Genova per chi... Se al derby mancano i genovesi
CalcioIL DERBY. In Sampdoria-Genoa, in programma alle 20.45, neanche un calciatore nato all'ombra della Lanterna sarà in campo. C'è ben poco di ligure nella stracittadina più "precoce" della storia
di Roberto Brambilla
Quel posto dove andiamo/ che ben sicuri mai non siamo /non c'inghiotte e non torniamo più. Così l'astigiano Paolo Conte, nella sua canzone più celebre "Genova per noi", parlava del capoluogo ligure. Ma ad essere stati “mangiati” dalla città della Lanterna non sono quelli che arrivano da fuori, ma quelli, in questo caso i calciatori, originari proprio di Genova e provincia. Nel derby di questa sera al Luigi Ferraris infatti non ci sarà in campo nemmeno un calciatore "indigeno".
Genoa, di nome ma non di fatto - La squadra di Fabio Liverani porta il nome della città ma ha l'aspetto di una multinazionale, soprattutto dopo gli ultimi giorni di mercato che hanno portato alla corte del presidente Enrico Preziosi gli argentini Bizzarri e Centuriòn, il greco Fetfatzidis e il romeno Stoian. Una squadra che ha nella rosa tra gli altri un italo-iraniano (Rafati) e un ghanese (Cofie) ma nelle prime due giornate con un'ossatura italiana. Il veneto Perin come portiere, il romano Portanova come difensore centrale, il napoletano Francesco Lodi a centrocampo e a guidare l'attacco il biellese Alberto Gilardino. Che geograficamente è il più “genovese”, essendo Biella a meno di 150 chilometri dal capoluogo ligure.
Sampdoria: proprietà genovese e rosa multinazionale - Dalle parti di Bogliasco di ligure c'è soprattutto la famiglia Garrone. Edoardo, il presidente figlio di Riccardo è l'ultimo erede di una dinastia industriale legata a doppio filo alla città. Ma in campo Genova quasi non si vede. Con un portiere brasiliano Da Costa, un capitano Gastaldello nato in provincia di Padova, il centrocampo affidato a un serbo (Kristicic) e a uno spagnolo (Obiang) e l'attacco composto dal bergamasco Gabbiadini e dal brasiliano Eder. Più il veterano Palombo, rilanciato da Delio Rossi, genovese d'azione ma nato a Ferentino, in provincia di Frosinone.
Fiorillo, la "genovesità" in panca - Non ci saranno genovesi in campo, ma uno tra le riserve. E' il sampdoriano Vincenzo Fiorillo, "secondo" del titolare Da Costa. Il 23enne non è solo nato a Genova ma proviene da Oregina uno dei quartieri popolari del capoluogo. E dopo essere cresciuto nella società della sua zona è passato alla Sampdoria, dove è arrivato fino alla prima squadra. Esordio nel 2008 contro la Reggina e ritorno definitivo nell'estate 2013 dopo stagioni in prestito a Spezia e Livorno.
C'erano una volta Pruzzo e Chiesa - Se nel presente i genovesi mancano all'appello nel passato gli “indigeni” il derby della Lanterna l'hanno giocato e a volte sono stati anche protagonisti. Dalla parte del Grifone Sebino Nela, Stefano Eranio (autore anche di un gol nel 1990) e soprattutto Roberto Pruzzo, il re di Crocefieschi, dal nome del paese sull'Appenino Ligure in cui è nato. Il futuro bomber della Roma, nel 1977 firmò in maglia Genoa la vittoria 2-1 in un derby di ritorno che segnò mezza retrocessione dei blucerchiati. Dalla parte della Doria il difensore Marco Lanna (una delle firme in uno storico 4-1 della Samp), ma soprattutto Enrico Chiesa, attuale allenatore della Primavera, una sola presenza nella stracittadina, ma zero reti nel 1995-1996.
Quel posto dove andiamo/ che ben sicuri mai non siamo /non c'inghiotte e non torniamo più. Così l'astigiano Paolo Conte, nella sua canzone più celebre "Genova per noi", parlava del capoluogo ligure. Ma ad essere stati “mangiati” dalla città della Lanterna non sono quelli che arrivano da fuori, ma quelli, in questo caso i calciatori, originari proprio di Genova e provincia. Nel derby di questa sera al Luigi Ferraris infatti non ci sarà in campo nemmeno un calciatore "indigeno".
Genoa, di nome ma non di fatto - La squadra di Fabio Liverani porta il nome della città ma ha l'aspetto di una multinazionale, soprattutto dopo gli ultimi giorni di mercato che hanno portato alla corte del presidente Enrico Preziosi gli argentini Bizzarri e Centuriòn, il greco Fetfatzidis e il romeno Stoian. Una squadra che ha nella rosa tra gli altri un italo-iraniano (Rafati) e un ghanese (Cofie) ma nelle prime due giornate con un'ossatura italiana. Il veneto Perin come portiere, il romano Portanova come difensore centrale, il napoletano Francesco Lodi a centrocampo e a guidare l'attacco il biellese Alberto Gilardino. Che geograficamente è il più “genovese”, essendo Biella a meno di 150 chilometri dal capoluogo ligure.
Sampdoria: proprietà genovese e rosa multinazionale - Dalle parti di Bogliasco di ligure c'è soprattutto la famiglia Garrone. Edoardo, il presidente figlio di Riccardo è l'ultimo erede di una dinastia industriale legata a doppio filo alla città. Ma in campo Genova quasi non si vede. Con un portiere brasiliano Da Costa, un capitano Gastaldello nato in provincia di Padova, il centrocampo affidato a un serbo (Kristicic) e a uno spagnolo (Obiang) e l'attacco composto dal bergamasco Gabbiadini e dal brasiliano Eder. Più il veterano Palombo, rilanciato da Delio Rossi, genovese d'azione ma nato a Ferentino, in provincia di Frosinone.
Fiorillo, la "genovesità" in panca - Non ci saranno genovesi in campo, ma uno tra le riserve. E' il sampdoriano Vincenzo Fiorillo, "secondo" del titolare Da Costa. Il 23enne non è solo nato a Genova ma proviene da Oregina uno dei quartieri popolari del capoluogo. E dopo essere cresciuto nella società della sua zona è passato alla Sampdoria, dove è arrivato fino alla prima squadra. Esordio nel 2008 contro la Reggina e ritorno definitivo nell'estate 2013 dopo stagioni in prestito a Spezia e Livorno.
C'erano una volta Pruzzo e Chiesa - Se nel presente i genovesi mancano all'appello nel passato gli “indigeni” il derby della Lanterna l'hanno giocato e a volte sono stati anche protagonisti. Dalla parte del Grifone Sebino Nela, Stefano Eranio (autore anche di un gol nel 1990) e soprattutto Roberto Pruzzo, il re di Crocefieschi, dal nome del paese sull'Appenino Ligure in cui è nato. Il futuro bomber della Roma, nel 1977 firmò in maglia Genoa la vittoria 2-1 in un derby di ritorno che segnò mezza retrocessione dei blucerchiati. Dalla parte della Doria il difensore Marco Lanna (una delle firme in uno storico 4-1 della Samp), ma soprattutto Enrico Chiesa, attuale allenatore della Primavera, una sola presenza nella stracittadina, ma zero reti nel 1995-1996.