Roma-Porto, De Rossi: "Kolarov e i tifosi facciano pace. Mai pensato di smettere"

Champions League

Il centrocampista giallorosso alla vigilia della gara contro il Porto: "I tifosi si fidino di me, Kolarov è un grande professionista. Se si ricomponesse il tutto ne sarei felicissimo. Infortunio? Avevo dei punti interrogativi riguardanti la tenuta del mio ginocchio, ma non ho mai pensato di smettere: se mi sono impegnato tanto per tornare è perché mi sento ancora un calciatore"

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Ritorna la Champions League, con la Roma ad aprire gli ottavi di finale con la sfida dell'Olimpico contro il Porto. I giallorossi hanno chiuso la scorsa edizione in semifinale e puntano a fare altrettanto bene in questa stagione. A presentare la sfida in conferenza, insieme a Di Francesco, c'era Daniele De Rossi, che ha parlato anche del momento di Aleksandar Kolarov e del suo rapporto teso con i tifosi: "Se si ricomponesse il tutto ne sarei contentissimo, Kolarov è per me un fratello – ha dichiarato il capitano giallorosso - Dico ai tifosi di continuare a fidarsi di me. Kolarov è un grande professionista, non salta un allenamento e dà sempre quello che deve dare, a volte anche giocando in condizioni precarie. Preferisco questi uomini rispetto ad altri che dicono parole al miele ma si fermano al primo dolorino o si lamentano quando l'allenatore gli cambia il ruolo. Il tifoso va anche assecondato quando i risultati non arrivano, se dovesse ricomporsi la frattura sarei felicissimo". Sul cammino in Champions League: "Sicuramente l'esperienza maturata sarà importante, l'anno scorso dicevamo che squadre come Barcellona e Liverpool erano più abituate di noi a giocare determinate partite. Si racchiude tutto nella parola esperienza. Per noi lo scorso anno è stata positiva, ci possiamo anche permettere il lusso di dire che poteva andare meglio. Ma ora è un altro torneo, dobbiamo pensare alla partita di domani".

"Mai pensato di smettere"

De Rossi è tornato alla grande dopo il lungo infortunio: "Se ho pensato di dire basta? Era più un punto interrogativo, ma non ho mai pensato di smettere. Se sono rientrato è perché mi sono impegnato tanto e se l'ho fatto è solo perché mi sentivo ancora un calciatore. Chiaramente il punto interrogativo dipendeva dalle mie condizioni fisiche, non sapevo quanto il ginocchio avrebbe retto e un'operazione a 35 anni non l'avrei sopportata. Ma con un'oculata gestione e l'aiuto dell'allenatore posso ancora giocare. Questa partita è la fine del periodo negativo? Ma ogni giorno lo è. La cosa importante è la partita, non sapere se giocherò ancora sei mesi o un anno. Valuterò sempre le mie condizioni, terrò aggiornati Di Francesco e il dottore. Ma ora dobbiamo pensare alla partita e non a fare dei test sulla mia condizione fisica. L'ho sempre detto, se starò bene fisicamente continuerò a giocare. L'allenatore e i miei compagni di squadra non sanno quanto sono importanti per me, mi hanno fatto sentire importante come non mi sono mai sentito in carriera. E quando accade questo è tutto più facile, anche nei mesi passati fuori mi hanno fatto sentire desiderato".

"Di Francesco sempre lucido. Sento sempre più l'affetto dei tifosi"

Sul momento e sul lavoro di Di Francesco, aggiunge: "L'allenatore ha un'idea di calcio, non cambia quando le cose vanno male. Lui sa cosa accade in campo e riconosce i nostri problemi. Un allenatore che mette dieci attaccanti quando le cose vanno male magari sconvolge una squadra intera. Di Francesco, invece, rimane sulle sue idee, chiaramente non è contento quando le cose vanno male ma non ha mai perso la testa, anche in una città dove non è facile restare lucidi. Ma secondo me sull'orlo del baratro non ci siamo stati parecchie volte, io sono stato anche quartultimo in classifica e lì mi sentivo decisamente più sotto pressione. L'affetto dell'Olimpico? Allo stadio mi sono sempre sentito a casa mia. Ultimamente sento sempre più l'affetto dei tifosi. Credo sia un po' quello che ha vissuto Francesco Totti, che nel corso della sua carriera ha sempre trovato qualche detrattore. Ma l'importante è sempre giocare bene a pallone. Ci sta il rumore positivo quando fai le cose giuste e quello negativo quando questo non accade".