Roma, Di Francesco: "Salah? Ho già preparato partite contro di lui. Squadra lo conosce, può essere vantaggio"

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Nel corso di una lunga intervista concessa al The Guardian in vista della gara di andata delle semifinali di Champions League contro il Liverpool, l’allenatore giallorosso ha parlato del grande ex di turno, Mohamed Salah, che in maglia Reds sta raggiungendo numeri incredibili. "I ragazzi mi hanno riferito che è un grande professionista, ma non serviva che me lo dicessero loro: le sue qualità sono note. Certo, il fatto che lo conoscono può essere un vantaggio…"

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Ultime ore di attesa, poi sarà il momento della grande sfida. Liverpool-Roma, semifinale di Champions League. Per i giallorossi l’occasione di riscattare la sconfitta del 1984 e scrivere la storia, raggiungendo la finale della principale competizione europea per club. Per raggiungere l’ultimo atto, però, bisognerà superare i Reds: gara di andata in programma martedì 24 aprile ad Anfield Road, tra gli uomini di Klopp lo spauracchio è senza dubbio Mohamed Salah, grande ex di turno protagonista di una stagione fin qui straordinaria. Proprio di Salah ha parlato Eusebio Di Francesco, che si è concesso ai microfoni del The Guardian per una lunga intervista. "I miei ragazzi mi hanno detto che Salah è una grande persona – ha detto l’allenatore della Roma – e mi hanno anche riferito che è un ottimo professionista, uno che lavora duramente. Ma non serviva che me lo dicessero loro, le sue qualità sono note. Io, in ogni caso, ho già preparato diverse partite contro di lui quando giocava in Italia. Certamente, però, il fatto che molti lo conoscono può essere un vantaggio…".

"Dzeko via dal City? Guardiola predilige altri attaccanti. Felice di allenare due romani come De Rossi e Florenzi"

Spazio poi al giudizio su altri singoli, a svolgere un ruolo da protagonista potrebbe essere Edin Dzeko, che tornerà in Inghilterra dopo gli anni trascorsi con la maglia del Manchester City. "Perché il City ha venduto Dzeko? Edin è un calciatore fantastico, ma mi sembra che Guardiola prediliga altre caratteristiche, sia fisiche che tecniche, in un attaccante. Lui vuole uno piccolo – ha spiegato Di Francesco -, più mobile e veloce. Cosa penso di De Rossi e Florenzi? Sono contento di poter contare su due romani come loro, fanno sentire il senso di appartenenza verso la squadra. Tutti però devono avere questo sentimento verso la propria squadra, non solo lor due. Ad esempio, quando ero al Sassuolo, quella per me era la squadra più bella del mondo. Adesso invece sono un giallorosso. Non lo dico per ipocrisia, ma è necessario che tutti abbiano senso di appartenenza in questo lavoro. Bisogna provare amore e passione per la propria squadra".

"Differenze con la squadra dello scudetto? Tempi completamente diversi"

Dal campo alla panchina, Di Francesco potrebbe scrivere un’altra pagina di storia della Roma. L’allenatore giallorosso, infatti, era nella rosa della squadra che nella stagione 2000/01 conquistò lo scudetto: "Le differenze con quella squadra? Sono tempi completamente diversi – ha continuato -, in questo momento c’è un grado maggiore di professionalità, mentre all’epoca c’era un maggiore spirito di famiglia. Questo fattore si è un po’ perso soprattutto a causa dei social, della tecnologia e dei nuovi metodi di lavoro. L’obiettivo, però, è far sì che questi nuovi metodi possano unirsi con lo spirito che c’era nel 2001. Noi in questa stagione siamo davvero cresciuti molto, soprattutto se pensiamo che negli ultimi anni non eravamo mai riusciti a raggiungere le fasi finali della Champions League. In campionato stiamo ancora lottando per raggiungere il nostro obiettivo, che è proprio la qualificazione in Champions, cosa che il Liverpool ha invece già conquistato. Tutto accade grazie all’allenamento: facciamo un lavoro che deve essere anche divertimento, allenarsi deve essere una gioia, lo dico sempre ai miei giocatori. Dobbiamo prepararci, divertendoci insieme e lavorando sodo allo stesso tempo". In chiusura una battuta sul cambio di modulo attuato prima della straordinaria rimonta nei quarti di finale contro il Barcellona: "Per me il calcio è dinamico, anche quando si parla di una difesa a quattro capita spesso di ritrovarsi a difendere a tre o anche a due, dipende molto dalle situazioni di gioco. Ho deciso di cambiare modulo perché con alcune squadre, considerando le caratteristiche di alcuni giocatori, una difesa a tre può dare un grado maggiore di fisicità. E’ necessario ottenere un po’ più di forza – ha concluso Di Francesco -, soprattutto in Europa".