Italia-Spagna nel ricordo di Raffaella Carrà: era il suo "derby"

CIAO RAFFAELLA

Alfredo Corallo

©Getty

La grande artista, scomparsa a 78 anni, è stata sempre "divisa" tra l'Italia e la Spagna, dove era amatissima già dagli anni '70 e la semifinale europea di martedì sarà giocata anche nel suo ricordo, incarnato dalle parole di Bonucci ("La tua energia rimarrà per sempre") e dalla splendida copertina del quotidiano spagnolo "Marca". Tifosa juventina, era anche molto amica di Maradona, che per andare a un suo concerto passò una notte in prigione...

E' MORTA A 78 ANNI RAFFAELLA CARRA'

 

 

Italia-Spagna senza la Carrà è una fiesta senza musica, sin el fuego. Perché era la sua fantástica-fantástica partita, il suo personalissimo Superclásico; e ogni volta risultava perfettamente inutile pretendere che si schierasse: era sì la più amata dagli italiani, ma venerata a tal punto in terra iberica da guadagnarsi il titolo di dama al Orden del Mérito Civil, una delle massime onorificenze spagnole. Un amore esploso come una furia nel 1976, con La hora de Raffaella. "Una trasmissione di quattro puntate - raccontò al Corriere della sera - di un'ora ciascuna. Non mi conosceva nessuno. Parlavo poco la lingua. Ma avevo i miei ballerini, vestiti bellissimi e un modo di fare spettacolo tutto nuovo per loro. Però sono stata fortunata, il mio programma veniva dopo partite di calcio ad alto richiamo, roba tipo Real Madrid-Barça, ecco il perché del grande successo". Da lì, ogni suo tormentone passerà per la Spagna, da Pedro a Ballo, ballo, le sue hit da milioni di dischi emaneranno costantemente un profumo dal sapore latino, investita presto dello scettro di icona incontrastata del genere. Nutriva una simpatia per il Real, la "versione spagnoleggiante" della sua Juventus: ma anche in questo caso, davanti a una sfida "incrociata", preferiva rimanere imparziale per non fare un torto alle sue "due" patrie. Come nel 2017, in occasione della Festa del 2 giugno, testimonial dell'ambasciata italiana a Madrid per festeggiare l'anniversario della Repubblica, proprio alla vigilia della finale di Champions tra Juve e Merengues: "Speriamo soltanto che sia una bella gara - dichiarò dal palco del Palazzo del Conde Duque, dopo aver improvvisato a furor di popolo Com'è bello far l'amore...  - e mucha suerte a todos...".

Raffaella Carrà
©LaPresse

La fede per la Juventus e il ricordo di Bonucci

"Cara Juve: mi piaci, ah-ah! Mi piaci, ah-ah-ah! Mi piaci, tanto, tanto, ah! Sembra incredibile ma sono cotta di te...". All'interno dei confini nazionali le sue responsabilità diplomatiche traballavano come il perbenismo italico ai tempi d'oro del TucaTuca: il DNA dell'artista bolognese era sfacciatamente bianconero. Più volte madrina del club, ospite alla Continassa nel 2019, felice come una ragazzina (qual era) di poter abbracciare i suoi idoli Bonucci e Chiellini, oggi nostri alfieri azzurri che nella semifinale europea con la Spagna giocheranno anche per lei. "Il tuo sorriso e la tua energia rimarranno per sempre", il commiato di Leo, protagonista di una puntata di "A raccontare comincia tu". Accompagnato dall'affettuoso saluto della Juventus: "Ciao, Raffaella". 

I messaggi di Bonucci e della Juventus per la scomparsa di Raffaella Carrà

 

Maradona e quella notte in prigione per Raffaella

L'unica eccezione - per cui non fu certo accusata di tradimento - la riservò al Napoli di Maradona, per l'amicizia personale che la legava a Diego, che per lei andava pazzo (come tutti gli argentini e, più in generale, i sudamericani). "L'ho conosciuto in Italia quando lo invitavo ai miei programmi televisivi - confessò al Messaggero - ma la prima volta è venuto lui da me ed è pure finito in prigione. Io cantavo in una grande arena a Buenos Aires. Era il 1979. Lui avrà avuto 18 anni. L’arena era piena, non c’era più posto, ma lui tentò comunque di entrare per ascoltarmi. Disse ai poliziotti: ‘Non sapete chi sono io!’. Lessi questa storia il giorno dopo sul Clarin. Per colpa mia Diego aveva passato la notte in guardina". Nel 1998 organizzò una "carrambata" delle sue per il Pibe, trascinando negli studi Rai a Roma tutti i compagni di Dieguito nel Napoli del primo scudetto. Maradona ricambiò dedicandole nel 2005 una serata alla "Noche del Diez", con la coppia scatenata al ritmo di Fiesta, uno dei più celebri successi della diva. Che rivolse un pensiero molto tenero a Diego nel giorno della sua scomparsa,  lo scorso 25 novembre: "Caro, caro Amico mio soffro tanto e prego, ci hai lasciato troppo presto. Ti voglio bene".

 

L'ultimo ballo di Raffa & Diego

Un mese prima della sua morte, per i 60 anni di Maradona, la Carrà aveva anche indossato la maglia dell'Albiceleste - autografata da lui - per augurare il meglio al suo vecchio ammiratore. "Dici sempre che sono il tuo idolo - il messaggio di Raffaella - ma in realtà sei tu il mio mito. Sempre nel mio cuore". Il destino ha voluto che se ne andasse un 5 luglio, come il giorno in cui Maradona sbarcò allo stadio San Paolo: in quell'estate del 1984 la conduttrice di "Pronto, Raffaella" - un format poi copiato in tutto il mondo, che gli valse pure il premio di personaggio europeo femminile dell'anno - cantava Fatalità e Qué dolor, oggi tornate tristemente - o forse no! - di moda sui social e tra i giovanissimi.

 

Maradona e Raffaella Carrà

L'omaggio di Marca

Anche Marca, uno dei principali quotidiani sportivi spagnoli, ha voluto renderle omaggio scegliendo una frase-manifesto del suo sconfinato palmarès musicale, per presentare Italia-Spagna: "Qué fantástica esta fiesta", l'apertura che campeggia in prima pagina. L'adios a Raffaella.

La prima pagina di Marca dedicata a Raffaella Carrà