Gol a porta vuota: ecco perché il Milan è come il Barça

Champions League
Allegri chiede ai suoi di provare lo schema "a tre tocchi" per colpire anche il Barcellona
allegri_getty

Prendetela come una provocazione. O come un segnale di speranza per chi cerca di imitare il calcio dei blaugrana. Gli umani rossoneri sono l’unica squadra in grado di avvicinarsi ai marziani catalani. Il motivo? Segnano allo stesso modo. LE FOTO

NEWS - La Champions vale oro: 751 milioni nella scorsa stagione - Il sorteggio Champions della fase a gironi - Ancelotti in panchina con Sky per l'avventura Champions

PROBABILI FORMAZIONI: Così in campo nelle sfide delle italiane

FOTO:
Gli schemi di Milan e Barça: ecco come segnano


di Vanni Spinella

Così come la scimmia non potrà mai essere uguale all’uomo, nonostante la scienza ci dica che le due specie condividono il 99% del patrimonio genetico, stasera non si potrà certo chiedere agli umani del Milan di imitare i marziani del Barcellona.
Anche perché, in questo caso, le percentuali sarebbero da invertire. Tra la creatura di Allegri e quella di Guardiola c’è un’intera era calcistica, con i blaugrana che sono già proiettati in un calcio del futuro ancora sconosciuto nel resto del mondo. Differenti al 99% (d’altra parte, qualsiasi team, rapportato al Barça, lo sarebbe), resta sempre quel piccolo 1% di somiglianza, che insaporisce la sfida, avvicina le due specie e regala speranza.

Sul piano della velocità, della proprietà di palleggio, della rapidità di esecuzione, il Barcellona è inarrivabile e inimitabile, come già serenamente ammesso da Massimiliano Allegri. Diverso anche l’atteggiamento tattico; una vaga somiglianza nella costante ricerca del bel gioco (“giuoco”, nel caso dei rossoneri).
Quel piccolo particolare che unisce Barcellona e Milan è un altro, e risiede nella capacità di entrambe le squadre di far gol “a porta vuota”.
Un tempo si diceva “entrare in porta con il pallone”. Poi sono stati ridefiniti “gol da calcio a 5”. Nella pratica, sono quelle reti segnate portando due giocatori soli davanti al portiere: il primo la mette al centro e l’altro la appoggia dentro da zero metri. Con il portiere che può soltanto stare a guardare.
Attenzione: non si parla di semplici triangolazioni veloci concluse con un tiro ravvicinato (come può essere il gol di Hernandez all’Inter, su assist di Miccoli) né tanto meno di cross dalla fascia. Qui si tratta di gente che varca la linea di porta palla al piede.
Un tocco in apparenza semplicissimo, dietro al quale, però, c’è un lungo lavoro di preparazione dell’azione: una tela da tessere con calma in vista del ricamo finale.

Da Barcellona a Milano, quelle che si affrontano al Camp Nou sono le due squadre che lo fanno meglio. Riavvolgendo il nastro di questo avvio di stagione, saltano fuori le prove.
Si parte con la “manita” che il Barcellona ha rifilato al Napoli nel Trofeo Gamper, in cui Adriano mette Fabregas davanti alla porta sguarnita, e lo spagnolo avrebbe tutto il tempo di stoppare la palla e superare la linea passeggiando, ma preferisce il più sobrio tocco di prima.
Si prosegue con l’altra “manita” (al Villarreal, in campionato), e stavolta è Messi a segnare così su passaggio di Thiago Alcantara (finendo anche dentro la porta, sullo slancio).
La rassegna si chiude con i due gol alla Real Sociedad: prima Xavi (palla scodellata oltre la linea difensiva avversaria, non uno ma due a buttarsi nello spazio, e solito giochino a irridere il portiere), poi Fabregas, che raddoppia al termine di un’azione identica ma speculare, in cui l’unica variante è Pedro, che riesce a farsi parare il tocco finale, costringendo l’ex-Arsenal a ribadire in rete.

Ed eccoci al punto di contatto tra umani e marziani: due le uscite ufficiali del Milan e due i gol a porta vuota. Il primo contro l’Inter, in Supercoppa Italiana: Robinho scavalca la difesa nerazzurra e trova Seedorf, l’olandese mette la palla al centro tagliando fuori Julio Cesar e Ibrahimovic di testa deve solo spingerla. Replay contro la Lazio: Aquilani ispira, Cassano e Ibra si buttano immediamente dentro e allo svedese tocca nuovamente la fatica di fare “touch down”.

Cambiano gli interpreti, resta la trama. Che, in Italia come in Europa, poche altre squadre sanno proporre con tanta costanza. Ancora qualche ora e sapremo se sarà sufficiente a colmare quel 99% che separa l’uomo dai marziani.

Gioca subito al nuovo Fantacampioni!

Così su Sky Barcellona-Milan