L'inchiesta aperta dalla Uefa nei confronti della nazionale di calcio turca per i saluti militari dei giocatori, a sostegno dell'offensiva di Ankara contro le milizie curde in Siria, è "discriminatoria e ingiusta": a parlare è il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, secondo cui "è un diritto naturale dei nostri sportivi salutare i soldati dopo una vittoria"
Duro attacco di Erdogan all'Uefa, accusata di aver adottato un "atteggiamento discriminatorio e ingiusto" nei confronti della Turchia, per aver avviato un'indagine dopo i saluti militari fatti dai giocatori della nazionale di calcio a sostegno dell'offensiva di Ankara contro le milizie curde in Siria. Secondo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan "è un diritto naturale dei nostri sportivi salutare i soldati dopo
una vittoria. Gli sportivi che rappresentano il nostro Paese all'estero sono soggetti a una campagna di linciaggio dall'inizio dell'operazione militare. La Uefa ha mostrato un approccio politico verso la nostra nazionale e i club".
L'inchiesta
La Uefa ha annunciato il 15 ottobre l'apertura di un'indagine disciplinare contro la Turchia, accusata di potenziale "provocazione politica" in seguito al saluto militare fatto dai giocatori della Nazionale di calcio contro le partite di Albania e Francia, valide per qualificazioni a Euro 2020.