Europa League, l'ultimo ostacolo per l'Atalanta è il Copenaghen: chi sono e come giocano

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Il 4-4-2 come religione per Solbakken. Due nuove punte come N’Doye e Kodro, quel Fischer ex stellina dell'Ajax e un campionato iniziato già da un mese. Ecco punti di forza e di debolezza del prossimo avversario nei playoff dell'Atalanta di Gasperini. Per lui un suggeritore speciale: il grande ex della partita Cornelius

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“Andreas, ma loro… come giocano?”. Bisbigliato all’orecchio. O magari chiesto con un blocco note in mano. Perché sé è vero che per Gasperini il primo obiettivo della stagione è l’Europa, allora i gironi di coppa vanno conquistati a tutti i costi. Come? Superando anche l’ultimo ostacolo, che questa volta non è il piccolo Sarajevo e nemmeno il timido Hapoel Haifa battuto 2-0 anche in casa. Il gol del punto esclamativo lo ha segnato proprio Andreas: uno e 95 di altezza tutta norvegese, e di cognome Cornelius, con un passato proprio in quel Copenaghen che rappresenta l’ultimo ostacolo dei playoff. Poi i gironi. Prima, magari, qualche suggerimento da ex: i punti di forza o quello di debolezza nascosto della squadra di Ståle Solbakken, che dal 2013 guida un club da sempre abituato ai grandi palcoscenici. Il loro stadio, dove si giocherà il ritorno, è a una decina di minuti d’auto dalla famosa statua della Sirenetta. Simbolo fiabesco della città ma non di una squadra che più che alle favole è abituata alla realtà. Quella di due campionati vinti negli ultimi tre anni. Dei sedicesimi di Europa League raggiunti nella scorsa stagione (fuori solo contro Atletico, poi campione). Degli ottavi dell’anno prima ancora, ma soprattutto forte di undici partecipazioni nelle ultime dodici stagioni all’Europa che conta. Essa sia Champions o Coppa Uefa/Europa League. Con la sola eccezione del 15-16, è infatti dal 2006 che il Copenaghen raggiunge come risultato minimo i gironi di una delle due principali competizioni continentali. Con la stella polare negli ottavi di Champions toccati nel 2011 e giocati contro il Chelsea di Ancelotti. L’Atalanta potrà farsi valere, senza dubbio, ma attenzione: dall’altra parte c’è una squadra dalla grande tradizione.

Occhio a Fischer

Guardi la rosa del Copenaghen e il primo nome da cerchiare sul taccuino è quello di Viktor Fischer. Ex stellina dell’Ajax, da qualche anno caduta ma anche pronta a risorgere definitivamente in Norvegia. Ala ma anche attaccante. Cresciuto in Olanda e poi passato da Middlesbrough e Mainz. La scorsa estate i danesi l’hanno pagato tre milioni. Due gol e tre assist in questo percorso di qualificazione europeo. 33 partite, 10 reti e 9 assist in tutta la stagione scorsa. Con lui in attacco ci sono altri due nomi, per i due posti nel 4-4-2 che Solbakken ama tanto. Dal mercato sono arrivati Kenan Kodro e Dame N’Doye. Il primo (anche lui dal Mainz) è costato un milione e mezzo, e ha segnato cinque gol nelle ultime tre partite di Europa League. N’Doye è invece un grande ritorno. Senegalese, già nel club tra 2009 e 2012, segnò qualcosa come 81 gol in 150 partite prima di partire e poi fare marcia indietro. Quasi sempre titolare a inizio stagione, N’Doye ha già timbrato cinque volte il cartellino in nove presenze. Anche se il vero motore della squadra è Zeca, nome d’arte di José Carlos Gonçalves Rodrigues. Nato in Portogallo ma greco, classe 88. Una vita nel Panathinaikos, regista da tanto fiato e geometrie che gioca con la fascia da capitano al braccio e il numero 10 sulla schiena. Fermare lui per fermare tutta la squadra.

Come giocano?

Il modulo prediletto da Solbakken, già ex allenatore del club tra 2006 e 2011 e uomo da sei campionati più due coppe nazionali, è il 4-4-2. Con cui schiera la squadra da anni senza eccezione della stagione attuale. In avanti possono fare coppia N’Doye e Kodro. Con Fischer largo e Zeca in mezzo. Oppure dentro un esterno in più e il danese ex Ajax finisce tra i due davanti. Chi non ci sarà è Federico Santander: 14 gol lo scorso anno ma anche sei milioni e mezzo per lui accettati dal Bologna. La sua è stata la cessione più cara dell’estate dopo quella del portiere Olsen, finito alla Roma di Monchi. Al momento nessun calo però per i norvegesi, già in campo (e anche questo può essere un altro fattore) da metà luglio e ormai alla quinta di campionato. Copenaghen ko alla prima e poi sempre vincente, (quasi) come in Europa League, dove ha recentemente eliminato il Cska Sofia, prima di liquidare gli islandesi dello Stjarnan (7-0 complessivo), ma facendo grande fatica al primo turno preliminare contro i vicini finlandesi del Kuopion Palloseura. 1-0 esterno all’andata e soffertissimo 1-1 in casa, dove una seconda rete nel finale avrebbe addirittura potuto eliminarli. Ci dovrà riuscire Gasperini. Magari col suggeritore Cornelius. Perché il cammino europeo dell’Atalanta non può finire così presto.