Ronaldo: "L'infortunio con l'Inter nel 2000 all'Olimpico? Soffro ancora, non riesco a rivederlo"

Mondiali
Il brutto infortunio di Ronaldo nel 2000 (Four Four Two)
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Il Fenomeno si racconta in una lunga lettera su Four Four Two. I Mondiali col Brasile, la vittoria del 2002 e anche quel terribile infortunio al ginocchio nel 2000: "Sono passati 18 anni da quel giorno ma ancora non riesco a vedere quelle immagini, ogni volta che le trasmettono distolgo lo sguardo"

RONALDO: "VI SPIEGO IL MIO TAGLIO DI CAPELLI NEL 2002"

Sono passati 18 anni ma il "dolore è ancora forte". Tant'è che spesso, quando rivede le immagini dell'infortunio in televisione, Ronaldo "non riesce a rivederle". Non ce la fa. Davvero, è più forte di lui. Come se quel dolore fosse ancora presente dentro di lui: "Dopo tanto tempo distolgo ancora lo sguardo, non ci riesco". Parola di Ronaldo, il "Fenomeno" brasiliano, imprendibile centravanti dell'Inter, Campione del Mondo nel 2002. Attraverso una lunga lettera su Four Four Two, Ronaldo ha parlato anche dell'infortunio coi nerazzurri. Riavvolgiamo il nastro: gara d'andata di Coppa Italia tra Lazio e Inter, Stadio Olimpico. E' il 12 aprile del 2000, Ronaldo torna in campo dopo un lungo stop ma il suo ginocchio cede subito. Passano giusto 6 minuti, tenta un doppio passo ma si accascia, uscendo dal campo tra le lacrime e in barella. L'Olimpico resta in silenzio per tutto il resto della gara. Rientrerà il 9 dicembre dello stesso anno, segnando una rete contro il Brescia. Il resto è storia. 

"Non riesco a rivedere l'infortunio"

"Anche adesso, a 18 anni di distanza, non riesco a rivedere le immagini della gara d'andata di Coppa Italia contro la Lazio. Ogni volta che so che quel video sta per essere mostrato in tv, mi assicuro di distogliere lo sguardo. Vedo quelle immagini ed è come se il dolore mi stesse attraversando di nuovo". Anche se quell'infortunio l'ha reso una persona migliore: "Ha plasmato il mio personaggio, mi ha reso ciò che sono oggi. Tutto ciò che ho passato prima di tornare in campo è stato un test, ho dovuto combattere per rientrare". Una lunga riabilitazione prima di rivedere il campo: "Avevo passato sei mesi ai box, quel giorno ero tornato in campo dopo tanto tempo, dopo un infortunio minore rispetto a quello. Non mi aspettavo che sarei rimasto fermo, il mio recupero è stato molto lungo". Difficile riavvolgere il nastro: "Mi sentivo come se il mondo mi fosse caduto addosso, non ci credevo". 

"Pensavo che non avrei giocato i Mondiali del 2002"

Strana la vita. Dopo l'infortunio, Ronaldo pensava che non avrebbe giocato neanche i Mondiali del 2002. Inconsapevole del fatto che li avrebbe vinti da protagonista assoluto due anni dopo. Continua il Fenomeno: "Il Mondiale era lontano, ma iniziai a capire che forse ero a rischio. Non c'era nessuna garanzia che sarei tornato in campo. Non c'erano casi simili in passato. Era un infortunio che nessuno aveva mai affrontato prima. Onestamente, eravamo tutti più pazienti, non c'era fretta, dovevamo rispettare i tempi di recupero e di guarigione". Un iter davvero difficoltoso: "Dopo 8 mesi di fisioterapia non riuscivo a piegare il ginocchio a 90 gradi, era una barriera enorme per ogni esercizio. Mi sentivo depresso, scioccato, ma dovevo continuare a lavorare, anche se i risultati non stavano arrivando". Nessuna resa: "Non l'ho mai pensato, ma sapevo che se non avessi dato tutto non avrei più giocato a calcio. Se avessi fallito sarei dovuto andare in pensione. Così ho provato a non pensarci, ho visto una luce. Ho fatto un piano generale per salvare la mia carriera, tra fisioterapia ed esercizi". 

"E' stato il periodo più difficile della mia vita"

Continua Ronaldo: "Ero sempre di cattivo umore perché non riuscivo a giocare, pensavo a rimettermi in forma. È stato un lungo periodo di sacrificio, il più difficile della mia vita. Tuttavia, dopo un po' ho iniziato a vedere dei piccoli progressi, riuscivo a vedere la Coppa del Mondo in fondo al tunnel, anche se non riuscivo ad immaginarmi con il trofeo in mano. Ero appesantito dai dubbi e dalle paure, non sapevo cosa sarebbe successo sinceramente". 

Dall'infortunio ai Mondiali: "Devo tutto a Scolari"

Ronaldo prosegue il suo racconto: "Quando stavano per arrivare i Mondiali, il mio ginocchio stava migliorando. Lentamente, iniziai alcuni esercizi fisici e muscolari. Il mio futuro era ancora molto incerto, non riuscivo a vedermi ai Mondiali. Era molto improbabile che Scolari richiamasse un giocatore che aveva giocato così poco nelle ultime due stagioni". Il lieto fine arriva sempre però: "Nel marzo del 2002 Big Phil mi ha chiamato in squadra, un'amichevole contro la Jugoslavia a Fortaleza. Giocai solo 45 minuti - la prima partita in Nazionale dopo quasi 3 anni d'assenza - ma fu sufficiente per assicurarmi il posto per i Mondiali". Nessuna speranza all'inizio, poi la svolta: "L'unica cosa che mi ha fatto andare avanti è stato l'immenso amore che provo per il calcio. Questo mi ha aiutato a superare le difficoltà che avevo incontrato. Mi ha trasformato come persona". Ronaldo ringrazia Scolari: "Avrebbe potuto chiamare un altro attaccante ma mi ha dato fiducia, gli dissi che avrei fatto tutto il necessario per far parte della squadra. Mi ha reso ancora più motivato di prima". 

Il gol contro la Turchia

Ora la Coppa. Ronaldo ripercorre il cammino del Brasile, dai gironi alla finale. Partendo dal gol segnato contro la Turchia: "Era la nostra prima partita, avevo fiducia in me, ricordo una grande tensione. Dopo 5' dall'inizio del primo tempo ho ricevuto il pallone da Rivaldo sulla fascia sinistra, sapevo di avere una chance per segnare ed è quello che ho fatto. Non è stato il gol più bello che abbia segnato, ma non mi importava. Riuscimmo a vincere". 2-1 del Brasile alla Turchia, Ronaldo sta benissimo: "Non sentivo dolore durante la partita, ma dopo sì. Fu un'agonia. Non giocavo una partita intera da tantissimo tempo, ma avevo fiducia. Sopratutto perché la Turchia era una squadra fisica e aggressiva, erano stati duri con me". 

Turchia calling again... in semifinale

Il Brasile passa i gironi come prima (9 punti su 9), supera il Belgio agli ottavi, l'Inghilterra ai quarti e ritrova una sorprendente Turchia in semifinale. Ronaldo serra le fila: "Li abbiamo affrontati di nuovo, io avevo segnato contro Cina, Costa Rica e Belgio. Segnai il gol vittoria anche contro i turchi, colpì la palla con la punta del piede anche se avevo dolore ai muscoli. Quando l'arbitro fischiò, provai un misto di gioia e sollievo. Ma presto fui colpito da una sensazione di insicurezza, ricordando ciò che era successo 4 anni prima, nel 1998. All'improvviso, mi tornò in mente tutto ciò che era successo in quell'hotel in Francia...". 

Ronaldo racconta la notte del 1998

"Avevo deciso di riposarmi e andai a letto, è l'ultima cosa che ricordo. In quel momento ho aveuto le convulsioni, che hanno finito per colpire praticamente tutti i membri della squadra prima della finale con la Francia. Mi dissero che non avrei giocato, ma non mi sarei arreso. Sono andato a parlare con i medici e con il nostro allenatore, Mario Zagallo. Ho parlato con chiunque perché volevo sentire una risposta alternativa, meritavo di giocare quella finale. Feci tutti i test medici e nessuno di questi mostrò nulla di anormale. Era come se non fosse successo nulla di nulla. Tuttavia, mentre ci stavamo preparando per andare allo stadio, il messaggio di Zagallo fu forte e chiaro: non avrei giocato. I medici mi avevano dato l'ok, dissi all'allenatore che avrei voluto giocare e così fu. Ma la gara andò male, sappiamo tutti cos'è successo, quelle convulsioni furono un'esperienza molto brutta da raccontare".

Il giorno della finale con la Germania

E arriviamo alla finale del 2002, Brasile-Germania: "A causa di quei brutti ricordi, avevo paura di andare a dormire dopo il pranzo con la squadra. Cercai di trovare alcuni miei compagni con cui parlare, Dida era sveglio e finimmo per chiacchierare per un'ora. Fu gentile, mi tranquillizzò, perché pensavo che avrei avuto nuovamente le convulsioni. Il giorno dopo, quando salimmo sul pullman per arrivare allo stadio, lascai tutto alle spalle". Un altro epilogo rispetto alla finale di 4 anni prima: "E' stato meraviglioso - conclude Ronaldo - riuscii a segnare una doppietta cancellando tutto ciò che era successo nel 1998. Ricordo che abbracciai Rodrigo Paiva quando venni sostituito a 5' dalla fine, mi era sempre stato vicino. Piansi e iniziai a pensare: "Ce l'ho fatta, è stato difficile ma abbiamo vinto". Crollai a terra dall'emozione, ero l'uomo più felice del mondo. L'arbitro avrebbe potuto aggiungere altri 100 minuti di recupero, la Germania non sarebbe stata in grado di fermarci. In quel momento mi sentii completo, non avevo vinto soltanto la Coppa del Mondo col Brasile, ma anche una battaglia personale con il mio corpo. Una sfida che ormai durava da più di 2 anni. E' stata la più grande vittoria della mia vita e della mia carriera".

Ronaldo, oggi

Oggi Ronaldo non gioca più. E qualcuno non si è ancora ripreso. E' stato Fenomeno con diverse maglie, dall'Inter al Real Madrid, passando per Barcellona, Milan e PSV. Icona e punto di riferimento per generazioni, anche se oggi, quando gioca a calcio, "sente ancora dolore". Non può farci nulla: "Quando entro in campo, la mia mente vuole fare una cosa ma il mio corpo non ce la fa più. Dico sempre che il calcio è stata la mia università. Non ho avuto il tempo di andare al college, ma il calcio mi ha insegnato più di qualsiasi master o dottorato. Sarò sempre grato al calcio, la cosa più importante che mi ha insegnato è quanto sono forte. Fino a quando non ho sofferto per quegli infortuni, non ne avevo idea. Ho vinto molto nella mia carriera e soprattutto ho segnato molti gol, ma onestamente posso affermare che questo sport ha dato molto più a me rispetto a quanto sono riuscito a dargli io".