Liverpool-Roma, il ds Monchi: "Meglio terzi in campionato che in finale di Champions"

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Il ds giallorosso al Messaggero: "Per i tifosi sarebbe meglio arrivare in finale, ma per noi è più importante qualificarci alla prossima Champions. Balotelli? È un profilo che non scarto. Dzeko al Chelsea? Nessuna delle tre parti era convinta dell'operazione"

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"Non ho mai giocato ad Anfield, ma l'ultima finale che ho vinto col Siviglia è stata proprio contro i Reds. Per me sarà un debutto. Rivedrò Salah e ci saluteremo carinamente, ma non ho un grande rapporto con lui: è molto timido e siamo stati insieme poco tempo. Se firmerei per arrivare quinto in campionato ma in finale? Per i tifosi è meglio arrivare in finale, ma per noi è più importante conquistare la qualificazione. Sono due cose differenti: la qualificazione in campionato porta soldi per la prossima stagione, quelli che entrano per il percorso in Champions vanno in questo bilancio", parla così il direttore sportivo della Roma Monchi in un'intervista rilasciata a Il Messaggero alla vigilia della semifinale d'andata di Champions contro il Liverpool. "Se penso di aver fatto una squadra perfetta sbaglio, ma sbaglia pure chi sostiene che sia incompleta. Ci sono tante cose che cambiano in una stagione. Alcune anche difficili da gestire. Penso che una rosa limitata non arrivi in semifinale di Champions e non lotti per il terzo posto. Detto questo, penso che tutto sia migliorabile. Parlavo col mio amico Emery, mi ha detto voi non vi rendete di cosa avete fatto realmente, riferendosi al dopo Barcellona. La squadra non è perfetta, ne sono convinto, ma ha tante virtù e per questo oggi siamo in un sogno", ha aggiunto Monchi.

"Quello di Balotelli è un profilo che non scarto"

"Se Balotelli è un profilo che interessa? Questa è una domanda trabocchetto. Se tu hai bisogno di questo tipo di giocatore, lo puoi prendere. Edin e Balotelli sono il giorno e la notte. Se mi dici un vice Dzeko, in generale si cerca un giocatore con le caratteristiche simili. Il giudizio su Balotelli non si può fare solo sulla persona ma si deve riflettere sul suo livello tecnico, che è da giocatore importante. È un profilo che non scarto", ha ammesso Monchi. Il dirigente giallorosso ha poi aggiunto: "Se quando scelgo un giocatore guardo anche se è una persona 'giusta'? La risposta ideale sarebbe sì, ma direi una bugia. Prendo un giocatore in un contesto, ma quando arriva qui c'è un nuovo contesto. Non posso sapere cosa succede alla persona quando arriva. Io provo a capire il uso carattere. Ad esempio Poulsen, era perfetto, professionista al 100%".

"Dzeko al Chelsea? Nessuna delle tre parti era convinta dell'operazione. Sul mercato…"

"Dzeko vicino al Chelsea lo scorso gennaio? In una conferenza io ho detto che noi, per via del FFP, dovevamo fare una plusvalenza. E che ero obbligato ad ascoltare tutte le offerte. È arrivata una offerta più o meno interessante per Edin. Per questo abbiamo fatto uno step in più, ma alla fine non si è trovato l'accordo. In dieci gironi di negoziazione ho visto Edin fuori dalla Roma, ma gli ultimi giorni non avevo dubbi sulla sua permanenza: nessuna delle tre parti era convinta dell'operazione", ha svelato Monchi. Che ha poi parlato così della Roma del futuro: "Bisogna prima di tutto sedersi e capire dove vogliamo arrivare. Anche Di Francesco ha cambiato modulo. Questo significa che proviamo a trovare la soluzione che ci alzi il livello di rendimento. Prima di tutto, dobbiamo lavorare insieme senza dimenticare che sopra di noi c'è la società, che è l'unica cosa che resta. Non si prendono decisioni solo con le idee del ds e dell'allenatore, altrimenti dimentichiamo la cosa più importante, la sostenibilità della società. Oggi per fortuna non possiamo decidere qual è la rosa della prossima stagione, perché ci sono tante cose che possono cambiare. Siamo in diverse posizioni, dalla più negativa, eliminati dal Liverpool, o al terzo posto e campioni d'Europa. Cambia tutto. Prima di decidere dove vogliamo arrivare, dobbiamo capire l'idea del mister e la disponibilità della società a livello di capacità economica e di brand. Può sembrare una follia, ma il brand è decisivo", ha concluso Monchi.