Europa League: ricordi ed emozioni, il Milan torna ad Atene

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Massimo Marianella

Vincenzo Montella

Dal 2007 al 2017 è cambiato tutto in casa Milan. Il ricordo di quella finale vinta contro il Liverpool con una doppietta di Inzaghi, però, è ancora vivo, come spiega chi 10 anni fa ha raccontato proprio quella serata...

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E' bello tornare ad Atene, per me sicuramente: ho tanti ricordi, le finali di Champions me le sono godute tutte, quella giocata qua è stata bella perché è stata una di quelle in cui abbiamo celebrato una squadra italiana che ha vinto la Champions League.

Questo è uno stadio bello, forse non bellissimo. Sono rimasti i monitor del 2007… La tecnologia è avanzata, ma non nella postazione. Avevo Massimo Mauro al mio fianco per una rivincita, una finale sentitissima perché doveva essere e poi è stato il punto esclamativo di un Milan che era una squadra fantastica in quel 2007.

Mi riaffiorano tanti ricordi e tante emozioni, è bello essere qua. E' stato un momento importante della storia del Milan, non il più importante ma uno dei più importanti. E' chiaro che si ricordi sempre la finale di Barcellona contro la Steaua, questa era la fine di un ciclo di una grandissima squadra.

Questo Milan è molto diverso. Quel Milan era nel momento massimo e aveva dei giocatori di personalità straordinaria: gente come Pirlo, Inzaghi, Gattuso, Maldini, Nesta, tutti giocatori straordinari. C’era Cafu a fine carriera, un giocatore che è ancora il recordman della storia della Nazionale brasiliana. Era in panchina, in quella squadra. C’era Massimo Ambrosini, che questa sera sarà il mio compagno di avventura.

Racconteremo un Milan molto diverso, forse il punto più basso di questo Milan nella storia recente del club, se lo mettiamo in rapporto con quelle che erano le attese dell'estate. E' vero, è un Milan tornato in Europa, ma siamo a 15 punti dalla vetta, sembra che sia molto lontano dalla Champions League.

Però, pensate alla magia di questo posto: come fa riaffiorare in me tanti bei ricordi non può non farli riaffiorare anche nel Milan, che in questo stadio ha vinto due di Coppe dei Campioni, che in questa Nazione vinse tre trofei (va aggiunta la Coppa delle Coppe a Salonicco). E' un po' un segno del destino, che questo Milan si ritrovi in questo stadio, in questa città. Io mi tengo cara la mia postazione, per me fu un momento speciale. Mi auguro che possa esserlo anche per il Milan. Certo non ci sono quei personaggi, quelle personalità, quei giocatori.

Un aneddoto: prima della partita parlai con i dirigenti del Milan, chiedendogli: Ma se Paolo tira su la Coppa, non è il momento migliore per poter finire, per potersi ritirare nel modo che compete a un grande campione?" Mi dissero: "L'idea di Paolo è esattamente quella". Quindi, quando il Milan vinse, tra le celebrazioni e le statistiche dissi: "Aspettiamoci qualcosa di molto importante, magari una dichiarazione forte di Maldini". Quando con Marco Foroni arrivò Paolo, davanti alla telecamera disse: "Ritirarmi? Assolutamente. Abbiamo ancora la Supercoppa europea, l'Intercontinentale, tanti campionati da giocare", quindi ci aveva ripensato. Perché le scale che aveva fatto per andare a sollevare l'ennesimo trofeo gli avevano fatto capire quanto volesse godersi ancora la storia del Milan. Chissà che il Milan possa ripartire da questo stadio dai mille ricordi.