Jesper Blomqvist, da calciatore a pizzaiolo: "Il cibo italiano, le urla di Keane, il no a Ferguson: che ricordi"

Calcio

L'ex centrocampista svedese ha cambiato vita e aperto una pizzeria vicino Stoccolma: "La mia passione è iniziata quando sono arrivato a Milanello: sembrava un ristorante a cinque stelle". Poi i ricordi allo United, dalle urla di Keane al rifiuto a Ferguson

RASHFORD 10 ANNI FA, UNA LETTERA A SE STESSO: "SOGNO LO UNITED"

Umea, Goteborg, Milan, Parma, Manchester United, Everton, Charlton, Djurgarden, Enkoping, Hammarby. Il curriculum di Jesper Blomqvist è ampio e prestigioso ma adesso, a 44 anni, ha cambiato completamente vita. L'ex centrocampista svedese sei mesi fa ha aperto, insieme ai suoi due soci Janne e Blendi, una pizzeria sull'isola svedese di Lidingo, a 10 minuti di distanza da Stoccolma e nei pressi del 'quartier generale' degli ABBA. Un locale che si affaccia sulle acque del Mar Baltico. Dietro ai fornelli Blomqvist, ritiratosi dal calcio giocato nel 2010, ha riscoperto un nuovo obiettivo da inseguire con tenacia: "Posso dire di non aver mai lavorato tanto in vita mia - racconta lo scandinavo ai microfoni del Sun mentre si prepara a stendere la base per una pizza -. Ho allenato e fatto il commentatore televisivo, ho provato altre cose come viaggiare che è una cosa bella, ma non ho mai sentito la passione così come è successo con il cibo". Una passione che lo ha iniziato a travolgere quando è approdato in Italia. "È lì che è cominciato tutto - aggiunge l'ex giocatore di Milan e Parma che ha frequentato un corso universitario su cibo e vino -. Per me il cibo italiano è il migliore. Hanno questa passione per i prodotti. I singoli prodotti parlano alla mente, gli italiani non pensano a mescolare troppi ingredienti e complicare il gusto". Più dubbi invece sulla pizza preferita: "Penso Margherita, la più semplice, ma ne facciamo così tante...". Nel suo locale si va, infatti, da quelle al caviale a quelle dolci, con la nutella. Piatti che gli ricordano i suoi trascorsi a Milanello: "Sembrava un ristorante a cinque stelle - ricorda il classe '74 -. Allo United, invece, avevi uova strapazzate e fagioli su pane tostato prima di una partita. Quando andammo a giocare contro la Juve, per la semifinale di Champions, ci misero in un bell'hotel italiano. C'era un ristorante, ma i compagni aprirono le valigie e tirarono fuori spaghetti Heinz e salsa di pomodoro. Forse lo facevano per non rischiare di essere intossicati dal cibo, ma per me era inaccettabile. Siamo in Italia e portiamo barattoli di Heinz?".

Le urla di Roy Keane e il rifiuto a Ferguson

Quella sera il Manchester United dimostrò la sua forza, ribaltando il doppio svantaggio, ma non mancarono i momenti di tensione, come quando Roy Keane urlò verso Blomqvist perché un errore dello svedese lo aveva costretto al fallo su Zidane e al conseguente cartellino giallo. Un'ammonizione che gli impedì di scendere in campo nella finale contro il Bayern: "Certo che era arrabbiato - racconta l'ex esterno -. Ma penso sia stato esagerato nel dare la colpa a me per quel cartellino. Ho rivisto più volte il video e penso che anche lui si sia fatto una risata". Quella chiusa con la vittoria del Treble fu la prima stagione con la maglia dei Red Devils per Blomqvist, vicinissimo a trasferirsi a Old Trafford, però, già quattro anni prima. "Nel '94 Ferguson mi contattò, ma era troppo presto per me, volevo rimanere. Poi nel '96 mi sentii pronto per andare all'estero. Non avevo un agente, così dissi a tutti: «Se mi portate il Milan, firmerò per loro e per uno di voi». Parlai con Sir Alex, il Newcastle, la Sampdoria, il Barcellona, ma io già da bambino sognavo di andare in rossonero. Ero così determinato che rifiutai la chiamata di Ferguson". Il passaggio al Manchester fu solo rimandato, in tempo per essere testimone e vittima del famoso asciugacapelli: "L'ho subito una o due volte, all'epoca non era così divertente - continua lo svedese -. Dopo un po' ti rendevi conto che lo faceva per il bene della squadra. Il mister dimostrava così la sua passione".

Il confronto con lo United attuale

Oggi lo United non è più così vincente. Blomqvist è tornato a Old Trafford in occasione della sfida persa contro la Juve pochi giorni fa. "Quello che dà dispiacere ai tifosi è il modo di giocare e non i risultati - spiega -. Se sei unito puoi anche perdere qualche partita, ma non ti fermi mai perché non hai paura di nessuno. È una sensazione che è cresciuta nell'era Ferguson. La perdita di Ibrahimovic è stata molto importante, perché ha una grande aura attorno a lui. A volte può essere arrogante nei confronti della stampa, ma ti rendi conto di quanto sia forte e pronto a sacrificarsi. Queste due caratteristiche sono davvero importanti perché poi i giovani giocatori vedono Zlatan, quanto lavora duro e quanto vuole vincere".

Ambizioni oltre i propri confini, le stesse che nutre ancora oggi Blomqvist nella sua nuova attività: "È stato un fantastico semestre - conclude -, il sogno sarebbe aprire alcune pizzeria in Inghilterra. A Milano potrebbe essere più difficile".