Marani: "Italia grande in Europa, azzurri piccoli nel mondo. Allegri? Sottostimato, meglio di Mourinho"

Calcio

Matteo Marani

Perchè un paese che riesce a portare sei squadre su sei alla seconda fase in Europa non è riuscita a battere la piccola Svezia? In Italia i grandi club non esistono in una rappresentazione tecnica: quanto di quella nazionale c’è nei grandi club? Pochissimo. Dal campo alla statistica, che recita: Allegri supera Mourinho nel numero di qualificazioni consecutive alla seconda fase

L’Italia ha fatto due en plein in Europa negli ultimi 15 anni, ossia 5 squadra su 5...mai però fatto 6 su 6, cosa che si verificherà con il Napoli che ha l’ipotesi Europa League. Questo è sicuramente un risultato molto sorprendente che cade, forse non casualmente, dopo l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale. La domanda è: perché i nostri club arrivano a questi risultati straordinari, vedi la Roma al primo posto e la Juve che passa con un’unica sconfitta, senza dimenticare le tre dell’Europa League già passate e il Napoli (che speriamo faccia l’impresa)? Questi risultati stridono con quelle che sono state le settimane “di grande dolore” per l’uscita dal Mondiale. Perchè un paese che riesce a portare sei squadre su sei alla seconda fase d’Europa non è riuscita a battere la “piccola” Svezia? Certamente una parte di colpa ce l’ha Ventura, ma i club italiani devono entrare di più nel movimento italiano. Faccio un esempio: i tedeschi sono ripartiti con la guida costituita dai grandi club della Bundesliga, sono stati loro che si sono fatti carico della ripartenza, così come anche in Francia ed in Inghilterra è successa la stessa cosa.
In Italia, i grandi club non esistono in una rappresentazione tecnica: quanto di quella nazionale c’è nei grandi club? Purtroppo pochissimo. Non c’è anche come rappresentanza e non è casuale neppure questo. Il fatto che il nostro calcio è per più di un terzo guidato dai Dilettanti: così non può funzionare. La Serie A pesa oggi meno della Lega Pro. I club fanno bene, continuano a crescere, costruiscono stadi, ma dall’altra parte siamo ancora alle discussioni…
 

L’Italia eccellenza in fatto di allenatori, Di Francesco ultimo rappresentante

In questo momento abbiamo la più grande eccellenza di allenatori a livello mondiale, come Ancelotti, Conte, Mancini, Ranieri. Una storia che parte addirittura da metà anni ’70, con Italo Allodi, quando capì che il centro tecnico di Coverciano doveva diventare la base della conoscenza del sapere italiano. Oggi forse Coverciano è superata in alcuni aspetti dalle nuove metodologie di allenamento. Però c’è tra gli allenatori una capacità di confronto, di crescita, di studiare l’uno con l’altro: tanti nostri allenatori, quando si fermano, in realtà vanno in giro per l’Europa. Pensate solo a cosa abbiamo portato alla Premier in termini di alimentazione. Prima era osceno: mangiavano salsicce e fagioli prima di una partita…! Oggi Di Francesco è l’ultimo rappresentante, in ordine di tempo, di questa categoria: l'allenatore della Roma ha un ampio margine di crescita e, soprattutto, sta portando al calcio italiano delle idee fortissime.

Allegri sottostimato: oggi, nei numeri, meglio di Mourinho

Allegri è passato per otto volte consecutive alla seconda fase della Champions: 4 con il Milan e altrettante con la Juventus. Da quattro anni, ossia da quando è l’allenatore bianconero, è sempre andato alla seconda fase: si è cancellato certi alibi e la Juve negli ultimi tre anni è arrivata due volte in finale. Poi non ha tutti i torti Allegri quando dice che in finale non giochi con delle squadrette: una volta ha beccato il miglior Barcellona e l’ultima volta un Real Madrid stellare... E’ vero, ha perso le finali, ma intanto c'è arrivato. Penso che Allegri sia stato per molto tempo un allenatore sottostimato: c’è sempre stato qualcosa che lo faceva pensare di seconda fascia. E’ un puro dato statistico, ma oggi, Allegri ha superato Mourinho nel numero di qualificazioni consecutive alla seconda fase.
 

Tutti gli allenatori, per definizione, devono essere permalosi

Le parole di Sarri? Difende il suo lavoro, dopo la cocente sconfitta con la Juventus è normale: credo che gli allenatori, per definizione, debbano essere permalosi. Lo sono tutti, e quindi anche Sarri che difende il suo operato, ed ha fatto benissimo. Sarri porta avanti il suo calcio ed i risultati, comunque, gli hanno dato ragione.