Toro, 25 anni fa la sedia del Mondo. Quella finale con l'Ajax...

Europa League

Valerio Spinella

Emiliano Mondonico (Lapresse)

Trascorso un quarto di secolo, al Teatro Nuovo di Torino si ricorda la sfortunata finale di Coppa Uefa del 1992. L'immagine passata alla storia è quella di Emiliano Mondonico che alzò una sedia al cielo in segno di protesta...

Sono passati 25 anni dalla finale di Coppa Uefa tra Torino e Ajax. In un quarto di secolo la competizione ha cambiato formula e nome, ma il ricordo dell’edizione 1991-92 rappresenta una pagina di storia del calcio italiano sempre bella da ripassare. Non senza malinconia, essendo reduci da un’Europa League iniziata con 4 italiane in gara (Roma, Inter, Fiorentina e Sassuolo) e finita troppo presto per le nostre rappresentanti. 

La cavalcata del 1992

Nel 1992, invece, Torino e Genoa furono protagoniste di una cavalcata che estromise dall’Europa corazzate come Liverpool e Real Madrid. Gli inglesi vennero eliminati ai quarti dal Genoa, che però in semifinale si piegò all’Ajax. Nell’altra semifinale, il Toro riuscì nell’impresa di battere il Real Madrid nel doppio scontro.

Sconfitti senza perdere

All’epoca anche la finale si giocava nel doppio scontro e i granata allenati da Mondonico mancarono il successo senza perdere, visto che l’esito fu deciso dai gol segnati fuori casa dall’Ajax. L’andata al Delle Alpi finì 2-2, il ritorno ad Amsterdam 0-0. Nonostante l’epilogo triste, fu un’edizione mitica della Coppa Uefa.

I protagonisti: in panca anche Vieri e van der Sar 

Era il Torino di Marchegiani, Pasquale Bruno, Martin Vazquez ed Enzino Scifo, con Mussi, Lentini e il bomber Casagrande. In panchina, in entrambe le gare valide per la finale, da una parte c’era Bobo Vieri e dall’altra Edwin Van der Sar. Il portiere olandese faceva la riserva a Stanley Menzo in un’Ajax che schierava Frank De Boer, Danny Blind e tre futuri acquisti nerazzurri: Aron Winter (ma fu la Lazio a portarlo in Italia), Wim Jonk e Dennis Bergkamp. Proprio Jonk sbloccò la finale di andata con un gran tiro da 35 metri che sorprese Marchegiani. Al momentaneo pareggio di Casagrande, segnato a metà ripresa, rispose Petterson, su rigore procurato da Bergkamp. Ancora Walter Casagrande, a 5’ dal 90°, fissò il risultato del Delle Alpi sul 2-2. Ad Amsterdam, il 13 maggio, nessuna delle due porte fu violata: l’Ajax vinse la Coppa per la regola dei gol segnati in trasferta e il sogno del Toro si spense amaramente.

La sedia del Mondo

Ad Amsterdam i granata non sollevarono quella coppa, ma il Mondo sollevò la sedia. E’ l’immagine eterna di quella finale, che Emiliano Mondonico ha voluto ricordare a distanza di 25 anni, spiegando il senso di quel gesto. Il Toro attaccava, ma alla sfortuna (a fine partita si conteranno tre legni) si sommava l’arbitraggio di Zoran Petrovíc, che negò un rigore a Cravero. Quel contatto in area con De Boer fece esplodere la panchina granata. E’ così che nasce quella sedia alzata al cielo, come segno di protesta ma anche di frustrazione di fronte a un senso di impotenza che spesso fa la differenza, nello sport. Soprattutto quando non si merita di perdere.