Napoli-Shakhtar, la squadra di Fonseca ai raggi X: tecnica, compattezza, velocità

Champions League

Tutto ciò che c'è da sapere sulla squadra ucraina che affronterà il Napoli: come gioca, chi è Paulo Fonseca, che momento sta vivendo. All'andata vinse lo Shakhtar, stasera gli azzurri contano sulla spinta del San Paolo

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Senza Lucescu. Senza la possibilità di giocare davanti ai propri tifosi, nella propria città. Senza grandi introiti negli ultimi tempi. Le prerogative per immaginarsi uno Shakhtar lentamente avviato ai margini del panorama europeo c’erano tutte. Invece, grazie alla cura di Paulo Fonseca, gli ucraini hanno guadagnato anche maggiore autorevolezza, sia nei confini nazionali dove sono tornati a vincere, sia in quelli internazionali. Napoli e Feyenoord ne hanno fatto le spese, il City ha dovuto faticare più delle attese per averne la meglio.

Un nuovo fenomeno

Paulo Fonseca è un ex calciatore portoghese, che prima di giungere allo Shakhtar ha guidato tra le altre Porto (da cui venne esonerato) e Braga. Proprio con questi ultimi, nella stagione 2015/16, vinse la coppa di lega e fu eliminato dall’Europa League ai quarti di finale dallo Shakhtar: lì scattò il colpo di fulmine, perché al termine di quell’annata gli ucraini gli proposero la loro panchina. E’ al suo secondo anno, dopo aver centrato il triplete nazionale (campionato, coppa di lega e supercoppa) al primo colpo, nonostante le difficoltà logistiche: giocando a 500 chilometri di distanza, è come essere sempre in trasferta. E’ uno degli allenatori da tenere d’occhio e sogna di allenare in Premier League: “Tutti gli allenatori vorrebbero lavorare in questo campionato e io sono tra questi. Credo fortemente che possa accadere, prima o poi”. Un desiderio che potrebbe rimanere tale ancora per poco, perché dall’Inghilterra l’hanno accostato già nel 2016 all’Everton e il suo nome sembra ritornato in auge viste le difficoltà della squadra con la gestione Koeman. Il suo contratto si concluderà al termine di questa stagione, quindi ogni discussione di questo genere è stata rinviata ad inizio 2018. Guardiola gli ha già dato il proprio placet, dedicandogli diversi complimenti dopo averlo affrontato in Champions.

Momento complesso

Lo Shakhtar è capolista nel campionato ucraino, con quattro punti di vantaggio sulla Dinamo Kiev che però deve recuperare una partita contro il Mariupol. Mancano sei giornate alla fine e la squadra di Donetsk ha clamorosamente riaperto i giochi, che sembravano tutti a proprio favore. Infatti, venerdì scorso, lo Shakhtar ha perso in casa con la modesta Oleksandria, ottava in una lega a dodici squadre, per 1-2, non riuscendo a recuperare in un’ora di gioco lo svantaggio di un gol. In generale, non è un periodo brillante per la squadra di Fonseca, che ha raccolto soli cinque punti nelle ultime quattro giornate di campionato. In Champions League, invece, tutta un’altra storia: in quattro sfide, gli ucraini hanno perso solo con il Manchester City, dominatore assoluto del raggruppamento a punteggio pieno. Hanno battuto il Feyenoord sia all’andata che al ritorno, stasera affronteranno il Napoli al San Paolo dopo averlo sconfitto a Kharkiv e all’ultima giornata sfideranno il City probabilmente già qualificato come prima in Ucraina. Per questo, le possibilità degli azzurri di riaprire il discorso qualificazione sono quasi minime.

Falange ucraina

La squadra è idealmente divisa in due tronconi: la parte ucraina è quella deputata alla difesa (portiere, tre difensori e un mediano), quella brasiliana riguarda i giocatori dalla metà campo in su. Lo schieramento scelto da Paulo Fonseca è generalmente il 4-2-3-1, che dovrebbe essere riprodotto con ogni probabilità anche stasera. Guiderà l’attacco, come di consueto, Facundo Ferreyra: quarta stagione allo Skakhtar, con cui ha già accumulato un po’ di esperienza europea, viaggia in campionato con la media di un gol netto a partita. Alle sue spalle il tridente composto da Marlos, Bernard e Taison, tre giocatori di gamba e di tecnica, mortiferi quando si tratta di condurre un contropiede. Tra questi, Marlos è l’altra bocca di fuoco, con 9 reti segnate in campionato al momento. All’andata andarono a segno Taison e Ferreyra (su un errore grossolano di Reina) e non bastò la rete su rigore di Arkadiusz Milik a rimettere il Napoli in partita nel finale. Ciò che sorprende maggiormente di questa squadra è il posizionamento in fase di non possesso, dove serra i ranghi schierandosi in 4-4-2 o in 4-1-4-1 e muovendosi in modo quasi sincronizzato: un’intesa, questa, che ha creato molte difficoltà anche ad una squadra esperta nel fraseggio e nelle spaziature come quella di Maurizio Sarri.