Sergio Ramos positivo dopo la finale di Champions a Cardiff. Ma fu errore del Real Madrid: "Nessuna violazione"

Champions League

Secondo le rivelazioni di Football Leaks il capitano del Real Madrid risultò positivo al desametasone dopo il controllo antidoping svolto al termine della finale di Champions a Cardiff. Un errore tecnico del medico madrileno, che si assunse la colpa. L'Uefa decise di non aprire alcuna inchiesta: "Confutiamo con forza le infondate accuse"

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Nuove rivelazioni di Football Leaks. Secondo i documenti ottenuti da Der Spiegel, e analizzate dall'Espresso (in Italia) insieme al consorzio Eic (European investigative collaborations), Sergio Ramos risultò positivo al test antidoping dopo la finale di Champions League di Cardiff, vinta dal Real Madrid sulla Juventus per 4-1. La sostanza in questione è il desametasone, un glucocorticoide, che ha proprietà antinfiammatorie. La stessa sostanza è tra quelle proibite dall’agenzia antidoping internazionale, ma che può essere usato dagli atleti in caso di "documentate necessità terapeutiche, a patto di comunicarlo alla vigilia della partita". Nelle carte consegnate prima della finale, però, "compariva il nome di un altro farmaco simile al Desametasone. Il Celestone Cronodose".

Quale fu la reazione del Real Madrid

Avvisata del risultato dell’antidoping, l’Uefa ha preso allora atto delle spiegazioni del medico dei Blancos che si sarebbe assunto la responsabilità dell’errore chiudendo il caso e ha deciso di non aprire un'inchiesta. Secondo Marca, quotidiano madrileno molto vicino alle vicende del Real, Sergio Ramos aveva ricevuto varie infiltrazioni alla spalla e al ginocchio alla vigilia della finale ma il dottore del club che lo accompagnava non informò l'Uefa di questo. E a leggere le informazioni diffuse da Football Leaks e pubblicate dal Der Spiegel, il dottore giustificò la sua dimenticanza con lo stato di "euforia" che si viveva in quel momento e le "specifiche circostanze" all’interno della sala come la presenza di personalità che il dottore ha citato nella sua lettera all’Uefa. "Dopo la vittoria della sua 12^ Champions, alle 22:38 -ricostruisce Marca - Sergio Ramos entra nella sala antidoping, dove rimarrà, accompagnato da un medico del Real Madrid fino alle 00:26. In queste quasi due ore, Ramos ha ricevuto la visita del Re emerito di Spagna Juan Carlos I e di Mariano Rajoy, presidente del governo, scesi nello spogliatoio per complimentarsi con i giocatori del Real Madrid". Lo stesso Ramos postò una foto sui suoi account social alle 23:53 con il Re emerito".

La risposta dei Blancos in un comunicato

Dopo che la notizia si è diffusa sui siti dei principali quotidiani europei e mondiali, è arrivata la nota del Real Madrid: "In relazione alla notizia pubblicata da Der Spiegel che riguarda il nostro capitano Sergio Ramos, il club rende noto:
1) Sergio Ramos non ha mai violato la normativa sul controllo antidoping
2) L’Uefa ha chiesto informazioni puntuali e ha chiuso la questione immediatamente, come è abituale in questi casi, dopo le verifiche degli esperti dell’agenzia mondiale antidoping e della stessa Uefa
3) Sul resto del contenuto dell’articolo, il club non si pronuncia vista l’evidente inconsistenza dello stesso".

La reazione dell’Uefa

"L'Uefa confuta con forza e categoricamente le infondate accuse secondo le quali avrebbe coperto i risultati di una positività al doping. Tutti i casi dei controlli anti-doping dell’Uefa sono condotti in conformità al codice della Wada (World Anti-Doping Agency). L'Uefa - si legge ancora nel comunicato – ha informato sia la Wada, sia la Fifa di tutti i casi come richiesto dal Codice della Wada. Abbiamo inoltre fornito dettagliate informazioni, relazioni degli esperti, e le prove durante la gestione di tali casi. È necessario sottolineare che sia la Wada, sia la Fifa hanno il diritto di ricorrere in appello contro ogni decisione presa dall’Uefa in materie di controllo anti-doping alla Corte arbitrale dello Sport di Losanna (Cas). Tuttavia - conclude la nota - né la Wada, né la Fifa hanno presentato un appello al Cas e la Wada, ha ufficialmente confermato che tutto è stato gestito in modo appropriato dall’Uefa e in conformità con il Codice".