Il derby di Vaporidis: "Non succede, ma..."

Coppa Italia

La semifinale di Coppa Italia tra Roma e Lazio si giocherà senza le barriere di separazione delle curve. Nell'attesa di scoprire le coreografie dello Stadio Olimpico abbiamo intervistato un tifoso giallorosso e una biancoceleste

Roma-Lazio, semifinale di Tim Cup, torna ad essere un vero derby dei tifosi. Rimosse le barriere di separazione delle due curve allo stadio Olimpico, che sarà un tripudio di colori. Per l'occasione abbiamo avvicinato un tifoso giallorosso a una biancoceleste, un attore e una cantante. Per la Roma, Nicolas Vaporidis.

Nicolas, come la vedi?
Partita per noi molto difficile, una partita da recuperare.

Ricordiamo che Nicolas Vaporidis è un grande tifoso della Lazio...
Eh no, assolutamente no! Sono dell’altra parte… Noi diciamo sempre che non succede, ma se succede... è una bella soddisfazione. E’ difficile, molto difficile, ma ci è rimasto questo come obiettivo per salvare una stagione che sembrava diversa. Come ogni anno purtroppo speriamo, soffriamo, ma non riusciamo a portare a casa quello che crediamo di meritare.

Ma la speranza di rimontare il 2-0 dell'andata esiste?
Come tutti i romanisti io mi auguro che ci possa essere una sorpresa, spero che possiamo sentirci per una volta come i tifosi del Barcellona, che con il Paris Saint-Germain erano dati per sconfitti ma hanno fatto l’impresa…

Dicevi che "vi è rimasto solo questo"... Quindi quei 6 punti dalla Juventus pensi siano irrecuperabili?
No, non penso siano irrecuperabili, dico così un po’ per scaramanzia e un po’ perché la Juve è una squadra inarrestabile, che ha la voglia di vincere sempre a qualunque costo. Non sono mai soddisfatti del risultato dell’anno prima e sono avidi di successo, che è quello che una squadra dovrebbe avere per poter vincere innanzitutto il campionato e poi avere ambizioni in Europa.

Tu hai una teoria su Dzeko, vuoi esporcela?
Dzeko è un giocatore che ha delle grandissime doti. Quello che un po’ manca è quella rabbia da goleador, che non gli leggi in faccia. Gli manca quella cosiddetta cazzimma che ti fa dare una spallata in più quando c’è da darla o che ti fa andare in porta come faceva un Filippo Inzaghi o un Batistuta, che spaccava le mani ai portieri… Dzeko questo non ce l’ha, ha la finezza dei colpi, il tocco elegante… la butta dentro però poi nelle partite importanti noi inciampiamo.

Quindi i 33 gol in stagione, il record storico... non contano?
Eh, ma a me mancano le partite fondamentali! Quando hai un grande talento come Dzeko, il fatto che non ci metta quella rabbia agonistica che è fondamentale, è un po’ come un attore che magari ha un talento ma che non migliora, non cerca quel quid che gli fa fare il salto… E’ chiaro che Dzeko non può essere giudicato dal numero di gol, ma potrebbe fare molto di più di quanto non faccia… e per un tifoso questo manca, indubbiamente ci aspettiamo di più da tutta la squadra ma in particolare da chi ha talento. Sarebbe meraviglioso vederlo al massimo del suo potenziale.

Insomma sposi la teoria spallettiana su Dzeko. Ma ti auguri una Roma ancora con Luciano Spalletti il prossimo anno o pensi sia arrivata la fine di un rapporto?
Io mi auguro una Roma con Spalletti ancora per il prossimo anno e possibilmente anche per l’anno successivo, perché è un allenatore che ha la voglia, il potenziale e l’esperienza per far vincere una squadra.