e personale nelle attività illecite poste in essere, i cui ricavi e profitti venivano reinvestiti anche per finanziare, per fini eminentemente speculativi, attività che coinvolgessero il mondo del calcio in generale.
Il legale di Aureli: "Mauri puntava su tennis e Nba" - "Il capitano della Lazio, Stefano Mauri, temendo di compromettere la propria reputazione e immagine pubblica passando per uno scommettitore, richiese al suo amico Luca Aureli di giocare sull'Nba e sul tennis presso la sua sala scommesse di Roma in assoluta riservatezza. A tale scopo Mauri ricevette da Luca Aureli una sim acquistata dalla propria compagna, Samanta Romano". Lo scrive in una nota l'avvocato Simone Colangeli, difensore di Luca Aureli. "Appare ovvia la circostanza che, qualora vi fossero state delle finalità illecite, Luca Aureli non avrebbe mai consegnato una sim intestata alla sua compagna e quindi a lui immediatamente riconducibile - continua Colangeli - I contatti telefonici con il capitano della Lazio sono sempre stati frequenti e assidui in quanto Aureli è legato a lui da forte amicizia e pertanto risulta totalmente estraneo a partite combinate e nega ogni rapporto con gli 'zingari', evidenziando come non si siano verificati flussi anomali di giocate presso la propria agenzia di scommesse".
Pellicori: rifiutate le proposte di combine - Nella giornata di venerdì sono stati sentiti gli ultimi destinatari dell'ordine di custodia cautelare in carcere. Alessandro Pellicori, attualmente svincolato dagli inglesi Queen Park Rangers ha sostanzialmente detto di aver ricevuto proposte di taroccare partite dal pentito Carlo Gervasoni, ma di averle rifiutate. Ebbe un attimo di cedimento quando fu trasferito al Torino. Qui aveva problemi economici perché aveva bisogno di denaro per la casa. Si rimise in contatto con Gervasoni ma, anche in quell'occasione, ci ripensò (al calciatore è contestata anche la combine di Siena-Torino).
Gritti: minacciati dagli zingari - Ha avuto risvolti drammatici, invece, l'interrogatorio di Matteo Gritti, ex portiere del Bellinzona. E' scoppiato in lacrime quando ha ricordato le minacce dello zingaro Ilievski che disse: "Se non lo fate vi spariamo alle gambe". Le minacce erano rivolte a lui e all'allenatore in seconda del Bellinzona, Ragini. Gritti ha ripercorso la 'genesi' della vicenda del calcioscommesse, e del modus operandi che nasce proprio nella Confederazione elvetica, prima di diffondersi a macchia d'olio in Italia. Era stato il capo degli zingari, Almir Gegic, che allora giocava in Svizzera, a fargli conoscere il macedone Ilievski. Gli proposero di taroccare partite in Svizzera. Per l'Italia Gritti presentò loro Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni che poi si dimostrarono iperattivi nel gestire le scommesse illecite.
Non ha risposto Bertani - Si è avvalso della facoltà di non rispondere, invece, il sampdoriano Cristian Bertani. "Preferisce analizzare tutta la corposa documentazione dell'inchiesta - hanno spiegato i suoi legali -. E' tranquillo, per quanto possibile; è però preoccupato per la sua famiglia".
L'interrogatorio di Ragone - Per ultimo è stato interrogato il commercialista Daniele Ragone, ai domiciliari, accusato di riciclaggio con l'ex bomber azzurro Beppe Signori.
Dalle carte dell'inchiesta, nel frattempo, emergono altri particolari del vorticoso giro di denaro nel mondo delle scommesse clandestine. Persino un tentativo della criminalità organizzata di acquistare la squadra dell'Alessandria. I personaggi che gravitavano nell'orbita del bosniaco Altic, amico del genoano Beppe Sculli, secondo gli investigatori, pur coinvolti in attività delinquenziali di ordinario e normale impatto sociale, hanno mostrato un interesse rilevante, diretto e personale nelle attività illecite poste in essere, i cui ricavi e profitti venivano reinvestiti anche per finanziare, per fini eminentemente speculativi, attività che coinvolgessero il mondo del calcio in generale.