Milan in Europa con la difesa a 3 come Zaccheroni

Europa League

Domenico Motisi

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Dopo i quattro gol subiti all’Olimpico dalla Lazio, contro l’Austria Vienna (Diretta esclusiva Sky Sport h 19.00) Montella ripropone una difesa a tre che in rossonero mancava dal 1999. In panchina c’era Alberto Zaccheroni e con Maldini, Costacurta e Sala fu subito scudetto

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Dopo più di mille giorni e due turni preliminari, il Milan torna alla fase a gironi di una competizione europea e lo farà contro l’Austria Vienna in trasferta. Non ci sarà la musichetta della Champions, né un avversario prestigioso e blasonato, ma l’Europa League è l’unica coppa che manca alla bacheca di Casa Milan e - visti i segnali lanciati da Juventus, Napoli, Inter e Lazio in campionato - potrebbe rivelarsi il viatico più "semplice"per tornare ad ascoltare quella musica così melodiosa che a San Siro sponda rossonera manca ormai dal 2013.

Montella ricerca le certezze perdute

Un ritorno atteso dunque, ma non sarà l’unico. I rossoneri si ripresentano in Europa e scenderanno in campo con un modulo che mancava da 19 anni, da quel Milan di Zaccheroni che vinse - contro ogni pronostico - il primo scudetto dell’era post Sacchi-Capello. Tenuta in naftalina per tanto tempo e per vari motivi (uno su tutti il “diktat” dell’ex presidente Berlusconi), torna la difesa a tre, già stata provata nella partita di ritorno contro lo Shkendija, ma il 6-0 dell’andata resero quel match un semplice allenamento, un modo per sperimentare qualcosa che si sarebbe concretizzato in futuro. Che il Milan potesse abbandonare nel corso della stagione era chiaro - l’acquisto di Bonucci era un segnale sulle strategie di Montella e della dirigenza - ma che lo facesse già all’esordio in Europa in un match ben più importante rispetto al preliminare, se lo aspettavano in pochi. I quattro gol subiti in appena 13 minuti (se non si considera l’intervallo di Lazio-Milan) e la facilità con la quale Immobile e compagni si sono presentati dalle parti di Donnarumma hanno spazzato vie le certezze e l’imbattibilità delle prime sei partite ufficiali, il recupero completo di Alessio Romagnoli (che ha già giocato in nazionale in un modulo simile) e la storia del neocapitano che ha sempre reso al massimo in una difesa a tre, sono stati gli elementi in più che convinto l’allenatore campano ad accelerare il collaudo del nuovo modulo.
 

Nel 1999 la difesa a tre di Zac

Nei trent’anni di Milan targato Silvio Berlusconi erano tre i dogmi che l’ex presidente ripeteva sistematicamente a qualsiasi allenatore sedesse sulla panchina dei rossoneri: "Bel giuoco, (almeno) due punte, difesa a quattro". Con il suo "albero di Natale", Carlo Ancelotti ogni tanto provava a disobbedire ai "consigli" presidenziali sulle due punte, ma nessuno aveva mai osato abbandonare i quattro difensori. Nessuno tranne Alberto Zaccheroni. L’ultima difesa a tre vista dalle parti di Milanello risale proprio al 1999 quando l’allenatore romagnolo, chiamato al posto di Capello, “ruppe” la tradizione schierando un reparto difensivo che prevedeva tre difensori centrali come Maldini, Costacurta e Sala (che si alternava con N’Gotty o Ayala). Era un 3-4-3, diventato nelle ultime sette giornate un 3-4-1-2 con Boban dietro le due punte. Una strategia vincente che, al termine di una rimonta storica ai danni della Lazio, regalò a Perugia uno scudetto impensabile alla vigilia. Quasi 20 anni dopo, con un nuovo presidente, una nuova dirigenza e una rosa apparentemente costruita per giocare con i tre dietro, sarà Montella a ripercorrere le orme di Zaccheroni. Non sarà un 3-4-1-2 come quello campione d’Italia nel 1999 ma più probabilmente un 3-5-2 con Bonucci, Musacchio e Romagnoli nel ruolo che fu di Maldini, Costacurta e Sala.