Roma, Manolas: "Abbiamo fermato Messi, possiamo farlo anche con Salah"

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Il difensore giallorosso ha parlato della semifinale col Liverpool e del suo rapporto con Di Francesco: “È un allenatore europeo, vuole dominare la partita pressando alto: ha delle idee e sa trasmettercele”

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Un colpo di testa che, vada come vada in seguito, è entrato nella storia. Kostas Manolas ha ultimato l’impresa impossibile, segnando il terzo gol che è valso la rimonta sul Barcellona e l’eliminazione dei catalani, con l’approdo della Roma alle semifinali di Champions League. “Dopo la partita ho rivisto tante volte nella mia mente il gol, ma poi basta perché se si continua a pensare di aver toccato il punto più alto della propria carriera si è finiti” ha raccontato il difensore, in un’intervista rilasciata a La Stampa. Che ha raccontato i momenti successivi a quella prodezza: “Volevamo fare qualcosa di incredibile ed è stata una liberazione. Però ho avuto paura che poi gli spagnoli avrebbero segnato e reso inutile tutto ciò che avevamo fatto in quella partita”. Le due partite con il Liverpool saranno la rivincita di quella finale che i Reds si aggiudicarono ai calci di rigore: “Lo so bene come andò. Ora affronteremo la squadra di Salah, che è una persona perbene e sorridente, ci sentiamo spesso per farci i complimenti. Lui è molto veloce ma lo sono anch’io. Non sarà facile fermarlo ma siamo riusciti a farlo con Messi e il Barcellona col nostro gioco di squadra”.

Il rapporto con Di Francesco

Manolas non ha nascosto i meriti da riconoscere all’allenatore. “Di Francesco è europeo, vuole dominare la partita pressando alto. Dopo la sconfitta con la Fiorentina ha studiato questa nuova disposizione, mantenendo invariata la filosofia. Ha delle idee in cui crede e sa come trasmettercele” ha proseguito il greco. Che è consapevole di poter far meglio, sia individualmente che come squadra: “In campionato dovremmo avere 7-8 punti in più, in Champions è come se avessimo stimoli maggiori. I miei idoli? Mio zio, il più grande centrale greco, e Cannavaro. Ma io non vincerò il Pallone d’Oro”.