Caso Pro Piacenza, le verità di Polverini dopo il 20-0: "Mezzo stipendio pagato da agosto"

Serie C - Lega Pro

Il vergognoso 20-0 registrato in Serie C tra Cuneo e Pro Piacenza, squadra in sciopero e schierata con 7 ragazzini senza lo staff tecnico, continua a far discutere nel calcio italiano. Lo sfogo su Facebook dell'ex difensore Dario Polverini: "Giocatori sfrattati dalle abitazioni e famiglie con figli in difficoltà, offesa una maglia che ha 100 anni di storia". Damiano Tommasi dell'Assocalciatori: "Si devono cambiare le regole, altrimenti sarà sempre peggio"

CUNEO-PRO PIACENZA SURREALE: 20-0 IN 11 CONTRO 7

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Undici contro sette e 20-0 finale è il conteggio di una domenica tanto surreale quanto vergognosa direttamente dalla Serie C, quando il girone A del campionato ha riservato l’ennesimo capitolo relativo al Pro Piacenza. Parliamo della squadra emiliana dalla crisi senza fine a partire dalla scorsa estate con l’avvento alla presidenza di Maurizio Pannella, proprietario di Sèleco all’epoca sponsor di maglia della Lazio. Il presente consegna l’ultimo posto ai rossoneri, falcidiati dai punti di penalizzazione (16 in totale dopo gli 8 appena comminati dal Tribunale federale nazionale per il caso della fideiussione irregolare) e da una gravissima situazione economica che si riflette sul campo. Squadra in sciopero per i pagamenti non saldati e ultima trasferta a Cuneo affrontata con 7 ragazzi delle giovanili, tra i quali il classe 2000 Cirigliano che era indicato in distinta sia come capitano sia come l’allenatore al seguito. Un match paradossalmente regolare d’altronde il regolamento pone un limite di 6 giocatori per squadra, tuttavia il caso ha scatenato un’indignazione senza precedenti: "Quella a cui abbiamo assistito sarà l’ultima farsa", ha promesso il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina seguito da Francesco Ghirelli. Il presidente della Lega Pro ha infatti ribadito a Sky Sport 24: "Si tratta di una pagina nera del calcio che purtroppo ci portiamo dietro da tempo. Chiediamo scusa a tutti, in particolare ai tifosi. Noi dobbiamo attenerci al regolamento, ma oggi sono state violate le norme della lealtà sportiva in modo inverecondo. Si è superato il limite".

Polverini: "Promesse folli del presidente"

Sulla vicenda è intervenuto anche Dario Polverini, difensore 31enne in forza alla Virtus Verona ma di scena al Pro Piacenza dalla scorsa estate fino a gennaio. Il suo sfogo è arrivato direttamente da Facebook: "Mezzo stipendio del mese di agosto, giocatori sfrattati dalle proprie abitazioni, famiglie con figli in difficoltà, allenatori e dirigenti idem, settore giovanile ai minimi termini e tante altre verità che nessuno sa. Quel 20-0 è stato un duro colpo per tutti coloro che in quasi 100 anni di storia quella maglia l’hanno onorata dalle categorie più basse fino alla Lega Pro. Oggi quella maglia indossata da 7 ragazzini più un massaggiatore (e non sto scherzando) è stata terribilmente offesa". L'attenzione di Polverini si è quindi spostata sulla proprietà nella figura di Pannella: "Credere a qualcuno che promette e non mantiene da 7 mesi è decisamente folle, quindi a chi dice che il Cuneo doveva avere più rispetto rispondo che invece dovevano essere ancora più spietati. Non ci resta che sperare in un cambiamento veloce del sistema in modo da non ripetere pagine tristi come quella di oggi, nel rispetto di chi di calcio vive e di chi ne fa una passione assoluta".

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Polverini ha raccontato il calvario degli ultimi mesi: "A luglio venne allestita una squadra molto forte, partiamo per il ritiro con tante belle speranze. A fine agosto viene cacciato il direttore sportivo perché il presidente vuole alzare l’asticella e puntare alla B. Arrivano 10 giocatori negli ultimi giorni di mercato, una rosa di 33, budget altissimo per la categoria. Nelle prime cinque partite tre vittorie e due pareggi, siamo primi in classifica". Iniziano qui i problemi economici della società riversati su squadra e staff: "Alla prima scadenza del 15 ottobre la proprietà non paga gli stipendi: il venerdì il presidente ci dice che sono partiti i bonifici, noi andiamo in campo ma lunedì scopriamo che non era così. Pannella ci riunisce, ci spiega che ha problemi con la sua azienda ma ci promette che avrebbe sistemato le cose. In effetti a novembre ci arriva lo stipendio di agosto, senza contributi: praticamente dimezzato. Poi alla scadenza di dicembre i pagamenti non arrivano, nonostante le rassicurazioni del presidente". Giocatori senza stipendi e crisi totale nelle parole di Polverini: "I proprietari degli appartamenti ci dicono: se non pagate dovete liberare le abitazioni. Molti di noi devono farlo, anche giocatori con famiglie e bambini al seguito. Il club prova a sistemare alcuni negli alberghi, ma non si può vivere con la valigia nel bagagliaio venendo sballottati da una struttura all’altra. Le inadempienze coinvolgono anche il settore giovanile: ragazzi abbandonati a loro stessi, squadre escluse, genitori che chiedono lumi a noi della prima squadra. Decidiamo di fare uno sciopero per mettere il presidente spalle al muro, ma lui non se ne cura. Saltiamo la prima, la seconda, la terza partita, poi viene la sosta. Al rientro non cambia nulla e decidiamo quasi tutti di andarcene, chi con lo svincolo chi con la rescissione".

Tommasi: "Regole da cambiare al più presto"

Da qui l’ultima surreale uscita del Pro Piacenza ridotto a 7 ragazzi delle giovanili e travolto 20-0 a Cuneo, colpa che Polverini attribuisce a "Chi non ha vigilato, così chiunque può fare calcio professionistico. Mi auguro che le norme vengano riviste per tornare a fare un calcio vero, pulito. Comunque, è sbagliato attaccare i giocatori del Cuneo: senza quel 20-0 nessuno avrebbe parlato dello scandalo del Pro Piacenza. Loro hanno fatto solo il loro dovere, hanno sbagliato semmai i genitori a mandare quei ragazzi a farsi umiliare sperando di avere una possibilità in Serie C". L’ex difensore si è infine soffermato sul presidente Pannella nell'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Era surreale parlare con lui. Per lui i problemi non esistevano, nemmeno di fronte all’evidenza. Mi domando come sia possibile che un’azienda che è stata sponsor di una squadra di Serie A non possa poi pagare gli stipendi in C. C’è qualcosa che non quadra". L’ episodio ha portato alla riflessione del presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi: "Questo risultato è giocare con la dignità di altri. Nelle categorie professionistiche non è ammissibile iniziare una partita senza la squadra al completo! Si devono cambiare le regole? Cambiamole al più presto perché se aspettiamo il buon senso di "dirigenti" e "imprenditori" del calcio sarà sempre peggio".