Juventus-Ajax, le chiavi tattiche della sfida

Champions League

Dario Pergolizzi

Nonostante le difficoltà, la Juventus è leggermente favorita dal risultato dell'andata, l'Ajax però ha dimostrato a Madrid di poter fare la partita anche fuori casa. La squadra di Allegri dovrà decidere se provare a tenere il pallone o sfruttare il gioco in transizione

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Con il campionato a un “corto muso” dalla vittoria, per citare Massimiliano Allegri, la Juventus può concentrare tutte le energie fisiche e mentali residue alla corsa Champions, per sigillare una qualificazione che, nonostante le difficoltà dell’andata, appare in discesa grazie al pareggio. L’Ajax, però, contro il Real Madrid ha già dimostrato di essere capace di ribaltare un risultato sconveniente giocando fuori casa, senza patire il “miedo escenico”, senza snaturare in alcun modo la propria identità. Il ritorno si preannuncia simile all’andata quindi: la Juventus sarà chiamata a non sottovalutare un avversario dai limiti ancora inesplorati, per poter confermare il proprio valore.

Gli uomini chiave dell’Ajax, tra andata e ritorno

Alla Joahnn Cruijff Arena, la Juventus è riuscita a strappare un pareggio con una grande prova di cinismo e organizzazione difensiva all’interno dell’area di rigore. La velleità offensive della squadra di Allegri sono però state quasi del tutto annichilite, in particolare l’organizzazione del pressing medio-alto e l’enfasi sulle transizioni offensive da parte degli olandesi.

Sono stati diversi i giocatori dell’Ajax a giocare un’ottima partita, ma su tutti si sono distinti de Ligt, de Jong, Van de Beek e David Neres. De Ligt è stato autore dell’ennesima prova magistrale di difesa in spazi ampi, mostrando una capacità di gestione dei tempi e di valutazione delle situazioni da giocatore molto più esperto rispetto alla sua età effettiva. De Jong, invece, oltre ad essere stato il faro del palleggio dell’Ajax a tutto campo, ha giocato una grande partita difensiva, rendendosi decisivo anche nell’interdizione dei tentativi offensivi dei bianconeri.

Nell’ultimo terzo di campo, Van de Beek ha dimostrato di essere una delle armi tattiche più temibili di ten Hag, l’ideale per riempire l’area dopo i movimenti “a svuotare” di Tadic, e capace anche di connettersi con qualità nel fraseggio corto che ha rappresentato la maggioranza delle azioni sviluppate sulla trequarti della Juventus. Al suo fianco, David Neres è stato l’attaccante più temibile per la Juventus, non solo per il gol realizzato, ma per l’insistenza nel chiamare il passaggio in profondità ai compagni. Ziyech, dall’altra parte, tendeva a convergere e palleggiare attraverso triangolazioni per poi tirare alla prima finestra utile. La sua prestazione non è stata però perfetta, soprattutto negli ultimi metri. In questo può aver pesato anche l’assenza di Mazraoui, molto più offensivo e imprevedibile di Veltman, che pure ha tentato di proporsi con insistenza per aumentare la densità in zona palla tipica dell’Ajax.

Mazraoui rientrerà dalla squalifica e sarà schierato su una delle due fasce, data anche l’urgenza di sostituire lo squalificato Tagliafico, autore di una splendida partita, complice di Neres nell’apertura di spazi da quel lato. Il marocchino sarà sicuramente un’arma in più per ten Hag, per impensierire con sovrapposizioni esterne e interne le catene laterali della Juventus.

I correttivi della Juventus

Il piano gara della partita di andata, per quanto riguarda la manovra offensiva, prevedeva di giocare il pallone sul corridoio centrale, preferibilmente attraverso Bernardeschi, per poter poi allargare il possesso verso le fasce e sfruttare a proprio favore l’aggressività della linea dell’Ajax.

Questa situazione ha funzionato in occasione del gol di Ronaldo, creato da un break palla al piede di Bentancur. Ronaldo, in quel momento in posizione di punta centrale, è andato incontro per ricevere spalle alla porta, attirando fuori posizione Blind. A questo punto, il difensore dell’Ajax, invece di scappare verso la porta, decide incomprensibilmente di accorciare su Cancelo, che nel frattempo aveva ricevuto la palla da Ronaldo. Così facendo si è creato un buco al centro dell’area, che non è stato coperto dal ripiegamento di un centrocampista (de Jong avrebbe potuto probabilmente fare di più, in questo senso, ma Ronaldo era comunque in vantaggio), ed è stato inevitabile il gol del numero 7, specialista di questo tipo di gol.

In sostanza, la Juventus avrebbe potuto mettere più alla prova l’Ajax sotto questo aspetto: tentare di collegare il gioco centralmente, attirare fuori posizione i difensori centrali e colpirli alle spalle, costringere i centrocampisti a rincorrere. Invece, il palleggio bianconero è stato spesso incerto e ha sofferto parecchio la pressione individuale portata dai padroni di casa. Mandzukic, schierato da Allegri come sempre per essere una risorsa preziosa sulle palle lunghe per bypassare il pressing, è stato nullo: ha vinto 3 duelli aerei su 4, ma la Juventus non è stata in grado di capitalizzare le seconde palle, e per ogni altro aspetto il croato si è rivelato non essere al livello dei ritmi della partita, in entrambe le fasi.

Avere Mandzukic come risorsa “comoda” in caso di pressing avversario, nel corso degli anni, ha forse fatto adagiare troppo la Juventus sulla gestione del pallone a terra, sempre ampiamente sufficiente grazie alle doti tecniche individuali dei singoli, ma incrinata sempre da avversari molto aggressivi e che accettano di portare tanti uomini in pressione anche sulle zone avanzate, come nel caso dell’Ajax. Il croato ha accusato qualche problema fisico alla vigilia, ma questa assenza potrebbe trasformarsi in opportunità.

La Juventus dovrà decidere: se vorrà assumere il rischio di tenere il pallino del gioco, costruendo le manovre in maniera più articolata, avrà necessariamente bisogno di riconfigurare il suo atteggiamento sin dalla circolazione bassa, curando meglio smarcamenti e tempi di palleggio. Altrimenti, se vorrà concedere all’Ajax l’arma del possesso prolungato, dovrà per forza sfruttare meglio del solito le transizioni positive, assorbendo il gegenpressing dell’Ajax per coglierlo impreparato alle sue spalle.

A prescindere da quale sarà il tema della gara, la Juventus dovrà dimostrare un ulteriore salto di qualità interpretativo, per evitare di complicare la qualificazione contro una squadra inferiore ma parecchio insidiosa, nel pieno di un’estasi di gioco e risultati che sembra autoalimentare questo collettivo incredibilmente vorace, composto da grande individualità.