Chi sale e chi scende: il confronto con la classifica di un anno fa

Calcio

Vanni Spinella

Paulo Sousa ha fatto decollare la Fiorentina: +11 rispetto a un anno fa. Tra chi ha perso più punti, Gasperini: -7
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Piccolo bilancio giunti alla 12.a giornata di campionato: nella scorsa stagione la Juventus stava già volando, in coda c'erano Cesena e Parma poi retrocesse. Paulo Sousa ha portato alla Fiorentina 11 punti in più, crollo per Genoa e Verona. Il Palermo e Iachini? 14 punti come un anno fa

In estate, Roberto Mancini chiese 10 giornate di tempo prima di esprimere giudizi sulla sua nuova Inter. Giunti alla dodicesima, quindi più o meno a un terzo del campionato, lo ritroviamo primo in classifica, con la miglior difesa e 10 punti in più di un anno fa quando, proprio in corrispondenza di questa giornata, prendeva il posto di Mazzarri iniziando la sua avventura nerazzurra con un 1-1 nel derby.

 

Il salto in alto dell’Inter, così come quello “alla Fosbury” della Juventus, sono i due dati che balzano maggiormente all’occhio confrontando le due classifiche, quella attuale e quella dello scorso campionato, giunti alla 12.a giornata. Ma, analizzando i freddi numeri a fondo, cosa è cambiato in un anno? E quanto sa essere predittiva una classifica dopo un terzo di campionato?

 

La testa si fa in 4 - Del maggiore equilibrio dell’attuale Serie A si è detto e scritto tanto: le prime 4 squadre raccolte in due punti, mentre un anno fa ce n’erano 3 tra la prima (Juventus, 31 punti, 4 in più di Inter e Fiorentina oggi) e la Roma, seconda. Si procede un po’ più piano, dunque, in testa.  

Merita una considerazione la questione gol: a parte il caso più unico che raro dell’Inter capolista con 12 reti fatte (un anno fa il Parma ultimo ne aveva segnate 14), il miglior attacco è quello della Roma con 27 (+6  rispetto al 2014/2015). Un anno fa Tevez e compagni erano a quota 28, con alle spalle la porta di Buffon battuta solo 4 volte (l’Inter, miglior difesa, ne ha presi 7). Insomma: nella scorsa stagione, a un terzo del cammino, la Juventus aveva già dato segnali abbastanza chiari sul ritmo che voleva imprimere alla corsa scudetto.

 

9 ieri e oggi - Piccola parentesi sui marcatori. I bianconeri erano forti di un Tevez capocanonniere a quota 9 gol, gli stessi di Higuain ed Eder oggi (ma né Napoli né Samp sono in vetta). Callejon era la sorpresa di inizio stagione (8 reti in 12 gare, ma chiuderà la stagione a quota 11) insieme a Honda (6 gol). Dybala cambia maglia ma resta a 5. Capocannonieri alla fine furono Icardi (che era a quota 7) e Toni, protagonista di una rimonta straordinaria: dopo 12 giornate aveva segnato appena 3 reti, di cui 2 su rigore.

 

C'era una volta il Parma - Se i numeri, oggi, non consentono di fare previsioni per quel che riguarda la testa, è ben diverso il discorso in coda. Un anno fa chiudevano Chievo (9 punti), Cesena (8) e Parma (6). Le ultime due, in effetti, a fine campionato scesero in B. Con loro il Cagliari, che alla 12.a giornata era quintultimo: nelle successive 4 di campionato, tre sconfitte e un pari (con il Parma) costarono la panchina a Zeman e in un certo senso indirizzarono il cammino dei rossoblu. Oggi, a quota 6, i vagoni di coda si chiamano Carpi e Verona. Situazione preoccupante soprattutto per la squadra di Mandorlini, che non ha ancora vinto una partita: 25 i precedenti simili nella storia del campionato, solo in 3 casi ci fu il lieto fine con la salvezza.

 

14 punti: bene o male? Detto del +10 dell’Inter, va registrato il crollo della genovesi (Samp quarta e Genoa quinto, un anno fa): 5 punti in meno per i blucerchiati, -7 per Gasperini. Stabili le romane (-2 la Roma, -1 la Lazio), Mihajlovic leggermente meglio di Inzaghi (20 punti contro 18).

Paulo Sousa porta alla Fiorentina  un +11 (nessuno meglio dei viola), l’Atalanta è a +8, Di Francesco si migliora di 7 punti: sono i tre piccoli miracoli della nuova stagione. Udinese (-6) e Verona (-8) tra le delusioni. Curioso il caso del Palermo che con 14 punti, un anno fa, celebrava Iachini e la sua formula magica, e con 14 punti (ma senza Dybala), oggi, lo esonera. Mai fidarsi dei numeri.