Mondiali 2018 Russia, l'Italia poteva essere la Croazia? Decisivo il cambio di Ct nello spareggio

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In Russia vincono e conquistano il pass per ottavi in uno dei gironi più difficili, ma in passato hanno rischiato di non esserci nemmeno in questo Mondiale giocato ora da protagonisti. Nelle qualificazioni decisivo il cambio di Ct a due giorni dallo spareggio contro l'Ucraina. E se anche la Nazionale italiana avesse fatto la stessa scelta?

LA CROAZIA STENDE L'ARGENTINA

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Segnano, vincono, esultano. E come dargli torto dopo un 3-0 rifilato all’Argentina di Messi e soci? Prima Rebic, poi Modric. Chiude Rakitic. Perfetti, e lo spettro del fallimento Mondiale è ora solo un lontano ricordo. Sì, perché negli infiniti sliding doors che regala la vita, anche la federazione croata è riuscita a dare la svolta decisiva alla nazionale. Senza la paura di peggiorare la situazione. Con coraggio, e un esonero dell’ex Ct Cacic ad appena due giorni dalla sfida decisiva nelle qualificazioni. Lì il bivio, e quello che sarebbe potuto succedere ha lasciato il posto a quello che è effettivamente successo. È l’ottobre del 2017, i croati hanno appena pareggiato la penultima partita del girone 1-1 in casa contro una modesta Finlandia. Situazione critica. La classifica nel gruppo I dice allora l’Islanda prima, con subito dietro Croazia e Ucraina appaiate a quota 17, proprio prima dell’ultimo scontro diretto, e decisivo. Mancano due giorni allo “spareggio” di Kiev e lì arriva il cambio: out l’ormai vecchio Ct Cacic, e dentro Dalic. Quasi una pazzia. Ma serviva vincere. E serviva la svolta. Effettivamente arrivata prima in panchina e poi in campo, con un 2-0 decisivo per il secondo posto, quello che li ha portati al nuovo e vero playoff contro la Grecia, vinto. Anzi, stravinto. 4-1 all’andata e 0-0 al ritorno. Dunque il pass Mondiale e le due vittorie su due nel girone sulla carta più difficile di tutti. E se anche la Nazionale italiana avesse fatto la stessa scelta dopo il primo ko contro la Svezia?

Effetto farfalla

Rimpianti? Tantissimi. Di tutti. Perché vedere il Mondiale da semplici spettatori fa male. Come mai era successo nella storia all’Italia. Il 10 novembre il ko a Solna nel nostro playoff. Un giorno dopo la vittoria della Croazia sulla Grecia con un nuovo Ct in panchina. 1-0, noi perdiamo e vincono gli svedesi. Segna Johansson. In mezzo tre giorni, di pensieri e non di fatti. Lunedì 13 novembre nemmeno la spinta di San Siro ribalta il risultato. Finisce 0-0, e la Nazionale italiana è fuori dal Mondiale. Quello che alla Croazia non è successo, perché il cambio di panchina ad appena due giorni dal “dentro o fuori” è stato decisivo: “Dalic è il nuovo allenatore e sarà in carica nell’ultima gara contro l’Ucraina” - aveva detto al tempo in conferenza stampa Davor Suker, il presidente della federazione. Parole che al momento facevano pensare solo a un incarico ad interim, giusto per dare la scossa, appunto: “Abbiamo ottenuto appena quattro punti nelle ultime quattro partite e non avevamo altra scelta che cambiare”. Sì, cambiare. Anche se ora la panchina di Dalic è salda come non mai. Cambiare. Perché la posta in palio era altissima. Cambiare. Perché niente è come un Mondiale. E così anche la non decisione italiana ha aperto un bivio, nuovamente con quello che sarebbe potuto succedere ad aver lasciato il posto a quello che è effettivamente successo. Ovvero al fallimento. Noi lontani dalla Russia. In un Mondiale visto solo da spettatori.