Ricordate Alexi Lalas? Oggi ha una nuova passione...

Calcio
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L'ex difensore del Padova, primo americano a giocare in Serie A, è stato celebre per il suo carattere fuori dal comune e per la sua passione di suonare la chitarra. Oggi continua a far parlare di sé e si diletta a costruire stadi di sabbia...

Alexi Lalas è un nome che ai teenager di oggi forse non dirà nulla, ma non può non essere ricordato da chi pensa con nostaglia al calcio degli anni '90. È stato infatti il primo americano (senza origini italiane) a giocare in Serie A, ma viene ricordato in particolare per la sua folta chioma rossiccia, la barba e le sue passioni extra calcistiche. Approdò in Italia, a Padova per la precisione, nel 1994, dopo un brillante Mondiale disputato in casa con la sua Nazionale che lo convocò nonostante avesse giocato solo a livello di college universitario. A USA 94 non sfigurò, anzi, ma dovette arrendersi al Brasile di Bebeto negli ottavi di finale. Personaggio fuori dal comune, non riuscì a farsi demoralizzare neanche quando fu notato e poi scartato dall'Arsenal. Arrivato in Italia per 400 milioni di lire, si fece subito notare al grande pubblico. Non per una scivolata miracolosa in campo o per una rovesciata, ma perché una sera ricevette la visita a casa dei carabinieri. Quest'ultimi erano stati avvertiti dai vicini a causa delle urle e dei rumori provenienti dal suo garage, ma quando arrivarono a casa notarono Lalas che giocava da solo con il garage che faceva da porta e la sua telecronaca a voce alta ad accompagnare ogni conclusione. Non meno stravagante fu la sua risposta ad un giornalista che gli chiedeva un parere su Zeman, reo di averlo etichettato come «inadatto alla Serie A» il giorno prima. "Zeman è un vaffan****" affermò senza peli sulla lingua l'americano.

    

Anche sul terreno di gioco Lalas non rimase inosservato. Dopo le difficoltà iniziali offrì una prestazione maiuscola contro il Milan, reduce dalla vittoria dello scudetto e della Champions League, realizzando il gol del vantaggio e portando a casa una vittoria che al Padova mancava dal 1960. Quella stagione si concluse positivamente per Lalas che vinse il premio di miglior giocatore statunitense dell'anno, mentre l'anno successivo terminò con una retrocessione. Lalas prese così la decisione di tornare in patria, non prima di lasciare un'altra memorabile immagine di sé: lui che cammina verso casa, di ritorno dagli allenamenti, in mutande sotto un sole asfissiante.

L'altra grande passione di Lalas però, oltre al calcio, è sempre stata la musica. Ispirato artisticamente dalla madre, brillante scrittrice e poetessa, contemporaneamente alla carriera da calciatore l'americano intraprese infatti anche quella di chitarrista. Con il suo gruppo, i Ginger, è arrivato a incidere ben 5 album (l'ultimo dei quali nel 2014), partecipando anche a un tour europeo nel 1998, prima di andare in Francia a giocarsi i Mondiali con gli USA.

L'arte moderna di Lalas

Fate un passo indietro. Ricordate dove fu notato Lalas? Alla Rutgers University del New Jersey. Quella è stata la carriera più lunga della sua vita. Ha impiegato infatti ben 26 anni per prendere quella laurea. Ci è riuscito solo nel 2014, dopo un percorso lungo e tortuoso: "Mai fatta una cosa più faticosa - raccontava tre anni fa -. Se potessi tornare indietro non lo rifarei, ma sono felice per aver dato una buona lezione ai miei bambini: se si inizia una cosa bisogna anche portarla a termine". Nel frattempo non ha mai abbandonato le sue passioni. Continua a suonare e a fare concerti con il suo gruppo e non ha mollato neanche il calcio, di cui si continua a occupare nelle vesti di dirigente e opinionista televisivo. Lalas non ha mai costruito castelli di sabbia, forse perché trascinato sempre da una certa spensieratezza che lo hanno spinto a vivere senza freni e preoccupazioni le sue avventure. Oggi costruisce stadi di sabbia perché lì dentro ha iniziato a sognare davvero e, come un eterno adolescente, non vuole smettere di farlo.