Vinnie Jones e Gascoigne, le rivelazioni 30 anni dopo la mitica foto della "strizzatina"

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I due protagonisti di una delle foto più iconiche della storia del calcio si sono incontrati nuovamente a distanza di anni, ricordando quel mitico momento e svelando retroscena divertentissimi

I GIOCATORI PIU' CATTIVI DELLA STORIA DEL CALCIO

Provate a pensare alle fotografie sportive più iconiche di sempre. Cassius Clay che guarda rabbioso verso il basso dopo aver mandato al tappeto Sonny Liston. La borraccia di Coppi e Bartali. Il pugno guantato di Tommie Smith e John Carlos alle Olimpiadi di Città del Messico. Maradona in volo, mentre con la mano de Dios anticipa Shilton. E poi, ammettetelo, c’è anche la foto di Vinnie Jones e Paul Gascoigne. Quella foto.  

Uno davanti all’altro, con Jones in marcatura stretta – è proprio il caso di dirlo – su Gazza: l’istantanea immortala e consegna all’eternità l’attimo in cui la marcatura diventa una morsa, una bella presa proprio là sotto che non può lasciare indifferente Gascoigne, e dalla foto lo si capisce bene.

Un attimo che cambia per sempre la vita di entrambi: da quel momento diventa quasi impossibile citare uno senza pensare anche all’altro. E a 30 anni da quella “strizzatina”, non passa giorno – ammettono gli stessi protagonisti – che l’uno o l’altro non ripensi a quell’episodio. Si sono incontrati di nuovo, grazie a una tv inglese, e sono tornati a parlarne svelando retroscena divertentissimi.

Il consiglio di un allenatore... dei bambini

Febbraio 1988, a Plough Lane finisce 0-0 tra Wimbledon e Newcastle e un giovane Gascoigne inizia a capire sulla sua pelle quale trattamento gli verrà riservato in carriera dai difensori avversari, “grazie” alle sue doti tecniche fuori dal comune. D’altra parte, il rude Jones, che aveva già una discreta reputazione, diventa per tutti uno dei “cattivi” del calcio. "In realtà non l'avevo mai fatto prima e non l'ho mai più rifatto", si giustifica l’ex difensore alludendo alla famosa strizzatina. “Fu una cosa molto veloce e sicuramente non era stata pianificata prima della partita. Un vecchio allenatore nell’Under-12 mi aveva detto una volta: 'Se si avvicinano troppo basta afferrarli proprio lì'. Ed evidentemente mi era rimasto nella mente”. Per poi aggiungere, compiaciuto: “Sono stato perfetto, niente da dire”.

Non ditelo a Gascoigne, che ancora oggi sussulta ricordando quegli attimi. "La gente mi chiede ancora se fa davvero male. Guardate semplicemente l'immagine. Guardate la mia faccia e le vene del suo collo mentre mi afferra. Stavo cercando di chiamare il guardalinee ma le parole non uscivano fuori. Sono riuscito a malapena a strillare con una voce acuta. E ricordo che prima della partita l’allenatore, dopo aver dato tutte le sue istruzioni alla squadra, si era rivolto a me dicendomi: 'Buona fortuna, figliolo'. Non sapevo cosa intendesse dire fino a quando non siamo entrati nel tunnel e Vinnie si avvicinò a me dicendomi: ‘Oggi siamo solo io e te, grassone. Io non giocherò a calcio, e nemmeno tu. Tre minuti dopo l'inizio della partita chiesi all'arbitro quanto mancasse!”.

"Difesa" personale

“La cosa imbarazzante – continua Gascoigne - era che il campo era davvero piccolo e quindi tutti potevano sentire cosa mi stava dicendo Vinnie, e ridevano di me. Ad un certo punto mi fece: ‘Ehi, grassone, ho dimenticato di dirti che vado a saltare sugli angoli. Quindi tu aspettami qui finché non torno'. Ero talmente pietrificato che ho risposto solo 'Va bene, non vado da nessuna parte'. Probabilmente è stata l'unica partita nella mia vita in cui sono stato felice quando è finita".

Solo oggi, però, Vinnie Jones rivela che, quel giorno, era molto più nervoso del suo giovane avversario, per la paura di essere umiliato dalle giocate di Gazza: “Prima della partita l’allenatore Bobby Gould in un’esercitazione mi aveva messo contro Andy Clements, il nostro terzino destro di riserva, dicendogli di correre dappertutto come se fosse Gascoigne, e mi aveva fatto ammattire. Avevo sentito tutte quelle voci su quanto fosse forte quel ragazzino di Newcastle e pensai: 'Sono appena stato umiliato dal terzino destro della squadra di riserva, cosa mi farà Gazza?'. E quindi mi sono dato da fare...”

Rose rosse per te

È cosa nota che Gascoigne, al termine di quella partita, fece recapitare un mazzo di rose rosse nello spogliatoio del Wimbledon, per Vinnie, ricevendo in cambio lo spazzolone del water. Non sarà il loro ultimo incontro “amoroso”. “Una volta quando ero al Tottenham – ricorda Gazza – giocavamo a Leeds e avevo dimenticato che lui avesse appena firmato per quella squadra. Me ne ricordai solo quando lo vidi nella palestra che sollevava pesi. Per me è stato l’avversario più duro di sempre, senza ombra di dubbio, l’unico giocatore che mi faceva preoccupare quando ci giocavo contro e che avrei desiderato nella mia squadra, per proteggermi”.