Primi a tutti i costi? All'estero la formula funziona, in Italia il mercato conta meno (finora)

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City, Psg, Bayern e Barcellona provano già la fuga e, guarda caso, sono i club che rispetto alle dirette concorrenti hanno speso di più questa estate. In Serie A succede l’esatto contrario: chi ha comprato meno (Inter e Napoli) è in testa alla classifica ma chissà che le big europee non siano da esempio per la finestra di gennaio

Guardando le classifiche di Premier League, Bundesliga, Lugue 1 e Liga spagnola verrebbe da dire che per vincere, o quantomeno ipotecare il campionato quando ancora non è terminato il girone d’andata, basta spendere più degli altri. Manchester City, Barcellona, Bayern Monaco e Paris Saint Germain sono infatti tutte in testa nei rispettivi Paesi e con un vantaggio importante sulle dirette inseguitrici. Proprio questi, guarda caso, sono i club che hanno investito più pesantemente rispetto alle concorrenti e i risultati stanno arrivando. C’è però un'eccezione in Europa: l’Italia. Se anche in Serie A valesse la regola dello spendere per vincere, le prime due in classifica dovrebbero essere Milan e Juventus. Invece, anche se i bianconeri non sono distanti dalla vetta, i rossoneri accusano un distacco di 16 punti dall’Inter capolista e solo uno in meno dal Napoli. E quali sono gli allenatori che hanno avuto meno dal mercato? Proprio loro, Spalletti e Sarri, rispettivamente primo e secondo in Serie A. Almeno finora.

Il Manchester City, lo schiacciasassi targato Pep

Che il Manchester City spenda tantissimi soldi nel mercato estivo non è sorpresa, che li spenda bene e in reparti diversi da quello offensivo è invece una novità. Nessun colpo sensazionale come quelli di De Bruyne, Gabriel Jesus o Sterling, ma calciatori espressamente voluti da Guardiola per completare la rosa nei ruoli scoperti (anche se parlare di ruoli scoperti in una rosa come quella de Citizens può suonare paradossale). Così, sono arrivati i due terzini Walker e Danilo, i centrocampisti Douglas Luiz, Bernardo Silva e Mendy ma soprattutto il portiere Ederson, pagato al Benfica 40 milioni di euro e decisivo in questo inizio di stagione. Sono più di 245 i milioni spesi dallo sceicco Mansur ma, perfettamente inseriti nello schema tattico dell’allenatore catalano e in compagnia di tutti i campioni già presenti in rosa, hanno garantito il miglior inizio nella storia della Premier League con 15 vittorie e un pareggio in 16 giornate. Nessuno (finora) ha tenuto il ritmo della parte blu di Manchester, neppure i rivali cittadini dello United o i campioni in carica del Chelsea distanti più di 10 punti. Nel girone di Champions – e il Napoli ne sa qualcosa – tutti sono usciti sconfitti contro Pep e i suoi fin quando la qualificazione era in bilico. Evidentemente il Manchester City ha speso di più ma ha speso bene. 

Barcellona, tanti soldi sul mercato ma ci pensa sempre Messi

In Spagna non si parla d’altro: il Real Madrid deve investire a gennaio se vuole provare a competere con il Barcellona per questa Liga che sembra ormai sulle Ramblas. Questa estate i catalani hanno speso molto di più rispetto ai blancos di Zidane che non ha voluto rivoluzionare una rosa campione d’Europa per due anni consecutivi. Tuttavia, gli otto punti di vantaggio e la fuga blaugrana ha ben poco del mercato concluso a settembre. A ben vedere, sono sempre i gol di Lionel Messi e le parate di Ter Stegen che stanno facendo la differenza. Analizzando la sessione estiva, al Barcellona è stato portato via Neymar in maniera clamorosa, ma altrettanto clamorosamente si è poi gettato a capofitto sul mercato per trovare un sostituto del brasiliano. Sarà stato lo choc per lo "scippo" subito dal Paris Saint Germain, ma la soluzione trovata (e i soldi sborsati) per completare il tridente con Luis Suárez e la Pulce non ha convinto. Il giovanissimo Ousmane Dembélé è costato 105 milioni, eppure – complice anche un infortunio che l’ha subito messo fuori gioco – non è sembrato valere l’investimento. Diverso il discorso per Paulinho, centrocampista brasiliano che aveva lasciato l’Europa direzione Cina senza aver mai convinto ma che s’è invece dimostrato pedina tattica fondamentale per Valverde nonostante lo scetticismo per i 40 milioni spesi. Gli altri acquisti (Deulofeu, Semedo e Marlon) hanno portato il totale a quasi 200 milioni investiti nel mercato estivo. Ma tanto, poi, ci pensa sempre Messi.

Paris Saint Germain, quando ti piace vincere facile

Una nota pubblicità, diventata poi tormentone, chiedeva al potenziale cliente "ti piace vincere facile?". Un concetto che sembra aver fatto proprio lo sceicco Nasser Al-Khelaifi, presidente miliardario del Paris Saint Germain. Se c’era una squadra che aveva dimostrato come spendere non equivale sempre a vincere, questa era quella con la maglia blu e rossa della capitale francese. Per smentire tutti, però, la proprietà qatariota del club francese ha deciso, in una sola sessione di mercato, di spendere 220 milioni per Neymar e 180 per il calciatore più forte della diretta concorrente (Kylian Mbappé). In questo modo, essere primi con nove punti di vantaggio sulle seconde dopo 17 giornate è quasi inevitabile. Non bastassero i già presenti Cavani, Di Maria, Draxler, Pastore, Lucas e tanti altri, i due gioielli hanno subito ristabilito le gerarchie risultando decisivi fin dalle prime apparizioni (nove gol e sei assist per l’ex Barça, sei reti e cinque assist per il francese). Dopo il miracolo Monaco campione di Francia dello scorso anno, probabilmente i parigini avrebbero vinto la Ligue 1 anche senza i nuovi, ma la vera prova del nove sarà la Champions League, a partire dall’ottavo di finale contro il Real Madrid. Lì davvero si potrà iniziare a capire se spendere tanto, almeno stavolta, equivale a vincere.

Bayern, "Kaiser" di Germania in tutto e per tutto

Avevano dominato la passata Bundesliga fallendo però l’assalto alla Champions League. Così, il Bayern Monaco ha deciso di investire oltre 100 milioni di euro portando in Baviera campioni come James Rodriguez, Tolisso, Coman, Sule e Gnabry. Una partenza lenta, l’esonero di Carlo Ancelotti e il ritorno di Jup Heynckes: alla sedicesima giornata, i campioni in carica sono comunque davanti a tutti e con un discreto margine di vantaggio sul Lipsia e le inseguitrici. Tra i nuovi acquisti, soltanto il francese Tolisso, arrivato dal Lione per 40 milioni di euro, ha fatto la differenza. Anche quest’anno, però, il Bayern sembra destinato a dominare in patria e ad essere protagonista in Champions League. Si tratta del club tedesco con le maggiori disponibilità economiche e, inevitabilmente, quello destinato a far valere la regola per cui più spendi e più vinci. 

E in Italia...l'esatto contrario

La più classica dell’eccezione che conferma la regola: la Serie A. Se anche in Italia fosse prima la squadra che ha speso di più, in testa ci sarebbe la parte rossonera di Milano e non quella nerazzurra. Invece, nel campionato più equilibrato d’Europa, il Milan (che nella sessione estiva ha investito quasi 200 milioni di euro) è a 16 punti dalla capolista. Tra gli 11 titolari che hanno portato Luciano Spalletti al primo posto, sono in tre (Skriniar, Borja Valero e Vecino) ad essere stati acquistati in estate, senza per altro far impazzire i tifosi. Ancora più eclatante il caso del Napoli, capolista per buona parte del campionato e adesso seconda ad un solo punto dalla vetta: Maurizio Sarri non ha neppure un nuovo acquisto tra i suoi "titolarissimi". Il mercato in Italia dunque è inutile? Spendono meglio all'estero? Conta più l'allenatore dalle nostre parti? Non è esattamente così: la Juventus (terza in classifica a due punti dall’Inter) si è aggrappata ai "vecchi" Paulo Dybala e  Gonzalo Higuaín nella prima parte di stagione ma sta imparando a scoprire anche Douglas Costa e Blaise Matuidi, su cui Massimiliano Allegri pare intenzionato a voler puntare quando la stagione entrerà nel vivo. Eusebio Di Francesco a Roma ha sì perso Momo Salah e Antonio Rudiger nel mercato estivo ma ha trovato Alexandar Kolarov e tante alternative valide ai titolari. Non a caso, proprio Inter e Napoli sono le maggiori indiziate per una campagna acquisti invernale in grado di mantenerle lassù in testa alla classifica. Perché sarà anche vero che in Italia, al momento, non domina chi spende di più, ma provate a chiedere a Sarri e Spalletti se a gennaio...