Argentina, Aguero: "Sono amico di Messi, ma in Nazionale non gioco"

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Il Kun difende il compagno argentino, accusato di aver il controllo dello spogliatoio e decidere la formazione: "Sono suo amico, eppure io faccio la riserva. Regala sempre prove da 7.5 e sai che farà qualcosa. Avesse segnato nella finale avrebbe avuto il mondo ai suoi piedi". E sul futuro aggiunge: "Quando scadrà il contratto tornerò all'Independiente"

"Messi comanda in Nazionale". Da qualche tempo intorno agli ambienti argentini circola questa voce, che vorrebbe la Pulce come leader assoluto dello spogliatoio, non solo come trascinatore ma anche come colui che prende le decisioni in merito alla formazione da mettere in campo. Spifferi che potrebbero creare qualche spaccatura all'interno del gruppo albiceleste ed è per questo che in difesa del numero 10 si è schierato un suo compagno di squadra, Sergio Aguero. "Se fosse vero il fatto che giocano gli amici di Messi, io non sarei stato una riserva tanto a lungo - ha spiegato il Kun durante un'intervista a Fox -. Io sono un suo grande amico, ma lui è sempre stato titolare e io no. Quando ho iniziato in Nazionale, il ct Basile non mi teneva in grande considerazione. Lo stesso è avvenuto con Maradona. Il primo che ha puntato davvero su di me è stato Sabella. Poi sono uscito di nuovo dai radar con Martino e sono rientrato con Bauza. Ogni anno Leo riesce a infrangere una serie di record. Nella Coppa del Mondo in Brasile era in grande forma, ha solo avuto sfortuna perché se avesse segnato in finale avrebbe avuto il mondo ai suoi piedi. Offre sempre prestazioni da 7.5 e sai che sarà in grado sempre di fare qualcosa. A volte la gente si lamenta perché vede da tanti anni sempre le stesse facce, giochiamo insieme dai tempi dell'Under 20. Forse saranno stanchi di vederci, non lo so...".

"Il nostro periodo peggiore quando Messi ha rinunciato alla Nazionale"

L'attaccante del Manchester City si sofferma poi sul suo personale rapporto con la Seleccion: "Mi sento in debito verso la Nazionale e l'unico modo che ho per sdebitarmi è vincere il Mondiale - ha detto il classe '88 -. Il peggior momento lo abbiamo affrontato quando Messi ha rinunciato all'albiceleste. In quel periodo era meglio non parlargli, poi fortunatamente è tornato indietro sui suoi passi. Higuain? Se non fosse venuto sarebbe stato meglio: avrei avuto più minuti per giocare (ride, ndr)". Infine una battuta sul suo allenatore e sul suo futuro: "Guardiola è argentino e tifa sia noi che la Spagna. La mia prossima squadra? Quando finirà il contratto con il City nel 2020 tornerò a casa mia, all'Independiente".