Real-Psg: così diversi e così uguali, ma chi va fuori è nei guai

Champions League

Domenico Motisi

01_Combo_Real_Psg_Getty

Gli spagnoli, campioni in carica, hanno vinto tutto negli ultimi due anni senza le follie “galactiche” di Florentino Pérez. I francesi, che la Champions non l’hanno mai vinta, hanno speso oltre 400 milioni in una sola sessione di mercato. Per Zidane è l’unico obiettivo stagionale, per Emery e Al Khelaifi è un’ossessione: chi perde ha fallito

Finale anticipata, scontro tra i tridenti più costosi della storia, sfida tra lo spagnolo sulla panchina francese e il francese sulla panchina spagnola: in qualsiasi modo lo si voglia leggere, il match di ottavi di Champions tra Real Madrid e Paris Saint Germain segnerà - comunque vada - il totale fallimento stagionale di una delle due corazzate.

Vietato sbagliare

Per gli spettatori neutrali si tratterà di una partita entusiasmante, con tantissimi fuoriclasse in campo e duelli di valore mondiale. Per tifosi, dirigenti, staff e giocatori di ciascuna delle due squadre, invece, è un dentro o fuori che condizionerà inevitabilmente il resto della stagione. Il Real Madrid, infatti, è sì detentore del titolo (che ha vinto anche due anni fa) ma, con 17 punti di distacco dal Barcellona in Liga e con l’eliminazione subita dal Leganés in Coppa del Re, rischia di ritrovarsi fuori da tutte le competizioni già a febbraio. Qualcosa di inaccettabile dalle parti di Valdebebas anche se hai vinto otto trofei negli ultimi 18 mesi. Allo stesso modo, l’eliminazione agli ottavi di finale rappresenterebbe un incubo a Parigi: per il Psg la Ligue1 e la Coppa di Francia sembrano quasi formalità ma, dopo gli investimenti estivi, uscire così presto dalla Champions League (obiettivo dichiarato) sarebbe una catastrofe sportiva.

Filosofie diverse, ma non più di tanto…

Se il Real Madrid ha in bacheca 12 Champions League a fronte delle zero dei parigini qualche motivo deve pur esserci. La storia e la tradizione non si possono comprare, ma i fuoriclasse sì. Dunque, nel tentativo di imitare gli spagnoli, o quantomeno provare ad avvicinarsi alla grandezza dei blancos, il Paris Saint Germain ha puntato proprio sul mercato e l’ha fatto in maniera eclatante, esagerata. Non che nelle passate stagioni il presidente dei francesi, lo sceicco Al Khelaifi, fosse rimasto fermo alla voce acquisti, ma nell’estate del 2017 ha stracciato ogni record: 180 milioni per Kylian M’Bappé e 222 per Neymar. Con qualche spicciolo in meno, ma sono passati quasi 10 anni, aveva fatto qualcosa di simile proprio Florentino Pérez, quando nell’estate del 2009 aprì i rubinetti della Casa Blanca e portò al Bernabéu Cristiano Ronaldo (94 milioni), Kakà (68) e Karim Benzema (35), cifre che adesso sembrano quasi basse ma alle quali vanno aggiunti i 100 milioni spesi per Gareth Bale qualche anno dopo. Il dato che però fa paura all’ombra della Tour Eiffel è che le ultime due Champions League consecutive dei galácticos sono arrivate quasi a costo zero. Dall’acquisto di James Rodríguez nel 2014, a Madrid non s’è più vista nessuna stella, nessuna spesa folle: Zidane - un po’ per scelta sua, un po’ per una nuova e chissà quanto duratura politica societaria - si è dovuto “accontentare” di ciò che aveva, eppure ha vinto tutto. A Parigi, però, proprio perché la tradizione e la storia non si possono acquistare, sarà necessario un “collaudo” un po’ più rapido prima della fuga dei fuoriclasse che proverebbero poi a vincere con altre maglie.

Tridenti a confronto

In base a quanto sono stati acquistati dai rispettivi club, la BBC (Bale, Benzema, Cristiano) e la MCN (M’Bappé, Cavani, Neymar) sono i due tridenti più costosi della storia: 229 milioni gli assi del Real Madrid, 466 quelli del Paris Saint Germain, per un totale che arriva a 695 milioni di euro. Cifre spaventose ma che poi, effettivamente, si traducono in prestazioni altrettanto eclatanti sul terreno di gioco: i tre fuoriclasse dei francesi hanno giocato insieme 38 partite stagionali e hanno totalizzato 71 gol (28 Cavani, 28 Neymar, 15 M’Bappé), numeri molto inferiori quelli del trio blanco “fermo” a quota 40 (24 Ronaldo, 7 Benzema, 9 Bale). Tuttavia, nelle stagioni precedenti, proprio la BBC era stata in grado di fare meglio rispetto alla mostruosa MCN: dopo 38 partite, il tridente del Real Madrid era a arrivato a 76 gol nella stagione 2014-15 e 77 in quella successiva. Qual è quello più forte? Impossibile decidere, il tridente Real ha fatto la storia, quello del Psg vuole iniziare a scriverla, il doppio confronto (forse) darà qualche risposta in più.

Incroci pericolosi

Tra gli spunti che offrirà questo big match di Champions League, un riferimento particolare lo meritano i mille incroci che ne fanno da contesto. Il primo è quello delle panchine: il marsigliese Zidane è il simbolo e la guida dei madrileni campioni di Spagna e d’Europa, il basco Emery, invece, è colui che ha il compito di portare a Parigi il trofeo più ambito. I due si stimano sinceramente ma sanno che chi perde potrebbe rischiare la panchina. Panchina dove non siederanno Cristiano Ronaldo e Neymar, tra più attesi dell’incontro: il brasiliano è il desiderio non troppo velato di Florentino Pérez che farebbe follie per portarlo a Madrid, magari scambiandolo proprio con il Pallone d’oro portoghese che non ha gradito il silenzio presidenziale sulla richiesta di rinnovo con aumento. Allo stesso modo, gli occhi saranno puntati su altri due campioni come M’Bappé e Di María: il ventenne ex Monaco sembrava ad un passo dal Real prima di firmare per il Psg mentre El Fideo a Madrid ci ha giocato e ha pure vinto da protagonista assoluto la décima del 2014. L’argentino era un idolo del Bernabéu ma fu sacrificato sull’altare di James Rodríguez e adesso potrebbe prendersi la sua personale rivincita.