Mondiali 2018 Russia. Invasione di campo in Finale, Pussy Riot: "Siamo state noi"

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Al settimo minuto della finalissima di Mosca, due uomini e una donna sono entrati in campo, immediatamente fermati dalle forza dell'ordine e portate in una stazione di polizia. Subito è arrivata in rete la rivendicazione delle Pussy Riot, collettivo russo politicamente impegnato

Per chi cerca visibilità, è praticamente impossibile trovare un'occasione migliore della finale di un importante torneo di calco. Figuriamoci se quel torneo è la Coppa del mondo, la competizione più importante di tutte. Non stupisce, quindi, che anche Russia 2018, come altre finali in passato, abbia avuto qualche protagonista in più rispetto ai calciatori scesi in campo. Al 7’ del secondo tempo, una donna e due uomini – di cui uno apparentemente molto giovane - sono entrati in campo pacificamente, venendo bloccati subito dalle forze dell’ordine che, come specificato da un portavoce del dipartimento di polizia di Mosca, citato dalla Tass, hanno poi trasportato i 4 in una vicina stazione di polizia. La loro scorribanda ha fatto innervosire soprattutto il difensore croato Lovren, che ha aiutato gli steward a fermare un invasore. La donna, invece, prima di uscire dal campo, è riuscita a dare un cinque a Mbappé.

La rivendicazione delle Pussy Riot

L'invasione di campo è stata prontamente rivendicata sui social dalle Pussy Riot, il collettivo russo, policamente impegnato, che è solito organizzare proteste per lo sviluppo della democrazia in Russia, ma non solo. In un tweet hanno chiesto, tra le altre cose, di liberare i prigionieri politici, fermare gli arresti illegali e garantire una libera competizione politica in Russia.