Stridono le immagini della festa all'interno degli stadi e delle manifestazioni in strada. L'appello del presidente Rousseff sembra essere caduto nel vuoto. A Belo Horizonte notte di incidenti con 25 feriti e 22 arresti
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Il paradiso e l'inferno, quasi un manifesto delle contraddizioni del Brasile. La festa, dentro gli stadi, per un torneo che celebra il nuovo idolo, quel Neymar che ha appena scelto la strada dell'emigrazione, la protesta tutt'altro che pacifica nelle città, al di là del cordone che la presidentessa ha ordinato di erigere intorno agli impianti appena rifatti in vista del grande appuntamento fissato tra dodici mesi. E' quasi impossibile arrendersi all'evidenza che le immagini di festa all'interno interno degli stadi e quelle di protesta si riferiscano alla stessa manifestazione, vista da due angoli diversi, anzi opposti. Ieri a Salvador, un'ora dopo la fine di Brasile-Italia, sembrava essere finiti in un'altra realtà: negozi saccheggiati, fermate dei bus assaltate, la reazione annunciata della polizia.
La Confederations è al tempo stesso il motivo della festa e quello del confronto duro, durissimo dello Stato con un'altra massa che protesta per i fondi destinati all'ammodernamento degli stadi, ai lavori sempre legati ai grandi eventi. Nessuna partita viene disertata, Brasile-Italia e Spagna-Tahiti vivono lo stesso entusiasmo popolare, espressione di quella devozione verso il pallone che è quasi religione.
Eppure sono milioni anche i brasiliani che da giorni puntualmente si radunano per esporre cartelli scritti in inglese, perché tutto il mondo conosca le ragioni della protesta. Non basta aver quasi raggiunto la piena occupazione, non basta avere un Pil in crescita, mentre l'Europa è in depressione. Protesta chi ha un lavoro, chi vive lontano dai grandi quartieri residenziali, ma anche lontano dalle favelas. Il palcoscenico è ideale per dar voce a chi si sente tradito. Le promesse seguite al vertice d'emergenza di venerdì evidentemente non sono state giudicate ancora sufficienti: e allora tutti di nuovo in piazza, anche se stavolta la reazione degli agenti si annuncia più dura. E questo è un rischio ulteriore di degenerazione. La paura, il terrore continuano. E pure la festa.
Arresti a Belo Horizonte - E' di 25 feriti, tra cui cinque poliziotti, e 22 arresti il bilancio degli scontri nella notte a Belo Horizonte, in Brasile, dove si è giocata la partita di calcio Giappone-Messico. Nonostante l'appello alla calma della presidente brasiliana, Dilma Rousseff, le proteste contro gli sprechi legati ai mondiali di calcio e l'insufficienza dei servizi pubblici sono proseguite in una ventina di città anche se con una partecipazione inferiore.
La Confederations è al tempo stesso il motivo della festa e quello del confronto duro, durissimo dello Stato con un'altra massa che protesta per i fondi destinati all'ammodernamento degli stadi, ai lavori sempre legati ai grandi eventi. Nessuna partita viene disertata, Brasile-Italia e Spagna-Tahiti vivono lo stesso entusiasmo popolare, espressione di quella devozione verso il pallone che è quasi religione.
Eppure sono milioni anche i brasiliani che da giorni puntualmente si radunano per esporre cartelli scritti in inglese, perché tutto il mondo conosca le ragioni della protesta. Non basta aver quasi raggiunto la piena occupazione, non basta avere un Pil in crescita, mentre l'Europa è in depressione. Protesta chi ha un lavoro, chi vive lontano dai grandi quartieri residenziali, ma anche lontano dalle favelas. Il palcoscenico è ideale per dar voce a chi si sente tradito. Le promesse seguite al vertice d'emergenza di venerdì evidentemente non sono state giudicate ancora sufficienti: e allora tutti di nuovo in piazza, anche se stavolta la reazione degli agenti si annuncia più dura. E questo è un rischio ulteriore di degenerazione. La paura, il terrore continuano. E pure la festa.
Arresti a Belo Horizonte - E' di 25 feriti, tra cui cinque poliziotti, e 22 arresti il bilancio degli scontri nella notte a Belo Horizonte, in Brasile, dove si è giocata la partita di calcio Giappone-Messico. Nonostante l'appello alla calma della presidente brasiliana, Dilma Rousseff, le proteste contro gli sprechi legati ai mondiali di calcio e l'insufficienza dei servizi pubblici sono proseguite in una ventina di città anche se con una partecipazione inferiore.