Abraham: "Roma club incredibile, grazie al cielo sono venuto qui. Mou è lo zio italiano"
L'INTERVISTAL'attaccante della Roma si confida al The Athletic: "Non è stato facile lasciare il Chelsea, ma menomale che sono qui. Mi sembra di aver avverato un sogno: non sono più il 'giovane dell'academy', qui mi hanno fatto diventare una star". E su Mourinho: "Il migliore al mondo. Lo chiamo il mio 'zio italiano'". Poi sullo stile di guida degli italiani: "Sono dei pazzi, le prime volte mentre andavo a Trigoria i miei compagni mi clacsonavano... Poi mi dicevano: 'Ma quanto vai lento'"
In una lunga intervista rilasciata al The Athletic, intervistato da una leggenda del calcio inglese come Alan Shearer, Tammy Abraham ha parlato della sua nuova vita alla Roma: "È un club incredibile. Mi sembra di aver avverato un sogno. Da quando ho messo piede in questo posto, tutti mi hanno fatto sentire a casa. Anche dal 'benvenuto' in aeroporto. È stato incredibile vedere tanta gente ad accogliermi. E poi quando segno, wow: quanta passione. Qui senti parlare di calcio dovunque tu vada". Per Abraham è proprio cambiata la vita: "Rispetto al Chelsea, qui mi guardano con occhi diversi. Non sono più 'il giovane dell'academy': alla Roma mi hanno fatto diventare una star". Scelta giusta, ma le decisione di lasciare i blues non è stata facile: "Sono stato nel club da quando ero un bambino, non è stato semplice andarmene. Ma poi arriva un momento nella tua carriera dove devi fare ciò che è il meglio per te. Su di me c'erano diversi club, tra cui anche l'Arsenal. Poi sono arrivati Mourinho e Tiago Pinto: ho parlato con loro e ho capito l'ambizione del club e quanto mi volessero. Roma era il posto giusto per me. Grazie al cielo sono qui".
"Mourinho il migliore al mondo, è il mio 'zio italiano'"
E a proposito di Mourinho, sono belle le parole di Abraham sullo Special One: "Ricordo ancora le sue prime parole con me. Mi disse: 'Tammy, vuoi rimanere nella piovosa Inghilterra o goderti il sole a Roma? Abbiamo riso e discusso piacevolmente. Ha giocato un ruolo importantissimo nella mia scelta per venire qua. Lo chiamo il mio 'zio italiano'". Poi ha proseguito con gli elogi: "È esattamente come lo vedete in tv. È il miglior allenatore al mondo, anche solo per come riesce a motivarti. Ha un modo suo per cui riesce a entrarti dentro e sa come tirarti fuori il meglio. Non ti dirà mai quanto sei bravo o quanto stai facendo bene. Ti dirà solo che puoi fare di meglio. Ricordo una partita in cui per i primi 15-20 minuti non mi sentivo me stesso in campo. A un certo punto, mi chiama e mi dice: 'Lo so che non sei ti stai trovando bene in campo e che non ti stai sentendo a tuo agio. Ma ho bisogno di più da te'. A fine partita vincemmo grazie a un mio gol".
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"In Italia guidano come dei pazzi. Quando arrivavo a Trigoria le prime volte..."
Partire e trasferirsi in un altro paese è utile per aprire la mente, conoscere nuove culture e modi di fare. Dai più belli ai più assurdi. Ma uno su tutti ha colpito Tammy: "Qui guidano come dei pazzi. Non ci sono telecamere, quindi vanno tutti veloce. Le prime volte in cui arrivavo agli allenamenti con la mia macchina, i miei compagni da dietro mi clacsonavano. Poi arrivati a Trigoria mi dicevano: 'Tammy, ma quanto vai lento'. E io gli dicevo: 'Guardate che 50km/h sono tanti in Inghilterra'".