Confederations Cup, CR7 sfida tutti. Anche i tabù

Calcio

Domenico Motisi

Il Pallone d'Oro portoghese punta a vincere un'altra competizione con la sua nazionale (Getty)
Cristiano_Ronaldo_Portugal

Il fuoriclasse del Portogallo è la stella della manifestazione che si svolgerà in Russia (diretta esclusiva sui canali di Sky Sport e Sky Calcio). Una competizione che però non porta molta fortuna: chi solleva questo trofeo, infatti, non ha mai vinto il Mondiale l’anno successivo

Portogallo e Germania, sicuri di voler vincere la Confederations Cup? Dando un’occhiata alle convocazioni, i tedeschi sembrano molto più “superstiziosi” dei campioni d’Europa in carica. Forse Joachim Loew conosce la “maledizione” che gli impedirebbe di bissare nel 2018 il titolo vinto in Brasile al Mondiale del 2014 e ha lasciato a casa tutti i big. Al contrario, Fernando Santos ha portato con sé le sue star a partire da Cristiano Ronaldo e dal nuovo acquisto del Milan André Silva. Oltre a Germania e Portogallo, ci saranno il Cile (vincitore della Coppa America), il Messico (vincitore della Concacaf gold cup), l’Australia (che ha vinto la Coppa d’Asia), la Nuova Zelanda (campione d’Oceania), la Russia padrone di casa visto che ospiterà la prossima Coppa del mondo e il Camerun. I “Leoni indomabili” sono stati gli ultimi a qualificarsi visto che hanno vinto la Coppa d’Africa lo scorso mese di febbraio. La nazionale camerunense torna a disputare la Confederations Cup dopo 14 anni, quando il centrocampista Marc Vivien Foe morì in seguito ad un malore durante la semifinale contro la Colombia. 

La Re Fahd Cup

Quella che oggi chiamiamo Confederations Cup in realtà non è nata con questo nome e questa formula. La prima edizione, iniziata il 15 ottobre 1992, prende il nome di Re Fahd Cup. Re Fahd è stato il quinto sovrano dell’Arabia Saudita (1982-2005), un grande appassionato di calcio che diede vita a questa competizione per festeggiare la seconda vittoria in Coppa d’Asia della sua nazionale. Il Re invitò la Germania, campione del mondo in Italia nel 1990, la Danimarca, fresca campione d’Europa, l’Australia, campione d’Oceania, gli Stati Uniti campioni del Nord America, l’Argentina, che aveva vinto la Coppa America e la Costa d’Avorio, campione d’Africa. Germania, Australia e Danimarca rifiutano l’invito, così la competizione si svolse con sole quattro squadre. A vincere fu l’Argentina in finale contro i padroni di casa dell’Arabia Saudita.La Re Fahd Cup.

Il passaggio alla Confederations Cup

Come avvenne in occasione delle Re Fahd Cup del 1992 e del 1995, anche nel 1997 la manifestazione si svolse a Riyad, in Arabia Saudita. Tuttavia, essendo la prima edizione ufficialmente organizzata dalla Fifa, il torneo cambia nome e diventa Confederations Cup. Il concetto rimane quello di un torneo a cui partecipano tutte le squadre che hanno vinto l’ultimo trofeo continentale, più i campioni del mondo in carica (che nel 1997 erano i brasiliani, vincitori del Mondiale a Pasadena contro l’Italia) e la squadra che ospita la manifestazione. In questo caso, una sola defezione: la Germania campione d’Europa in Inghilterra nel 1996 rinuncia ed è la Repubblica Ceca (finalista perdente) a partecipare. A vincere fu lo strepitoso team verdeoro che in finale battè l’Australia per 6-0 con le triplette di Ronaldo e Romario

La maledizione

Dal 1992 al 2005, la Confederations Cup ha sempre avuto una cadenza biennale. Arabia Saudita (’92, ’95 e ’97), Messico (’99), Corea e Giappone (’01), Francia (’03), Germania (’05), Sudafrica (’09) e Brasile (’13) sono state le sedi della manifestazione che dal 2005, invece, si svolge ogni quattro anni: esattamente la stagione che precede il Mondiale. Quella del 2017 in Russia è la decima edizione di un torneo che ha nel suo albo d’oro nazionali importanti come Brasile (quattro volte campione), Francia (due successi) e Argentina. Tuttavia, la Confederations Cup ha una caratteristica particolare che la rende una competizione “maledetta”. Chi vince questo torneo, infatti, non ha mai sollevato la successiva Coppa del mondo. È successo all’Albiceleste, che nel 1994 perse ai quarti nel Mondiale americano, al Brasile che dopo aver vinto le edizioni del 1997, 2005, 2009 e 2013 non ha mai confermato il successo al Mondiale nell’anno dopo, ed è successo anche alla Francia che vinse l’edizione del 2001 per poi essere eliminata – da campione del mondo in carica – durante fase a gironi in Corea e Giappone 2002. 

Quanti talenti esplosi in Confederations Cup

Denilson, Ronaldinho, Pires, Henry, Adriano, Kakà, Neymar: sono i vincitori del premio di miglior giocatore della competizione dal 1997 al 2013. Alcuni di loro erano già piuttosto affermati (come Henry nel 2003 o Kakà nel 2009) altri, invece, si sono fatti conoscere proprio durante questa manifestazione. Ronaldinho, per esempio, non era neppure un ventenne quando nel 1999 incantò in Messico con la maglia verdeoro diventando il capocannoniere del torneo. Lo stesso Adriano dimostrò in Confederations Cup nel 2005 di essere (in quel momento) uno degli attaccanti più forti del mondo. In Germania nella finale contro l’Argentina, l’ex Inter giocò una partita spaventosa segnando una doppietta memorabile. Chi sarà il prossimo? Fuoriclasse già celebrati come Cristiano Ronaldo e Alexis Sánchez o una nuova promessa come André Silva o Leroy Sané