Croazia, Kalinic rifiuta la medaglia d'argento: "Grazie lo stesso, ma io non ho giocato"

Mondiali
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Sarebbero stati gli stessi compagni dell'attaccante croato rispedito a casa da Dalic a Mondiale in corso a contattarlo per convincerlo ad accettare l'argento. Lui, però, ha declinato l'offerta non sentendo suo quel risultato

“Grazie lo stesso, ma non posso accettarla: io non ho giocato”. Si chiude così il “caso Kalinic” in casa Croazia, con il rifiuto dell’attaccante di fronte alla possibilità di ricevere la medaglia d’argento, conquistata (dai suoi compagni) con il secondo posto al Mondiale dopo la sconfitta in finale contro la Francia. Rifiuto che segue a un altro (grande) rifiuto, quello che ha dato origine a tutta la storia.

I fatti sono noti: all’inizio del Mondiale, Kalinic è tra i convocati di Dalic ma non parte titolare nelle gerarchie del Ct, cosa che all’attaccante del Milan non va proprio giù. Nella prima gara contro la Nigeria “accetta” la panchina, ma poi, nel momento in cui viene chiamato da Dalic per fare il suo ingresso in campo (a 5’ dalla fine) lamenta un improvviso dolore alla schiena e si rifiuta di entrare. Il giorno dopo Dalic è durissimo e spiegando che ha bisogno di giocatori al top della forma, rispedisce Kalinic a casa. Provvedimento con cui il giocatore paga un comportamento simile tenuto già in un’amichevole pre-Mondiale contro il Brasile.

Da quel momento in poi la Croazia inizia una marcia trionfale verso la finale, mentre Kalinic (rientrato a Milano e già in ritiro con i rossoneri) inizia a mangiarsi i gomiti. Normale chiedersi se abbia diritto alla medaglia (in fondo era uno dei convocati e ha “partecipato” alla prima partita) e così il “caso Kalinic” inizia a far discutere. A chiudere la questione ci ha pensato proprio lui, parlando al giornale croato “Sportske Novosti”. Sarebbero stati gli stessi compagni di squadra a contattarlo per convincerlo a ritirare la medaglia, ma lui non riesce proprio a sentirsi “vicecampione del mondo”: “Grazie lo stesso, ma io in Russia non ho giocato”. Dopo quello a Dalic, probabilmente questa volta il 'no' era la risposta più giusta da dare.